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Maggio-Giugno/2006 - Panorama sindacale
Le notizie dei sindacati
di

Siulp

La Segreteria provinciale di Catania comunica: “Solamente il 7 maggio i cittadini catanesi hanno saputo che il giorno precedente si era celebrato il 154° anniversario della Polizia di Stato.
E anche quest’anno il Siulp disapprova l’operato dei vertici della questura catanese che ancora una volta hanno fatto della Festa della Polizia un’occasione mondana da circolo privato.
Hanno ancora una volta inteso nascondere l’Istituzione Polizia di Stato ai cittadini. Tutto ciò in aperto contrasto con gli slogan ampiamente pubblicizzati ‘Vicini alla gente - Insieme alla gente’. E poi si ha anche la presunzione di parlare di Polizia di Prossimità.
Con queste poche righe si vuole solamente esprimere rammarico per una scelta ‘fuori luogo’ che per il modo in cui continua ad essere assunta, serve solo a dimostrare l’arroganza di un’Amministrazione che nelle situazioni in cui si spende il buon nome della Polizia di Stato rifiuta qualsiasi tipo di interazione con l’organizzazione sindacale.
E a dispetto di tutto, il Siulp rappresenta la maggioranza dei poliziotti, i quali, contrariamente a quanto pretendono fare i vertici della questura catanese, vogliono che l’Istituzione rimanga sempre in mezzo alla gente”.
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Siap

La Segreteria provinciale di Palermo comunica: “Il Siap palermitano ha ormai da qualche tempo segnalato le diverse sperequazioni, ingiustizie e disparità che interessano i colleghi dell’XI Reparto Mobile di Palermo. Tuttavia per il senso di responsabilità che contraddistingue il poliziotto sindacalista la stessa Segreteria palermitana ha indicato, segnalato, avvertito, sollecitato e, per ultimo, anche incalzato il dirigente del Reparto in parola a prendere sagge decisioni per riportare tranquillità ed armonia nel Reparto. Si è constatato tuttavia che ogni qualvolta il comandante adottava una decisione, coerente con l’equità del personale, irrimediabilmente dopo qualche giorno veniva annullata.
A tutto questo, comunque, fa riferimento un Ufficio Servizi gestito in maniera a dir poco superficiale ed opinabile da personale che poco conosce i dettami sindacali riguardanti gli orari di servizio e che ha sperimentato delle formule e regole che poco hanno di equità fra il personale. Si toglie, ad esempio, al personale la sicurezza di una condotta univoca, la certezza dell’impiego che deriva sempre dallo stesso principio, la consapevolezza di un diritto-dovere connesso sempre alla stessa prestazione economica.
La Segreteria provinciale di Palermo ritiene opportuna ed indifferibile una doverosa inchiesta amministrativa, che accerti le sperequazioni e con mirati interventi attuativi delle regole esistenti, possano ristabilire finalmente principi e sane regole di condotta, uguali per tutti e per tutti i ruoli, senza sperequazioni di sorta, in modo da ristabilire serenità, concordia e giustizia tra il personale tutto”.
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Coisp

La Segreteria nazionale comunica: “‘E' insufficiente la vigilanza di Polizia prevista per il periodo estivo sui litorali’, secondo il segretario del Coisp, Franco Maccari, il quale ha colto l'occasione del ferimento di un giovane sul lungomare di Caorle (Venezia), sul quale si fa strada l’ipotesi Unabomber, per ribadire in una nota la necessità di aumentare il grado di allerta e la presenza di agenti nelle località balneari.
Affermando di ritenere l’esplosione opera di Unabomber e ipotizzando un nesso tra l’attentato e l’anniversario della Polizia di Stato, Maccari sostiene che ‘dopo questo ennesimo ferimento di un innocente sulla battigia di Santa Margherita, tutti dovrebbero fare un’autocritica in merito all'opera investigativa svolta finora. Se qualcosa non funziona all'interno del pool - ha aggiunto - è meglio che venga alla luce e risolto’”.
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Li.si.po.

