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Aprile/2007 - Articoli e Inchieste
Cavalieri di Malta
Un’antica tradizione di aristocrazia dell’uguaglianza / 1
di Leandro Abeille

Organizzazione interna
Secondo la Carta Costituzionale, i membri dell'Ordine si dividono in tre ceti e devono conformarsi agli insegnamenti dettati dalla Chiesa e partecipare alle attività assistenziali dell'Ordine.
Al primo ceto appartengono i Cavalieri di Giustizia, ovvero Professi, e i Cappellani Conventuali Professi che devono emettere la Professione dei Voti di povertà, di castità e d'obbedienza, con lo scopo di perseguire la perfezione evangelica. Sono religiosi a tutti gli effetti, secondo i dettati del Diritto canonico, ma non sono obbligati alla vita in comune.
I membri appartenenti al secondo ceto, in virtù della Promessa, si obbligano a vivere secondo i principi cristiani e secondo quelli relativi allo spirito dell'Ordine. Sono suddivisi in tre categorie:
- Cavalieri e Dame di Onore e Devozione in Obbedienza;
- Cavalieri e Dame di Grazia e Devozione in Obbedienza;
- Cavalieri e Dame di Grazia Magistrale in Obbedienza;
Il terzo ceto è costituito dai membri laici che non emettono Voti religiosi, né Promessa, ma vivono secondo i principi della Chiesa e dell'Ordine. Sono suddivisi in sei categorie:
- Cavalieri e Dame di Onore e Devozione;
- Cappellani Conventuali "ad honorem";
- Cavalieri e Dame di Grazia e Devozione;
- Cappellani Magistrali;
- Cavalieri e Dame di Grazia Magistrale;
- Donati e Donate di Devozione.
I requisiti di idoneità per i singoli ceti e categorie sono definiti dal Codice dell’Ordine di Malta.

Governo dell’Ordine
Il Gran Maestro (attualmente Fra' Andrew Bertie è il 78° G. M.) è a capo dell'Ordine, rappresenta un sovrano e superiore religioso. E’ eletto a vita, tra i Cavalieri Professi con Voti Perpetui, dal Consiglio Compìto di Stato con maggioranza semplice. Hanno diritto al voto il Luogotenente di Gran Maestro (o il Luogotenente Interinale), i membri del Sovrano Consiglio, il Prelato, i Priori, i Balì Professi, due Cavalieri Professi delegati da ciascun Priorato, un Cavaliere Professo e un Cavaliere in Obbedienza delegati dai Cavalieri del “Gremio Religionis”, quindici rappresentanti delle Associazioni nazionali.
Secondo la Costituzione, il Gran Maestro deve dedicarsi pienamente all'incremento delle opere melitensi ed essere d'esempio nell'osservanza religiosa per tutti i membri. Gli Stati con i quali l'Ordine intrattiene rapporti diplomatici riconoscono al Gran Maestro, in quanto Capo Supremo dell'Ordine, le prerogative, le immunità, i privilegi e gli onori spettanti ai Capi di Stato, nonché il titolo di Altezza Eminentissima. La Chiesa Cattolica gli attribuisce il rango di Cardinale.
Il Sovrano Consiglio è presieduto dal Gran Maestro ed è formato dalle quattro Alte Cariche:
- Gran Commendatore (Superiore dei religiosi dell’ordine e vice Gran Maestro),
- Gran Cancelliere (Ministro degli esteri e dell’interno),
- Grande Ospedaliere (Ministro della sanità, Affari sociali, Azione Umanitaria e Cooperazione internazionale),
- Ricevitore del Comun Tesoro (Ministro delle finanze e del bilancio),
e da altri sei membri, tutti eletti con un mandato di cinque anni dal Capitolo Generale.
Convocato dal Gran Maestro, si riunisce, presso la sede dell'Ordine, almeno sei volte l'anno e ogni volta che lo richiedano esigenze particolari. Provvede all'emanazione dei provvedimenti legislativi non previsti dalla Carta Costituzionale, la promulgazione degli atti del governo, l'amministrazione dei beni del Comun Tesoro, l'informazione alla Santa Sede sulle necessità dell'Ordine, la ratifica, previo voto deliberativo del Sovrano Consiglio, degli accordi internazionali e la convocazione del Capitolo Generale. Il Sovrano Consiglio è eletto dal Capitolo Generale a maggioranza dei presenti.
