Il gruppo capitanato da Osama bin Laden non esiste più: vale a dire, non esiste nei termini di gruppo strutturato. Non ci sono più soldi, le risorse umane direttamente sotto il controllo della “cupola” sono svanite, non ci sono più le coperture governative di una volta. Al-Qaeda è ormai solo un'ideale di lotta, un “al-Qaedismo”, e bin Laden è il suo simbolo, Al-Zawairi l'ideologo, e Al-Zarkawi (era) il campione. Non esiste più una al-Qaeda, esistono tante al-Qaeda, almeno tante quanti i singoli risentimenti anti-occidentali.
Al-Qaeda combatte in Iraq ma non è esattamente la stessa di quella che è tornata insieme agli amici talebani in Afghanistan, diversa da quella spagnola, opposta a quella inglese. Gli ordini sono generali ed il lettore attento di questo articolo ha sicuramente capito quali sono. Chi ha bisogno di maggiori delucidazioni potrà sicuramente trovarle in giro: “la holding jihadista cura l’immagine e l’informazione. Dalle radio ai siti web, dai bollettini ai portavoce, dalle videocassette ai cybercafè, i militanti usano delle libertà occidentali per propagandare la guerra santa”.
Non occorre nemmeno essere più buoni credenti per combattere al fianco di al-Qaeda: “Uno degli aspetti cruciali delle attività in Iraq, almeno nel primo periodo dell’occupazione, è stato la frequente cooperazione, a livello tattico, tra musulmani radicali e iracheni laici fedeli al regime del partito Ba’ath di Saddam Hussein, o motivati da un nazionalismo marcatamente non musulmano. Questa alleanza pragmatica ha rappresentato un vantaggio reciproco. I ba’athisti avevano bisogno di attentatori suicidi, e i jihadisti potevano fornirli. I jihadisti avevano bisogno di fondi, esperienza, rifugi sicuri, munizioni e altro sostegno logistico, tutte cose che gli ex tirapiedi di Saddam possedevano in relativa abbondanza”.
Addirittura non occorre più essere musulmani per simpatizzare con al-Qaeda, basta solo essere ciecamente “contro”. La brigatista rossa Nadia Desdemona Lioce ha dichiarato in sede d’interrogatorio “la solidarietà politica e militare dei brigatisti ad al-Qaeda e l’appoggio del proletariato europeo alle masse arabe ed islamiche, espropriate ed umiliate, affinché possano fronteggiare gli attacchi anglo-israelo-statunitensi”.
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