Pubblichiamo l’appello del Siap siciliano
che richiama l’attenzione su un problema
di comune interesse: garantire
la sicurezza di chi deve quotidianamente
assicurare la sicurezza di tutti i cittadini
Il Segretario generale del Siap di Palermo, Alfredo Gallo, ha inviato una lettera al questore e al Prefetto della città siciliana, all’Ufficio per le relazioni sindacali del Viminale, alla Direzione interregionale Sicilia-Calabria, al Dirigente Zona Tlc di Palermo, su alcuni importanti problemi del personale che - come accade - si ripercuotono negativamente sul servizio. Ecco il testo della lettera:
“Caro questore, come lei sa, la Segreteria provinciale del Siap di Palermo, solo da poco tempo, ha formato i suoi organismi statutari ed immediatamente nel solco della linea stabilita dalle strutture regionali e nazionali si è messa a disposizione dei colleghi, sia nella tutela dei diritti degli associati che nel rapporto con la società civile, anche al fine di contribuire alla formazione di una coscienza sindacale condivisa con i lavoratori.
Tentiamo di fare il nostro lavoro, che è lo scopo per il quale i colleghi ci hanno delegato la loro fiducia, espressa nel crescente consenso collettivo, senza la quale non avrebbe senso neppure la nostra stessa esistenza.
Abbiamo già fatto un monitoraggio nel territorio e raccolto motivi di malumore e malessere del personale che soprattutto lamenta il totale silenzio del sindacato, su temi cardini che investono l’essenza stessa del lavoro. Il sindacato tace su rilevanti temi di carattere collettivo ed al collega stanco delle sperequazioni ed ingiustizia non rimane che il percorso individuale, magari sostenuto dalla doppia-tripla tessera.
Noi non vogliamo sentirci i paladini di nessuna causa, ma vogliamo, con correttezza ma con altrettanta fermezza e decisione, sollevare e risolvere alcuni dei principali problemi collettivi, fonte di insoddisfazione, malessere, sperequazione, e dare per quanto possibile, un po’ di serenità ai colleghi che sono impegnati in questa professione.
Abbiamo l’impressione (si tratta, ripetiamo, di una nostra per quanto legittima impressione) che il Siap palermitano debba fungere da capro espiatorio per tutte le cose che non funzionano.Questo non ci lascia indifferenti, ma anzi moltiplica i nostri sforzi nella convinzione che siamo nel giusto. D’altra parte il rito del capro espiatorio è rappresentato da un animale che viene scacciato con grida e con strepiti dalle mura del paese perché solo così è possibile liberare la comunità dalle colpe che la infestano, dai demoni che la possiedono.
In questo contesto e con questo stato d’animo, la Segreteria provinciale ha incontrato il Dirigente l’Ufficio Personale essendo stata da lei delegata a trattare alcune tematiche sensibili alla stragrande maggioranza dei colleghi.
Il tema principale è senza dubbio quello della sicurezza. Il tema è assai delicato, per cui lo affronteremo per grandi linee; nel senso che (per motivi di sicurezza) in un documento sindacale non entreremo nello specifico.
Sembra un paradosso affermare che la Polizia di Stato, Amministrazione che produce sicurezza per il cittadino con forte impegno ed ammirevole spirito di abnegazione, abbia difficoltà a garantire a sé stessa la sicurezza pubblica.
L’Amministrazione, nel produrre sicurezza, non si è certo risparmiata, specie in questi ultimi anni, estendendo la propria tutela ad ogni realtà sociale, sovresposta nella lotta alla criminalità e all’illegalità diffusa che, nel nostro Paese, pare attecchisca fin troppo bene e velocemente.
Ebbene, sembra a nostro avviso che l’Amministrazione, tutta protesa a produrre sicurezza, quando poi si tratta della tutela dei propri rappresentanti (e in definitiva di sé stessa) non riesca per così dire, a produrla.
Abbiamo puntato l’attenzione del nostro naturale interlocutore, molto aperto e disponibile, sulla sicurezza della Caserma Lungaro, dove quotidianamente transitano e alloggiano migliaia di poliziotti, facendo presente alla dottoressa Tomasello una serie di problemi che i colleghi incontrano quotidianamente nei servizi di vigilanza. Nel particolare: cancello e sbarra della porta carraia non funzinanti; cancello della porta centrale non funzionante; sistema di allarme perimetrale non funzionante; pulizia della Caserma inesistente; rimodulazione del servizio di vigilanza.
L’incontro positivo, per la durata e per l’ampiezza dei temi affrontati, è rimasto comunque privo di risultati, se è vero, com’è vero, che compito del sindacato non è solamente quello di rappresentare le istanze dei lavoratori, ma fare in modo che tali istanze non rimangano semplice rappresentazione, specie quando concerne la sicurezza del lavoratore.
Ella certamente sarà informato dal suo collaboratore, che purtroppo nessuno dei temi sopra citati sarebbe stato risolto, vuoi per incompetenza vuoi per mancanza di soldi; al più si poteva apportare una tettoia al Corpo di guardia.
Ci auguriamo che gli organi competenti (Prefetto, Direzione interregionale Sicilia-Calabria, Zona Tlc) intervengano celermente a ripristinare le condizioni ordinarie di sicurezza all’interno delle strutture della Polizia di Stato a Palermo.
Non sappiamo lei, signor questore, ma noi ad ogni allargamento di braccia abbiamo sentito il dolore di una stilettata al petto, provocato dalla rabbia per l’incapacità di poter ottenere un po’ di sicurezza al collega che, uscendo in strada, è il garante per il cittadino e per l’opinione pubblica dell’ordine e della sicurezza.
Non ci vogliamo soffermare sulla pulizia, per non rischiare di cadere nel ridicolo, se è vero che ad una pulizia inesistente in tutta la Caserma Lungaro si contrappone un pulizia straordinaria, in occasione di cerimonie ufficiali, commemorazioni caduti..., limitata però alle zone di transito delle Autorità.
Signor questore: sindacato è tutela dei diritti dei lavoratori, è progresso culturale, economico e sociale, in una parola è democrazia per i poliziotti e per i cittadini, ad esso tocca il compito di affrontare ogni battaglia di civiltà, senza risparmi di energia e fede.
L’incontro con la dottoressa Tomasello non è stato inutile, ma se lei (ci consenta a pensar male) voleva seguire la tattica del console romano Quinto Fabio Massimo, mettendo in opera una tattica di logoramento con le truppe del nemico Annibale per evitare lo scontro diretto, allora sì che è stato improduttivo e perfettamente inutile.
Al Siap non rimane altro che rimandare a lei la soluzione del problema sicurezza all’interno della Caserma Pietro Lungaro; ai colleghi assicuriamo che questo è l’inizio della nostra battaglia, augurandoci di non dover sperimentare altre forme di intervento, con il conseguente ritorno pubblico negativo.
In attesa di un suo sollecito intervento, e cortese cenno di risposta, si inviano distinti saluti.
(F.to Alfredo Gallo)”
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