Il Capitolo Generale rappresenta l'Assemblea Suprema dei Cavalieri è convocato, in via ordinaria, ogni cinque anni per eleggere i membri del Sovrano Consiglio, del Consiglio di Governo e i membri della Camera dei Conti e secondo necessità, per apportare eventuali modifiche alla Carta Costituzionale e al Codice, per trattare problemi importanti, quali lo stato spirituale, il programma delle attività e i rapporti internazionali dell'Ordine. E' composto, dai rappresentanti degli organismi dell'Ordine nel Mondo: Gran Priorati, SottoPriorati e Associazioni Nazionali.
Consiglio del governo: organo consultivo del Sovrano Consiglio su argomenti politici, religiosi, ospedalieri e internazionali. E' presieduto dal Gran Maestro. Ne fanno parte sei Consiglieri di differenti aree geografiche eletti dal Capitolo Generale tra i membri appartenenti ai tre ceti dell'Ordine. Si riunisce almeno due volte l'anno.
Camera dei Conti: vigila e controlla le entrate, le spese e l'intero patrimonio dell'Ordine. E' composta da un Presidente, da quattro Consiglieri titolari e da due supplenti, eletti dal Capitolo Generale. I membri sono scelti tra i Cavalieri particolarmente esperti nelle discipline giuridiche, economiche e finanziarie. Opera da organo di consulenza del Ricevitore del Comun Tesoro.
Consiglio delle comunicazioni: sovrintende le attività di comunicazione interna ed esterna dell'Ordine. Assiste il Gran Cancelliere nello sviluppo e nella realizzazione dei programmi di comunicazione. E' composto da un Presidente e da sei Consiglieri, scelti fra i membri dell'Ordine, competenti nei settori della comunicazione, dell'amministrazione, delle relazioni pubbliche e dei mass media.
Consulta Giuridica: organo tecnico consultivo collegiale, può essere interpellato su questioni e problemi giuridici di rilevanza dal Gran Maestro, sentito il Sovrano Consiglio. Si riunisce presso la sede dell'Ordine e ne fanno parte il Presidente, il Vicepresidente, il Segretario Generale e quattro membri. I membri vengono nominati dal Gran Maestro, previo parere del Sovrano Consiglio, preferibilmente tra quelli già facenti parte dell'Ordine, scelti tra gli esperti delle scienze giuridiche in particolare del Diritto melitense, di quello pubblico e internazionale e del Diritto canonico.
Tribunali Magistrali: esercitano, a norma del Codice, la funzione giurisdizionale di prima istanza e di appello. I Presidenti, i Giudici e il Cancelliere sono nominati dal Gran Maestro, previo voto deliberativo del Sovrano Consiglio, tra i membri dell'Ordine particolarmente esperti nel diritto. Le procedure dei giudizi, salvo le direttive fissate dal Codice, sono disciplinate dal Codice di procedura civile dello Stato della Città del Vaticano. I Tribunali, tra l'altro, su concorde richiesta scritta degli Stati o di Enti di diritto internazionale, possono assumere le funzioni di arbitri in casi di controversie internazionali.
Avvocatura di Stato: esercita, secondo i dettati del Codice, l'assistenza legale ed è costituita da liberi professionisti di chiara fama, esperti nelle discipline giuridiche e cultori delle tradizioni e delle consuetudini dell'Ordine. E' composta dall'Avvocato di Stato e da due sostituti nominati per un triennio dal Gran Maestro, sentito il Sovrano Consiglio.

Le attività dell’Ordine
L’Ordine, per struttura sul campo e per tematiche assistenziali, assomiglia molto alla Croce Rossa. E’ sicuramente più antico, e con un sistema di valori differente, è un Ordine “fedele ai precetti divini ed ai consigli di Nostro Signore Gesù Cristo, guidato dagli insegnamenti della Chiesa, l’Ordine afferma e diffonde le virtù cristiane di carità e di fratellanza, esercitando, senza distinzione di religione, di razza, di provenienza e di età, le opere di misericordia verso gli ammalati, i bisognosi e le persone prive di patria. In modo particolare esercita l’attività istituzionale nel campo ospedaliero, inclusa l’assistenza sociale e sanitaria, anche in favore delle vittime delle calamità eccezionali e delle guerre, curandone l’elevazione spirituale e rafforzandone la fede in Dio” (Carta Costituzionale Smom).