Il Segretario provinciale di Savona Nicola Tarantini ha inviato questa lettera aperta al Capo della Polizia De Gennaro: “ La scorta: sicuramente ai più questa parola ricorda solo il film realizzato qualche anno fa da un regista che, cavalcando l’onda emotiva di un tema allora predominante, il ‘pentitismo’, lo realizzò con molta fantasia e poca realtà. Ora il fenomeno pentitismo non interessa più, i riflettori si sono spenti, ed i tentativi di eliminarlo o ridimensionarlo hanno lasciato alla propria sorte chi giornalmente è chiamato alla tutela di chi allora decise di collaborare. La voglia di affrontare questo problema senza omissioni è tanta ma il mio senso del dovere e la riservatezza che questo tema esige non mi permette di farlo. Voglio, però, rivolgermi al nostro Capo della Polizia, lui capirà ciò che tra le righe voglio dire.
Egregio dottor De Gennaro, lei è stato l’ingegnere e l’architetto di quel palazzo S.C.P., ed è in quella veste che ha inviato agli organi periferici migliaia di dispacci, sia sulle modalità delle scorte che sulle misure di sicurezza da adottare in occasione di esse. Ebbene, io leggo e rileggo quei dispacci, leggo e rileggo i dispacci che oggi arrivano e che sono praticamente fotocopie di ciò che allora lei scriveva. Ora come allora, sono pieni di richiami ad una attenta valutazione dei rischi che sono considerati elevati perché il tutelato risulta essere esposto a ‘grave ed attuale pericolo di vita’. Non lesinava consigli ai questori affinché gli operatori del settore potessero effettuare i servizi nella massima sicurezza considerato l’alto livello di pericolo a cui erano e sono sottoposti. Come dicevo, leggo e rileggo ma posso dirle che nemmeno un rigo di quello che lei raccomandava e nemmeno un rigo di quello che oggi raccomandano i suoi successori viene rispettato. Risultato: nessuna sicurezza per gli operatori, distacco assoluto dei questori e prefetti sul tema sicurezza. Scarsa considerazione della vita degli operatori e poco rispetto del loro spirito di sacrificio. Perché questo distacco? Perché nessuno, e dico nessuno, quindi anche lei dottor De Gennaro, non raccoglie il grido di una categoria di colleghi che lavorano in silenzio ma in condizioni disperate.
Illustre dottor De Gennaro, chi scrive è un operatore del settore che vive un’avventura in ogni suo servizio a causa di vecchie vetture che, frequentemente, lo lasciano per strada, spesso anche a pochi chilometri dalla località di origine dello scortato. Potrei elencarle tutte le volte che ciò è successo, ma mi limito solo a dirle che ho dovuto persino spingere la vettura all’interno di un posteggio di un Tribunale, e questo con a bordo la persona tutelata. Posso dirle che sono rimasto fermo in autostrada con la vettura guasta una decina di volte. Posso dirle che ho supplicato il mio questore affinché assegnasse, almeno in occasione di queste scorte, una vettura efficiente come lei raccomandava. Posso dirle che questa richiesta non è stata nemmeno presa in considerazione. Posso dirle che mi sono lamentato presso l’Ufficio Relazioni sindacali del nostro Ministero dove mi fu promesso un mezzo ma, a distanza di due anni, posso dire che ho fatto un buco nell’acqua. Posso dirle che sono persino riuscito a chiedere aiuto presso il nostro Dipartimento, dove mi fu assicurato che nei primi mesi del 2006 ci sarebbe stata la possibilità di affittare le vetture e che addirittura era prevista un’assegnazione di un mezzo al mio Ufficio in sostituzione di un vecchio Magnum inutilizzabile. Alle parole, però, non sono seguiti i fatti! A questo punto è rimasta solo una speranza, lei dottor De Gennaro.
E’ a lei che voglio ricordare che noi non siamo ‘figli di un Dio minore’, ma ci sentiamo tali rispetto a chi assicura la tutela a personalità. E’ a lei che voglio ricordare che la normativa che attribuisce l’assistenza al S.C.P. e la tutela dell’organo territoriale è sbagliata e priva di logica. Non si può lasciare la tutela a piccole questure, come quella in cui io opero, ben sapendo che la mancanza di mezzi è cronica. No, non si può far finta di non sapere che agli operatori viene chiesto davvero troppo. No, non si può ridurre a numeri o pedine chi è stato chiamato ad operare in questo sgangherato servizio.
Dottor De Gennaro, mi rivolgo a lei perché sono sicuro che non lascerà al proprio destino chi, tanti anni fa, ha collaborato con lei, tra mille difficoltà, nella speranza comune di vedere concretizzato il suo lavoro che oggi rischia di essere vanificato. Accolga ora il grido di una categoria che è costretta a lavorare in silenzio e faccia in modo che quel titolo del film, ispirato dal nostro lavoro - Palermo Milano solo andata - possa diventare Palermo-Milano andata e ritorno”.
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La Segreteria di Bolzano comunica: “Il questore, a seguito di un problema tecnico, ha disposto la chiusura della mensa motivando: ‘non ci sono soldi per provvedere ai lavori di sistemazione della stessa’. Il Segretario provinciale Giuseppe Santoro in concomitanza con la Festa della Polizia ha indetto una manifestazione di protesta, al fine di rappresentare tutto il malcontento del personale, per la scelta operata dal questore.
Analizzando la tematica sorge spontanea una riflessione: per la mensa dei poliziotti non ci sono soldi... per la Festa della Polizia sì! Non era logico destinare le risorse riservate alla Festa della Polizia per i lavori di sistemazione della mensa?”.
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Sappe

