Gli operatori impegnati nell’Ufficio Passaporti e Immigrazione del commissariato Primavalle di Roma, ogni giorno, con grande fantasia, devono indicare i tempi di rilascio di un passaporto, di un lasciapassare, di un permesso o di una carta di soggiorno, rischiando, a volte, situazioni conflittuali con la cittadinanza.
Tutte le mattine decine di persone si accalcano in estenuanti file per procedere al rinnovo e/o al ritiro di questi documenti, ed ogni volta si assiste ad una sorta di attacco all’arma bianca per chi raggiunge prima gli uffici testè menzionati. Alla fine di ogni giornata, questi due uffici, trattano in media dai 130 ai 160 utenti.
Una volta giunti all’interno di questo commissariato la protesta, di italiani e stranieri, si alza fortemente all’unisono e riguarda i tempi di attesa occorrenti al rilascio dei documenti richiesti. In questi frangenti, gli operatori impotenti assistono a situazioni di panico e di disperazione dei cittadini, tra chi aveva programmato un viaggio da mesi e chi doveva andare a trovare i familiari in patria, ma non avendo ottenuto il rinnovo del soggiorno nei tempi pattuiti è costretto a rimandare sine die perché il datore di lavoro gli ha concesso le ferie, magari, in questo periodo.
Cittadini a cui sono state garantite delle certezze tramite i media della carta stampata e della tv. Infatti, prestigiosi ed autorevoli referenti hanno garantito alla cittadinanza i seguenti tempi:
- rilascio passaporti: 5 giorni, massimo 15 giorni, dalla data di presentazione dell’istanza (vedi Mass. N.S.2.003111(4) datata 18/3/2005 della questura di Roma);
- rilascio soggiorni: 20 giorni dalla data di presentazione dell’istanza (vedi art. 5, comma 9,11. l.gs 286/98).
La cittadinanza ha avuto queste certezze e dal commissariato le pretende.
Poco importa se il commissariato è soltanto un ufficio burocratico deputato a passare le carte agli organi centrali (visto che in periferia vengono decentrati solo i carichi di lavoro e pochi onori), è in questo ufficio che il cittadino presenta le proprie istanze, ed è da questo che si attende una risposta. Ma il commissariato è arrivato al termine delle scuse da inventare.
Allo stato attuale la questura di Roma impiega più di 40 giorni per il rilascio di un passaporto e circa 5 mesi per il rinnovo di un permesso di soggiorno. La pubblicità è una cosa, la realtà quotidiana dentro il commissariato ne è tutt’altra.
Il commissariato è stanco di doversi giustificare per i ritardi che altri accumulano.
Il commissariato esegue puntualmente le superiori direttive, che vogliono la spedizione giornaliera dei passaporti e settimanalmente le pratiche di soggiorno agli uffici centrali deputati.
La spedizione è rapida e puntuale, è la risposta che è lenta oltre ogni misura.
Per carità divina non la si metta sul piano della carenza di personale, perché anche su questo campo saremmo in grado di fare un rapporto tra mole di lavoro e personale presente in questo commissariato e quello esistente negli uffici deputati ad evadere le pratiche che gli vengono inviate.
L’etimologia della parola decentramento ha un solo significato: “spostare dal centro alla periferia o comunque in luogo non centrale”, “trasferire ad organi periferici funzioni svolte precedentemente dall’Amministrazione centrale”, “che non compete più al potere centrale ed è stato trasferito ad organi periferici”, ma forse questo, la questura non lo sa.
L’unico decentramento che è ben riuscito su questo commissariato è quello relativo agli oneri sia in termini burocratici sia in termini di prelievo di risorse umane, in questo caso la questura sa bene cosa significhi l’etimologia della parola da noi presa in esame.
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