La missione umanitaria dell'Ordine è favorita dai suoi rapporti diplomatici. La presenza nel mondo di ambasciatori accreditati aiuta infatti l'Ordine nei suoi interventi. L'Ordine di Malta è neutrale, imparziale e apolitico, per questo riesce ad intervenire con uomini e mezzi anche nelle situazioni più difficili, nelle quali altre organizzazioni hanno difficoltà ad agire. L'Ordine di Malta realizza progetti permanenti per assistere le popolazioni anche dopo l'emergenza e là dove sono necessarie strutture sanitarie e ospedaliere.
Le attività svolte dai 12.500 tra cavalieri e dame, i circa 80.000 esperti volontari e degli 11.000 dipendenti (molti dei quali medici o paramedici), inseriti nelle compagini nazionali come (in Italia) Acismom e Cisom o internazionali come Malteser International, si possono riassumere in:
Corpi di Soccorso e Servizi Ambulanze - intervengono nel primo soccorso e nelle calamità naturali, in Irlanda il servizio ambulanze nelle manifestazioni sportive (stadi, concerti) è prestato dalle ambulanze dell’Ordine che reinvestono gli utili in attività umanitarie.
Ospedali, Centri medici e Programmi sanitari - molti ospedali dell'Ordine sono in Europa: in Germania, in Francia, in Belgio, in Inghilterra e in Italia. Tra questi si distingue l'Ospedale S. Giovanni Battista di Roma, centro d’eccellenza mondiale nella neuro-riabilitazione e nella cura dei cerebrolesi. Molti ospedali hanno unità specializzate per il trattamento dei malati terminali ed hanno organizzato un sistema assistenziale domiciliare. Nel mondo rivestono particolare importanza l'ospedale ostetrico di Betlemme che dal 1990 ad oggi, ha visto la nascita di oltre 36.000 i bambini e gli ospedali in Senegal, in Cambogia, in Brasile specializzati nella cura della lebbra. Altri ospedali dell’Ordine sono presenti in tutto il mondo con centri specializzati per il trattamento di Hiv-Aids e diabete specialmente infantile. Altri centri aprono durante le guerre in varie parti del mondo per curare i feriti che arrivano da ogni parte. E’ importantissima l’attività che svolgono i farmacisti dell’Ordine che raccolgono tutte le medicine in via di scadenza o scadute, ne testano l’efficacia e le riutilizzano fino al giorno in cui la reale efficacia scade.
Istituti per disabili - l'Ordine realizza molte attività per i portatori di handicap, dal trattamento socio-medico-riabilitativo, al pellegrinaggio annuale a Lourdes e in altri luoghi sacri, ai campi estivi per i giovani.
Istituti ed assistenza agli anziani - sta aumentando l’età media delle persone e con esso il “problema anziani”. L'Ordine gestisce numerosi centri specializzati per anziani in Inghilterra, in Germania, in Spagna, in Austria, negli Stati Uniti, in Cile e in Messico. In diversi Paesi l'Ordine ha incrementato i servizi per semplificare la vita agli anziani. Tra questi, la consegna dei pasti e della spesa a domicilio, servizi di trasporto ed assistenza, e la gestione di servizi di chiamate di emergenza.
Istituti per i bambini e adolescenti - in Brasile, Messico e Cile, l'Ordine si dedica a numerosi progetti per l'assistenza ai bambini che vivono nelle favelas. Sono gestiti dall’Ordine anche istituti di assistenza sociale, programmi scolastici e corsi di formazione per ragazze madri ed adolescenti con problemi sociali. Asili tradizionali sono attivi in Brasile, Germania, Italia e in Sud Africa. Una parte importante delle attività dell'Ordine è rivolta ai giovani, con corsi di pronto soccorso e sensibilizzazione alle responsabilità sociali.
Senza tetto e tossicodipendenti - strutture residenziali e di sostegno sono presenti in Belgio, Francia, Svizzera, Ungheria, Germania, Italia e negli Stati Uniti.
