Definitivamente rimossa dal servizio per “nocumento all’immagine”. Un tatuaggio è più compromettente di un omicidio colposo.
L'agente della Polizia di Stato Arianna Virgolino, in servizio alla polstrada di Milano, è stata espulsa con sentenza del Consiglio di Stato per aver provocato “nocumento all’immagine” dell’amministrazione in cui presta servizio.
L’agente, nel momento in cui era entrata in Polizia, aveva già fatto togliere con il laser un piccolo cuore con una coroncina sul braccio dichiarandolo alla commissione del concorso.
Ora, questo atto appare quanto meno incredibile e gravissimo, in quanto si è proceduto alla espulsione dopo che il Tar aveva dato ragione alla giovane agente, ma soprattutto perché si “caccia fuori” dal corpo una agente con un tatuaggio cancellato mentre, ad esempio, si lasciano tranquillamente in servizio gli agenti che hanno procurato la morte di Federico Aldrovandi, il giovane diciottenne che nel 2005 rimase senza vita in seguito a un fermo messo in atto da 4 poliziotti di Ferrara.
Detti agenti sono stati condannati a tre anni per omicidio colposo, reato per cui il regolamento di servizio non prevede l’espulsione. La morte procurata al giovane Aldrovandi è apparsa meno grave del tatuaggio cancellato. Un ragionamento pazzesco e molto pericoloso.
Giova ricordare un altro gravissimo episodio che ha cancellato il “nocumento all’immagine” della amministrazione in questo caso. Durante il G8 genovese il vice questore Pietro Troiani veniva colto in flagranza da un video girato da un giornalista che lo vedeva protagonista attivo nel far entrare due bottiglie molotov -tra l’altro sequestrate ore prima a chilometri di distanza – dentro la scuola Diaz. L’aver creato una prova grave e falsa ha contribuito a non fare espellere dal corpo detto funzionario ma, al contrario, sembra aver contribuito a fargli fare una carriera apicale. Infatti, Troiani è stato nominato dirigente del Coa, il Centro operativo autostradale di Roma e del Lazio: il più grande d’Italia.
Bisogna sottolineare che le Forze Armate e di Polizia ammettono quasi sempre tatuaggi che non sono visibili quando si indossa l’uniforme. Nello specifico, non comportano esclusione i tatuaggi fatti su: petto, gambe, spalle. Chiaramente, ogni caso viene singolarmente valutato durante le visite mediche di rito e, comunque, può divenire motivo di esclusione se presenta un contenuto inadeguato al ruolo.
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