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Gennaio/2007 - Laboratorio
No alla destrutturazione della Polizia di Stato
di Gianclaudio Vianzone Seg. Gen. Siulp-Piemonte

Prendendo spunto da una ampiamente partecipata assemblea tenutasi a Torino, è stata esaminata la Finanziaria, assumendo una valutazione totalmente negativa dei lavoratori e delle lavoratrici presenti e completamente condivisa dal sottoscritto.
Infatti, se da un lato la chiusura delle Direzioni Interregionali crea un problema di coerenza nella gestione delle cose pubbliche, perché il senso di decentramento era condivisibile e quindi non si può accettare detta soppressione, dall’altro appare specioso il richiamo a contenimenti di spesa, per i quali sarebbe stato sufficiente trasferire detti uffici in immobili meno sontuosi e di proprietà pubblica.
Tale elemento però si dimostra affine ad una penalizzazione della Polizia di Stato più generalizzata. Guarda caso infatti in tali tagli non si citano mai i Corpi di Polizia a status militare.
Nella disamina degli articoli compresi fra il n. 33 ed il n. 38, si appalesa un mirato progetto di destrutturazione della Polizia di Stato, e ciò non può essere accettabile né come appartenenti a tale Corpo, né come sindacalisti che vedono così dequalificare ulteriormente la categoria rappresentata, con le emergenti problematiche conseguenti a tali provvedimenti.
Nel dettaglio, si osserva che: art. 33 “Determinazione degli ambiti territoriali ottimali degli uffici periferici del ministero dell’Interno...omissis... d) determinazione della dimensione territoriale, correlata alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, alle realtà etnico-linguistiche, nonché alla popolazione residente che non deve essere inferiore a 200.000 abitanti”. In merito si vorrebbe capire allora che cosa significa in ordine alla esistenza ed alle condizioni in cui si vogliono trasformare le realtà di Polizia a Biella, Vercelli e Verbania (V.C.O.) ed in tutti i piccoli uffici di Polizia distaccati in piccole realtà. Art. 35 “Modificazioni all’assetto organizzativo dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, all’ordinamento della Polizia di Stato...omissis... Al fine di conseguire economie, garantendo comunque la piena funzionalità dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, le Direzioni interregionali della Polizia di Stato sono soppresse a decorrere dal 1° dicembre 2007 e le relative funzioni sono ripartite tra le strutture centrali e periferiche della stessa Amministrazione, assicurando il decentramento di quelle attinenti al supporto tecnico-logistico. Al medesimo fine di cui al comma 1, l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza provvede alla razionalizzazione del complesso delle strutture preposte alla formazione e all’aggiornamento del proprio personale, nonché dei presidi esistenti nei settori specialistici della Polizia di Stato. I provvedimenti di organizzazione occorrenti, comprese le modificazioni ai regolamenti previsti dall’art. V della legge 78/2000 e dall’art. r7, comma 4-bis, della legge 400/88, sono adottati entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Con successivi provvedimenti si procederà alla revisione delle norme concernenti i dirigenti generali di Ps di livello B, garantendo ai funzionari che rivestono tale qualifica al momento dell’entrata in vigore della presente legge, l’applicazione ad esaurimento dell’art. 42, comma 3, legge121/81, nonché il loro successivo impiego sino alla cessazione dal servizio. Con gli stessi provvedimenti, si provvederà altresì ad adeguare l’organico dei dirigenti generali di Ps, nonché la norma relativa all’inquadramento nella qualifica di Prefetto degli stessi dirigenti, assicurando, comunque, la invarianza della spesa”.
In merito si osserva che la politica di ottimizzazione decentrata si avrebbe semplicemente dando finalmente alle Direzioni interregionali le profilate competenze, nonché appunto ricondurle all’interno di stabili pubblici, anziché sostenere le esose spese di affitto. Ed ancora, si chiede di assicurare il decentramento delle funzioni tecnico-logistiche, quando ad oggi non pare esser mai stato attuato quanto previsto in ordine all’utilizzo dei ruoli tecnici della Polizia ed alla loro presenza nelle questure (uffici tecnicologistici).
Ma il medesimo articolo fa anche dubitare in ordine alla questione degli Istituti di formazione. In Piemonte, Alessandria è una realtà significativa e pare estremamente incongruente che mentre la Comunità Europea limita le Polizie a status militare privilegiando il modello civile, si ventili di far diventare la Scuola dei Carabinieri di Vicenza prossimo Istituto di formazione europeo di Polizia, mentre si prospetta una non meglio definita “razionalizzazione” di centri importanti come Alessandria. Altrettanto fa dubitare che si vogliano smantellare le specialità (guarda caso non si parla di tagli ai Ris, Nas, al Noe, ecc.). Il richiamo ai 180 giorni per adottare le norme richiamate nel medesimo articolo, non si comprende la necessità di un “Centro polifunzionale” a Napoli. Se la volontà politica è di aiutare detta città, si razionalizzino le risorse già esistenti in loco. Ci risulta che sia una delle realtà in sovraorganico.
Art. 38 “Misure per la realizzazione di programmi di incremento dei servizi di Polizia” ovvero, come ingannare i cittadini che hanno respinto con un referendum popolare la regionalizzazione della Polizia, facendola rientrare dalla finestra di una Finanziaria. “Per la realizzazione di programmi straordinari di incremento dei servizi di Polizia e per la sicurezza dei cittadini, il Ministro dell’Interno e, per sua delega, i Prefetti possono stipulare convenzioni con le Regioni e gli Enti locali che prevedano la contribuzione logistica o finanziaria delle stesse Regioni e degli Enti locali, con le modalità stabilite, anche in deroga a disposizioni di legge o di regolamento...”. Il richiamo alla straordinarietà appare evidentemente strumentale, posto che senza arrivare agli allarmanti livelli di Napoli, tutte le grosse città lamentano sofferenza per la criminalità sempre più invasiva nel vivere civile. Per cui, il richiamo a tale necessità comporterà, come al solito, un abuso di tale strumento, preferendo rendere ordinario lo straordinario anziché far funzionare l’ordinario . Peraltro, il termine concenzione non lascia spazio a dubbi in merito alla compromissione con i poteri politici territoriali che verrebbe a generarsi.
L’interpretazione dei sopraelencati articoli sta già suscitando notevoli preoccupazioni e lamentele pertanto, qualora sia errata si prega voler dare immediata comunicazione. Viceversa, qualora siano timori fondati, si annuncia sin d’ora che la struttura piemontese è determinata ad intraprendere qualsiasi iniziativa atta a contrastare dei provvedimenti che da parte del Ministro dell’Interno sarebbero dovuti esser valutati prima con le organizzazioni sindacali di categoria. Fra l’altro, se tagli di cose inutili si vogliono fare, si punti direttamente su: ristrutturazioni degli alloggi di servizio per i dirigenti; utilizzo di auto di servizio da parte di alcuni dirigenti; mantenimento dei cappellani militari; incompatibilità delle strutture tecnologiche avvicendate con gli appalti, per non parlare dei giubotti antiproiettili per i cani di Fiumicino, degli acquascooter per la Marittima e delle “bighe” per le Polfer.
Attendiamo le determinazioni del Direttivo nazionale e di codesta Segreteria, certi che la volontà anzi espressa sia recepita e condivisa, valudanto anche significative quanto forti iniziative pubbliche che facciano abrogare tali articoli che ribadisco sono evidentemente speciosi, finalizzati a subordinare la Polizia di Stato ad altri Corpi sia strutturalmente che funzionalmente, svilendone la tradizione ed il modello civile che rappresenta.

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