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Febbraio-Marzo/2007 - Laboratorio
E’ il momento di decidere
di Renato Milazzo Segr. Reg. Siulp - Sicilia

Le rivendicazioni sull’espletamento dell’ordine pubblico, per noi, dopo i fatti che hanno portato alla morte del nostro collega Filippo Raciti, non cambiano. Ora, come allora, con coerenza ma anche con rabbia e tristezza, continuiamo a sostenere l’indispensabilità della presenza dei rappresentanti dei sindacati di Polizia nelle sedi, ove vengono prese decisioni che attengono le modalità di esecuzione di servizi in cui vengono impiegati poliziotti.
Qualche anno fa, un poliziotto messinese ha rischiato di perdere la vita in un servizio di ordine pubblico allo stadio di Barcellona Pozzo di Gotto per una partita di calcio e, qualche mese fa, altri poliziotti hanno rischiato agli imbarcaderi di rimanere schiacciati proprio dalla rabbia dei finti-tifosi catanesi e, da allora, nulla è cambiato come se non fosse accaduto nulla: nessuna riflessione, nessun provvedimento, nessuna autocritica, nessun rimorso di coscienza, nessuna richiesta di dimissioni, nessuna rimozione istituzionale. Ora un poliziotto è morto e, così, c’è stato un risveglio generale, una presa di coscienza raccapricciante per quello che è accaduto ed anche per tutti gli episodi accaduti in passato, come quelli occorsi a Messina e in provincia.
Non crediamo che la soluzione sia quella di affidare ai privati o alle società la sicurezza negli stadi perché sancirebbe un principio pericoloso che allontanerebbe dal diretto controllo dello Stato la sicurezza del territorio e dei cittadini, fornendo l’idea di una democrazia in pericolo e di uno Stato sconfitto. Semmai, come abbiamo anche in passato sostenuto, siamo convinti che solo i costi dell’ordine pubblico negli stadi debbano essere addebitati alle società calcistiche.
Crediamo nella concertazione perché, nel nostro approccio verso le problematiche della sicurezza, poniamo al primo posto la sicurezza e la salvaguardia degli operatori di Polizia. Quando abbiamo posto l’accento sul riconoscimento dell’alto rischio che incombeva sui servizi allo stadio, non volevamo certamente defilarci dai nostri doveri giuridici e morali ma chiedevamo che venissero predisposti servizi adeguati, nel senso che vi fosse la presa di coscienza della non remota possibilità di dover fronteggiare una guerriglia urbana, come quella che abbiamo visto a Catania. Allora, è giunto il momento di prendere decisioni che siano efficaci ed efficienti ma anche urgenti per evitare che accadano ancora fatti del genere e che delinquenti efferati possano mescolarsi - per agire indisturbati - tra i tifosi del calcio.

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