Attività di soccorso umanitario - il soccorso umanitario prestato alle vittime dei conflitti è un compito tradizionale dell'Ordine. Iniziato a metà del 19° secolo è stato svolto intensamente durante il corso della prima e della seconda guerra mondiale.
Le più importanti operazioni di soccorso sono state:
- il soccorso ai profughi durante la crisi Ungherese del 1956;
- la creazione e la gestione di un ospedale durante la guerra del Vietnam;
- l'assistenza medica prestata per molti anni in Tailandia;
- l'assistenza medica durante le guerre civili in Libano e Salvador;
- l'assistenza ai profughi durante la crisi curda e nel distretto dei Grandi Laghi in Africa;
- le azioni di soccorso effettuate durante la crisi dei Balcani (1999);
- il soccorso alle popolazioni dopo i terremoti del Friuli, in Armenia nel 1989, in Colombia e in Turchia nel 1999, in Salvador nel 2000, in India nel 2001;
- il soccorso dopo inondazioni, uragani o eruzioni vulcaniche in Ucraina, Ungheria e Romania, in Honduras, in Polonia, in Mozambico, in Congo e nella Repubblica Ceca.
Durante le guerre in Iraq, in Ruanda e in Kosovo, l'Ordine è intervenuto con i propri aiuti: viveri, medicinali, strutture di pronto soccorso, personale sanitario. Situazioni estreme, difficili, rischiose, dove l'Ordine ha alleviato sofferenze e salvato vite umane.
Rifugiati - altra attività tradizionale dell'Ordine è fornire assistenza ai rifugiati e a coloro che chiedono asilo.
I Cavalieri di Malta gestiscono, in tutto il mondo : 16 Ospedali; 33 Cliniche; 21 Dispensari; 8 Ricoveri per malati terminali e tossicodipendenti; 2 Case per bambini; 8 Case per disabili;34 Case per anziani; 8 Asili infantili; 6 Campi e strutture profughi; 600 Centri sociali e di pronto soccorso.

Chi paga?
Per sostenere opere di soccorso in circa 100 Paesi, con 15 milioni di persone assistite, l’Ordine di Malta spende circa 700 milioni di dollari all’anno.
In Italia e in Austria le proprietà dell'Ordine contribuiscono a finanziare le spese amministrative ma in tutto il resto del mondo il funzionamento dell’Ordine dipende dai donatori.
Le donazioni da parte dei membri e dei simpatizzanti dell’Ordine contribuiscono a finanziare una parte dei progetti che spesso ricevono finanziamenti da singoli stati, dall’Unione Europea o dalle Nazioni Unite. Non è raro che singole donazioni vengano effettuate da fondazioni o associazioni non governative su progetti specifici, mentre, le donazioni private garantiscono all’Ordine la possibilità di agire prontamente su molti scenari. Nell'Europa occidentale e meridionale molti programmi medici e sociali, vengono garantiti grazie alle convenzioni concluse con i vari servizi sanitari nazionali.
Tutte le associazioni, le fondazioni, gli ospedali, gli ambulatori, e le singole attività dell'Ordine sono sottoposte a regolare revisione da parte di organizzazioni esterne. Oltre ai controlli a livello nazionale, a livello centrale tutte le strutture sono sottoposte al controllo della Camera dei Conti dell'Ordine. [liberamente tratto dal sito www.orderofmalta.org]

Prima d’iniziare
Nel soccorso umanitario capita spesso che le Associazioni, snocciolino cifre e dati impressionanti, che lasciano immaginare una struttura di soccorso di alto livello che purtroppo, non è sempre così efficiente come la prospettano i numeri.
Quando si visitano le strutture di soccorso sul posto, ricordandosi delle cifre, ci si aspettano, soprattutto negli ospedali, sale, strumenti e viavai di medici degni di E.R. Non sempre è così. Spesso i soldi sono pochi, a volte sono malgestiti e a risentirne sono i disperati. Per questo prima d’inviare soldi per questa o quella istituzione benefica, bisognerebbe conoscere come verranno spesi, da chi verranno utilizzati e con quale criterio.
Il nome o i passaggi televisivi, o le simpatie politiche dovrebbero essere escluse dalla scelta.

