Il 25 aprile 2007 è stato il 500mo anniversario del primo documento sul quale apparì il nome “America”. Si tratta di una carta geografica, di 34,2x18 centimetri, realizzata dal tedesco Martin Waldseemueller, su incarico di Renato II, Duca di Lorena, e resa pubblica appunto il 25 aprile 1507. Waldseemueller era uno dei più esperti cartografi del suo tempo, ma nel dare un nome alla parte settentrionale e a quella meridionale del nuovo continente scoperto da Cristoforo Colombo, cedette alla proposta di un suo collaboratore, il poeta Matthias Ringmann, e scrisse due volte a grandi lettere la parola “America”. Infatti Ringmann era convinto che il continente fosse stato scoperto dal fiorentino Amerigo Vespucci, che invece lo aveva solo visitato e descritto, e il cartografo evidentemente non aveva informazioni più precise in proposito, malgrado che l’impresa di Colombo fosse già piuttosto nota in Europa. Quanto a Ringmann, che di geografia sapeva poco o nulla, si era limitato a prendere per veritiere le opinioni di persone altrettanto ignoranti.
Waldseemueller si accorse presto dell’errore commesso nell’aver dato ascolto al poeta, e lo ammise, precisando che la decisione era stata presa all’insaputa dello stesso Vespucci, nella sua opera “Cosmographiae introductio”, diffusissima in quegli anni. Successivamente, il cartografo sostituì sempre il nome “America” con “Terra incognita”.
Ma ormai quel nome si era affermato, anche se di quella carta geografica menzognera si erano poi perse le tracce: l’opera di Waldseemueller è stata rinvenuta nel 1901, e dal 2001 si trova a Washington, nella biblioteca del Congresso. E al Parlamento degli Usa è stata presentata una mozione per rendere omaggio al cartografo tedesco e al suo storico equivoco. Da parte sua l’Unesco, nel 2005, ha dichiarato quella carta geografica “Memoria del mondo”, termine vago ma indubbiamente suggestivo, a riprova del fatto che più un errore è grande, più merita di sostituirsi alla verità.
Del resto, se avessimo avuto una “Cristofora”, con i relativi cristoforani, forse la storia del mondo non sarebbe stata la stessa.
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