Al-Qaeda è nata da due anime filosofico-religiose diverse, una egiziana ed una arabo-saudita. Entrambe possono essere situate nell’ambito del flusso e della rivisitazione del pensiero di ibn Taymiyya (nato nel 1269), teorico e giureconsulto, di Muhammad bin Abd al-Wahhab, fondatore del wahhabismo (movimento per la rinascita islamica un tempo confinato a una regione della penisola arabica, e sostenuto dalla famiglia Saud, ma oggi ampiamente diffuso in altre parti del mondo islamico) e l'egiziano Sayyid Qutb (condannato a morte dal governo di Nasser e giustiziato nel 1966).
Questi autori non hanno mai indicato la via del terrorismo ma tutti sostanzialmente pongono l'accento alle regole tradizionali, il risveglio islamico e l'importanza politica dell'Islam. L'interpretazione demagogica dei loro scritti, porta al pensiero ideologico di al-Qaeda. Ad esempio il concetto di Califfato, di governo islamico, dell'importanza dei musulmani rispetto alle altre confessioni proviene da Taymiyya, il quale sosteneva che:“i musulmani devono tornare alle fonti originarie della fede islamica, Corano e hadith, per decidere da soli quali siano le migliori azioni da intraprendere per il bene dell’umma musulmana; il Jihad è preminente tra i doveri di un musulmano; un governante che non sia un musulmano osservante e impegnato e che non applichi la sharia deve essere spodestato; le responsabilità politiche e militari appartengono ai soli musulmani, il vero Stato islamico non deve, in alcun caso, fare affidamento sui dhimmi (cristiani ed ebrei)”.
La rabbia di bin Laden per l'“invasore americano” (le truppe Usa che fanno base in Arabia Saudita) proviene da un concetto wahabita che “tiene in modo particolare all’inviolabilità dell’Arabia e soprattutto delle sue due moschee sante e valuta positivamente la militanza al servizio dei valori religiosi”.
Sostanzialmente Bin Laden sta combattendo una guerra contro i regnanti sauditi ed i loro alleati, colpevoli di cooperare con uno Stato “apostata”, da distruggere e sostituire. Odia i Saud perchè secondo il suo giudizio sono governanti empi (oltre ad averlo reso un apolide) e gli alleati dei Saud perchè a causa della loro forza militare, sono un forte deterrente alla rivoluzione islamica che vorrebbe guidare.
Le premesse per la rivoluzione dell'Islam ci sarebbero tutte, secondo Osama “la situazione dei veri musulmani è terribile; Jihad è oggi un obbligo per tutti i musulmani in quanto individui; e questa battaglia richiede spietatezza ed è, al fondo, una guerra di civiltà. I segnali dell’emergenza sono l’occupazione da parte degli infedeli delle moschee sante in Arabia e della moschea al-Aqsa a Gerusalemme e la repressione dell’Iraq, unica potenza militare musulmana in grado di sfidare questo attacco ebraico e cristiano. Poiché, in ciascuna di queste situazioni, gli Stati Uniti sono il principale agente esterno, bin Laden ha esteso il conflitto agli Stati Uniti”.
Per bin Laden questo è un conflitto geo-religioso, si lotta per recuperare le perdite territoriali sofferte dall’Islam dopo l’apice della sua avanzata agli inizi del Medioevo. Da qui la preoccupazione mostrata da bin Laden nel suo recente videotape per al Andalus, cioè i possedimenti iberici dell’Islam conquistati nel 711 e perduti con la reconquista cattolica del 1492. L’occupazione ebraica di tutta la Palestina storica ha replicato la catastrofe andalusa. Ecco perché egli definisce la sua causa come un Jihad difensivo, in questo contesto un termine tecnico che significa lo spostamento dell’obbligo al combattimento dei musulmani dalla sfera del dovere collettivo a quella individuale.
Le ragioni per l'odio verso l'“empietà” dei governi arabi e la volontà di rivalsa sono descritte nel manuale di al-Qaeda e derivano dal periodo post-coloniale quando invece di scegliere la via dell'Islam i governanti (arabi) scelsero il nazionalismo laico: “Dopo il 3 marzo 1924 e dopo aver espulso il colonialismo, la nostra nazione islamica fu afflitta da regole apostate che posero fine alla nazione musulmana. Queste regole risultarono essere più atee e criminali del colonialismo stesso. I musulmani sopportarono i vari tipi di danni, oppressioni e torture. Quelle regole apostate gettarono migliaia di giovani Haraka al-Islamiya (Movimento islamico), in prigioni oscure e centri di detenzione dotati di apparecchiature di tortura più moderne. Quella gioventù aveva rifiutato di muoversi nell’ordine delle regole. Ma queste non le fermò. Cominciarono ad ergersi ad essenza della nazione islamica, tentando di sradicare la sua identità musulmana...”
I Paesi arabi, secondo l'autore del manuale, “divennero centri di crociate e piacquero ad organizzazioni come logge massoniche, Lions end Rotary Club. Loro puntarono a produrre una generazione rovinata che ha intrapreso tutto quello che era occidentale e che produsse regole, ministri, leader, medici, ingegneri, uomini d’affari, statisti, giornalisti e specialisti d’informazione”.
Al-Qaeda rifiuta il nazionalismo, il pluralismo e la democrazia, ove questa non le garantisce la vittoria; le prime elezioni libere svoltesi in Iraq hanno provocato il risentimento ed il rifiuto di Osama che dichiarò: “I musulmani devono stare in guardia di fronte a questo tipo di elezioni. Devono unirsi intorno ai guerrieri della Jihad e coloro che resistono all’occupazione... chiunque prende parte queste elezioni […] commette apostasia contro Allah”.
Neanche l'Onu è legittimato alla risoluzione dei problemi mondiali: “L’Onu è un’organizzazione di [paesi] miscredenti – modella la natura delle relazioni tra i signori del veto, capeggiati dall’ America, e gli schiavi dell’Assemblea Generale – che parla, mentendo e distorcendo, di giustizia, uguaglianza e libertà”. Ed ancora: “Coloro che si rivolgono all’Onu per risolvere le nostre tragedie sono ipocriti che ingannano Allah, il suo Profeta e tutti i credenti. Non sono forse le nostre tragedie opera dell’Onu? Chi è stato a emettere la risoluzione per la spartizione della Palestina nel 1947 e a consegnare la terra dell’Islam agli ebrei? Sono state le Nazioni Unite… Tutto l’Occidente, con qualche rara eccezione, appoggia questa campagna di oppressione”.
Pur se annunciata con toni ed esempi religiosi, sponsorizzata da fatwa che la sostengono, la lotta di al-Qaeda sembra molto più pragmatica ed impostata alla conquista politica e territoriale. Loretta Napoleoni sostiene che il “messaggio rivoluzionario (di al-Qaeda) è cifrato in argomentazioni politiche ed economiche che ricordano il vecchio linguaggio marxista, per esempio nella denuncia del saccheggio dei paesi poveri attuato dai capitalisti occidentali. Le sue motivazioni principali sono di natura politica, economica e nazionalista, e non religiose: sono queste le coordinate ideologiche della sua rete”.
|