La Segreteria generale comunica: “Carcere di Imperia: è emergenza per la carenza di Polizia Penitenziaria e il sovraffollamento della struttura. La denuncia è stata fatta con una lettera al Capo dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tinebra e al Direttore generale del personale di Polizia Gaspare Sparacia.
In particolare, il Segretario generale Donato Capece ha chiesto al Provveditore penitenziario ligure Giovanni Salamone ‘di porre in essere ogni utile provvedimento di competenza per l’incremento straordinario del personale di Polizia Penitenziaria di Imperia, significando che la mancata adozione di provvedimenti in tal senso comporterebbe una grave disattenzione istituzionale con possibili ripercussioni sull’andamento organizzativo e gestionale dell’istituto...’.
Il Sappe ha evidenziato che da tempo la Casa Circondariale di Imperia è stata interessata da un ampliamento della Sezione detentiva che ha portato ad un aumento esponenziale della popolazione ristretta, oggi mediamente attestata sulle 100 unità circa rispetto alla media dei mesi scorsi quantificabile in circa 50/60 detenuti. L’aumento dei detenuti presenti ha comportato inevitabili disagi per i servizi operativi svolti dal personale di Polizia Penitenziaria, che è nettamente sotto organico rispetto alla pianta organica prevista. Personale di Polizia Penitenziaria che è costretto sistematicamente a prestazioni di lavoro straordinario e che oggi immagina con preoccupazione anche i possibili effetti negativi che tale situazione potrà avere sulle prossime ferie estive.
E’ palese che se ad un aumento di detenuti non si provvede con urgenza ad un incremento immediato e straordinario del personale di Polizia Penitenziaria di Imperia, la situazione potrebbe determinare ripercussioni preoccupanti sulla sicurezza della struttura. Non si può sottacere che il sovraffollamento delle Sezioni detentive e la carenza di personale sono elementi di pericolo costante, un rischio quotidiano che incombe principalmente sui contingenti del Corpo, esigui e sempre più gravati dalle serie incombenze istituzionali e che oggi addirittura rischiano di non vedersi garantite le ferie estive”.
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Consap

La Segreteria provinciale di Napoli comunica: “Rischia il collasso l’Ufficio Immigrazione della questura di Napoli, la Consap chiede al questore di limitare l’impiego del personale in ambiti operativi. La Consap ha fatto appello al questore di Napoli per frenare lo stillicidio di servizi operativi che svuota l’Ufficio Immigrazione del capoluogo campano.
La Segreteria provinciale di Napoli del sindacato di Polizia ha inteso in questo modo dare voce ad un malcontento diffuso fra il personale dell’Ufficio Immigrazione, che stenta a adempiere nei tempi opportuni alle incombenze legate, tanto al rilascio dei permessi di soggiorno, che nel dare risposte alle lunghe file di extracomunitari che ogni giorno si recano presso quella sede di Polizia. L’impiego di personale dell’Ufficio Immigrazione per servizi ordinari e programmati, servizi di ordine pubblico ed in ultimo recentemente anche per il controllo del territorio e le pattuglie appiedate, oltre che contrastare con una specifica circolare ministeriale, nella quale si evidenzia il fatto che il personale degli Uffici Immigrazione non può essere utilizzato in ambiti operativi, determina un inevitabile calo di produttività che rischia di vanificare i buoni risultati che si stavano conseguendo con il recente cambio della dirigenza”.
* * *
La Consap ha duramente stigmatizzato la volontà del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di riservare, attraverso una circolare predisposta dal Prefetto Izzo, alcune importanti articolazioni dei costituendi uffici tecnico-logistici provinciali, alla esclusiva responsabilità del personale dell’Amministrazione civile, limitando ulteriormente gli spazi a disposizione degli appartenenti alla Polizia di Stato.
Questo il succo dell’incontro con una delegazione dell’Amministrazione della Ps, guidata dal vice capo della Polizia pref. G. Procaccini. Ad avviso della Consap la predetta circolare è da cestinare in attesa del riordino delle carriere del nostro personale che non può tollerare ulteriori scavalcamenti da parte del personale civile che ha già abbondantemente beneficiato di una serie di procedimenti di riqualificazione.

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