Con i miei occhi
Approfitto del reportage in Libano per visitare alcuni centri dell’Ordine di Malta. Nel Paese dei cedri, i Cavalieri hanno finanziato l’apertura di dieci centri socio-medici, dal 1975 in poi. Solitamente durante i conflitti ed in zone di guerra. Il Libano è uno di quei posti dove la guerra si fa sul serio, tanto che, durante l’ultimo conflitto con Israele, l’ospedale melitense di Yaroun, a sud del fiume Litani, è stato bombardato e distrutto. Era stato evacuato poche ore prima.
Per gestire i centri, i Cavalieri di Malta cooperano con personale ed istituzioni caritatevoli locali, perlopiù cattoliche, ad eccezione della zona di Tiro, dove hanno avviato una joint venture con la fondazione islamica intitolata all’Imam Sadr.
La spesa per i centri libanesi, in condizioni di pace, si aggira intorno ai 2 milioni di dollari l’anno, per l’80% circa finanziati dall’Ordine e per il restante sono autofinanziati. Neanche a dirlo il governo libanese non elargisce nemmeno una lira per sostenere le attività.
Al contrario di quasi tutte le Ong e di molte istituzioni internazionali, i Cavalieri di Malta hanno adottato una politica di reclutamento di professionisti locali, tenendo al minimo l’afflusso di personale straniero. È un approccio che frustra le aspirazioni di chi sogna di fare il volontario internazionale, ma ha un rapporto costo/efficacia tale, che rende questo sistema un esempio da imitare. I vantaggi sono molteplici, si dimezzano le spese di viaggio, assicurazione e sicurezza, del personale straniero, non bisogna fare nessuno sforzo di adattamento e di mediazione culturale ed assumendo gli autoctoni, si tende a dare un impulso all’economia locale senza stravolgere i fragili mercati interni. Il personale specializzato viene inviato esclusivamente quando c’è mancanza di competenze. Un esempio di quanto le competenze possano essere trovate tra gli autoctoni, è la mia guida, nei centri dei Cavalieri di Malta. Nathalie Comaty è una giovane libanese di 28 anni, da due anni lavora per lo Smom, una laurea in economia ed un master in Business Administration, è lei che gestisce i dieci centri con la stella ad otto punte presenti in Libano. Gentile e professionale rappresenta l’Ordine nei rapporti con il personale medico e paramedico e gli enti cooperanti. Lavora dieci, dodici ore al giorno per sette giorni a settimana, parla la lingua del posto, più inglese e francese.
Per avere una persona con le stesse qualifiche che arriva dall’estero, l’Ordine dovrebbe sborsare almeno 6-7 volte lo stipendio che invece paga a Nathalie. I soldi risparmiati si trasformano in aiuti e la qualità del servizio non ne risente, anzi sembra nettamente migliore rispetto a quello di altre associazioni. Come altri, Nathalie Comaty è rimasta “folgorata sulla via di Damasco”, una dei tanti che ha visto ed ha creduto nella missione dell’Ordine.
Lavorava nella ricca finanza libanese, prima di iniziare il suo percorso con i Cavalieri di Malta, guadagna di meno e non vede l’ora di sposarsi, così potrà prendersi tutte le ferie che non è riuscita a fare fino ad ora, in compenso mi dice di essere riuscita a dare un senso alla sua vita. Ma questa è un’altra storia.
La nostra storia invece, ci porta a Ain el Remmaneh, aperto nell’89, per anni ha accolto i bisognosi di cure mediche, in una terra di nessuno, una buffer zone, tra cristiani e musulmani, quando, l’appartenenza ad un gruppo o all’altro, voleva dire uccidersi.
Oggi il centro è un’eccellenza nel panorama medico locale, centro diabetologico, ha specialisti in cardiologia, angiologia, medicina interna, otorinolaringoiatra, oftalmologia, dermatologia, ginecologia, pediatria, endocrinologia, oncologia e persino dietologia, psichiatria, psicologia e fisioterapia. Tutti i medici ed i paramedici sono libanesi, coordinati da una suora delle “Figlie della carità”. Nel centro sono disponibili anche dei moderni laboratori di analisi.
