Completamente rinnovata nelle sue strutture
gli storici locali di via Vicenza a Roma, hanno
visto la presenza, fra gli altri, del Capo
della Polizia, del Prefetto della Capitale
e dei sottosegretari all’Interno
“Sicurezza e libertà: così fermeremo il terrorismo”. Questo il tema del dibattito svoltosi a Roma, nei primi giorni di marzo, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede nazionale del Siulp.
I rappresentanti del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia hanno scelto di intitolare la nuova sala riunioni ad Emanuele Petri, il sovrintendente della Polfer ucciso il 2 marzo del 2003 dalle nuove Brigate Rosse, durante un controllo di routine, a bordo di un treno interregionale della linea Roma-Firenze.
Erano presenti alla cerimonia oltre alla signora Alma Petri ed al figlio Angelo, entrato in Polizia dopo la morte del padre, il senatore Giuseppe Pisanu, il vice ministro epr lo sviluppo economico Sergio D’Antoni, il Capo della Polizia prefetto Giovanni De Gennaro, Nicola Cavaliere, direttore della Direzione nazionale Anticrimine, Livia Pomodoro, presidente del Tribunale dei Minori di Milano, il prefetto di Roma Achille Serra, l’onorevole Donato Bruno, la senatrice Albertina Soliani, il dottor Francesco Forleo, Roberto Sgalla, il sottosegretario all’Interno Ettore Rosato, e Sergio Betti segretario confederale Cisl.
Ha aperto il dibattito il segretario generale del Siulp Oronzo Cosi, il quale ha affermato che è giunto il momento, in materia di lotta al terrorismo, di parlare chiaro. “Non ci convince più - ha detto Cosi - la straordinaria tolleranza che da più parti viene manifestata a favore di alcuni centri sociali, quando questi si propongono più come zone di extraterritorialità per le leggi dello Stato che come luoghi di aggregazione per giovani e disadattati”. Ed ancora: “Non ci preoccupiamo se ex terroristi oggi dialogano con gli studenti riconoscendo i propri errori, ma ci indignamo se questi errori diventano la base di nuovi insegnamenti destinati a perpetuare nel nostro presente e nel nostro futuro l’incubo della minaccia eversiva”.
A questo proposito Oronzo Cosi ha sottolineato che gli uomini e le donne della Polizia hanno bisogno di credere “che il sacrificio dei nostri caduti non sia stato vano”. I poliziotti “sono contro i miti dei super investigatori, delle super Procure, dei super organismi antiterrorismo”. Sono invece, ha tenuto a precisare, “per la valorizzazione massima del lavoro quotidiano, normale, svolto ogni giorno da centinaia di migliaia di operatori di Polizia in Italia e all’estero”. Il Siulp, ha poi continuato Cosi, “si batterà per avere il coordinamento reale delle forze in campo, dell’attività operativa ed informativa degli investigatori specializzati”.
A questo proposito il Segretario generale del Siulp ha ricordato come sia stato un poliziotto ‘normale’, come Emanuele Petri, a “dimostrarci ancora una volta, quanto sia radicato nelle donne e negli uomini della Polizia di Stato il senso del dovere e del sacrificio con il quale, spesso, questo dovere viene assolto”.
Alla fine del suo intervento Oronzo Cosi ha consegnato alla vedova del sovrintendente una targa alla memoria di Petri.
“Condivido pienamente la relazione di Cosi”, ha affermato il segretario nazionale della Cisl Sergio Betti, il quale ha confermato il pieno appoggio dell’organizzazione sindacale alla lotta contro il terrorismo. “Il vostro - ha affermato Betti - è un lavoro estenuante ed è a voi che dobbiamo la nostra sicurezza e la nostra incolumità, e per questo vi ringraziamo”.
Il Capo della Polizia De Gennaro ha voluto ringraziare la signora Alma Petri per la sua presenza ed il Siulp , con il quale in questi anni ha avuto il piacere di un “rapporto di collaborazione per assicurare ai cittadini sicurezza”.
De Gebbari ha poi voluto ricordare Emanuele Petri affermando che “grazie al suo sacrificio siamo riusciti ad arrestare una brigatista e, magari, senza saperlo, ad evitare altre stragi”. “Il sistema sicurezza - ha poi continuato - è un sistema complesso ed i miei uomini ogni giorno, mi chiedono di impegnarmi per fare bene il loro lavoro ed applicare le leggi che abbiamo. [...] L’impegno delle Forze dell’ordine, che nelle ultime settimane ha registrato importanti risultati nella lotta alle Brigate Rosse, deve essere sostenuto, dallo Stato e da tutti i cittadini”.
“Non sarà tollerata alcuna illegalità da parte dei centri sociali”. Così ha risposto il sottosegretario all’Interno Ettore Rosato, all’ex ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu e al segretario generale del sindacato di Polizia Oronzo Cosi, che chiedevano meno tolleranza nei confronti di alcune aree dell’antagonismo.
“Non ci sarà alcuna tolleranza - ha ribadito Rosato - verso qualsiasi manifestazione di non rispetto della legge”. Il sottosegretario, anzi, ha sottolineato proprio la “grande capacità di muoversi in continuità” dell’attuale governo con il governo precedente in materia di contrasto al terrorismo. “Lo Stato - ha concluso - ha la stessa fermezza, determinazione e capacità di rispondere al terrorismo, chiunque sia al governo”.
Nel suo intervento Francesco Forleo ha riconrdato l’esperienza di questore vissuta da poliziotto di quartiere che “esce e guarda la città e si rende conto dove deve porre rimedio”.
Ha concluso i lavori il senatore Giuseppe Pisanu, il quale ha affermato che la minaccia del terrorismo interno “continua a incombere e non può essere sottovalutata”. Per questo “è arrivato il momento di rompere le contiguità aprendo abissi e operando sulle aree di confine”. Una contiguità, ha aggiunto Pisanu, “che vale per certi centri sociali, per alcune frange dell’antagonismo e anche per certi ambienti sindacali”. Proprio per questo - ha aggiunto - “mi auguro che le iniziative annunciate dalla Cgil vengano messe in pratica con forza e vigore perché il sindacato non perda nulla della sua credibilità democratica se scopre, espelle o denuncia chi cerca di inquinarlo con l’ideologia del terrore”. L’ex ministro ha poi attaccato “i tagli brutali” che la Finanziaria ha importo alle Forze dell’ordine e ha ribadito che sul terrorismo interno il pericolo arriva soprattutto dalle “sottovalutazioni”.
“Parlamento e governo - ha concluso - devono prendere atto della pericolosità del fenomeno non solo a parole ma anche con i fatti”.
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