Guardando i lussuosi hotel e le ricche banche che circondano Beirut accanto alla sede ospedaliera dell’Ordine, viene da pensare che un centro medico-umanitario potrebbe sembrare, inutile. Niente di più falso. Qui i pochi ricchi, sono sfondati, ma i poveri, sono poveri sul serio e ce ne sono tantissimi.
La politica aziendale però, al contrario di altre istituzioni caritatevoli, è di far pagare, poco, ma ognuno deve dare quello che può. Con questo sistema si raggiunge quel minimo economico per autofinanziare alcune attività e si evitano casi di parassitismo, di ricorso generalizzato a strutture preposte per curare gente che ha urgente bisogno. E’ un po’ lo stesso ragionamento del ticket per il Pronto Soccorso in Italia.
Presso il Centro dell’Ordine, una visita ginecologa costa 7 e, il prezzo medio libanese è intorno ai 50 e, in molti pagano il prezzo intero, i meno agiati pagano metà prezzo, chi non ha niente, non paga nulla. I medici e gli operatori sono locali, conoscono chi è povero sul serio e chi ci “marcia”, non ci sono “gli amici degli amici”, a controllare l’occhio vigile della suora francese, a cui non sfugge niente. A dimostrazione dell’equità di questo sistema (e della vigilanza della suora), le cifre dicono che nel 2006 il centro ha fornito 29846 prestazioni totali, a circa 11.000 pazienti, di cui 1327 sono state totalmente gratuite e 3311 hanno pagato metà prezzo, più di 6000 pazienti hanno perciò regolarmente pagato l’intero ammontare.
I Cavalieri di Malta sono famosi in Italia per la riabilitazione motoria ed in Libano finanziano un centro di riabilitazione infantile. Il centro è situato sulle colline che sovrastano Beirut in un ambiente tranquillo, pieno di verde con edifici che ricordano la bellissima American University. A gestirlo Suor Maria Genevieve.
Il centro di Zouk Mikael, è frequentato da 92 bambini, autistici e con problemi psicomotori, di cui 38 sono ricoverati e 54 sono in regime semi residenziale. Gli operatori sanitari sono 65, in maggioranza inservienti, insegnanti, infermieri e un medico, uno psicologo, un assistente sociale, 4 fisioterapisti, 2 logopedisti, 2 psicomotristi e 2 ortofonisti, tutti professionisti libanesi. Le strutture sono di prim’ordine dai computer con programmi rieducativi, alla piscina per le riabilitazioni, alle attrezzature fisioterapiche.
I bambini frequentano la scuola interna, con insegnanti di sostegno dedicate ed a turno, ricevono le terapie medico-riabilitative necessarie.
Per i semi residenziali alle quattordici finisce la giornata, per gli altri continua, nelle stanze con bagni privati e angolo cottura, dove ritrovano le loro mamme, all’interno della struttura. Le stanze sono semplici ma simpaticamente arredate, sono calde e luminose.
Il centro non è il paradiso terrestre, è un posto di disperazione e sofferenza ma è ben tenuto, è pulitissimo, gli operatori sono gentili con i piccoli pazienti, i bambini sembrano trovarsi bene e rispondono allegramente alle mie innumerevoli boccacce.
L’ospedale ed il centro riabilitativo sono perle rare nel panorama sanitario libanese e in quello delle aree di crisi. Visitando gli ospedali sia locali, sia internazionali delle zone di peacekeeping, si ha chiara l’impressione di un sistema sanitario di scarsa qualità, dal punto di vista medico e da quello del rapporto con i pazienti: dal Kosovo dove si respira il profumo che si sente nelle macellerie, all’Afghanistan dove l’olezzo è anche peggiore.
Nei centri dell’Ordine sembra di esser in un buon ospedale europeo, con gli stessi standard professionali e igienici, qui i pazienti non sono gente da salvare alla “bene in meglio”, da aiutare per quanto possibile, disperati che devono appena sopravvivere ma “signori malati”, come venivano definiti già mille anni fa negli ospedali dei Giovanniti. La differenza è notevole.
Forse il sistema logistico ed amministrativo proprio che l’Ordine attua nelle missioni dovrebbe essere applicato anche da altre istituzioni ed Ong, forse lo spirito è diverso, forse la tradizione aiuta. Il fatto è che tutto funziona.

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