Antonio Marrapese, originario di Falciano
del Massico (Caserta), dopo esperienze
avventurose dall’Africa al Tibet, è da dieci anni
titolare di una società di contractors
con sede a Panama,
e di un’altra, quotata in Borsa, negli Usa
Navigando su un “blog”, mi sono imbattuto in una discussione sui mercenari: si tirava in ballo una compagnia di contractors di proprietà di un italiano.
Sul blog, un certo “Vicelio” sosteneva che questa compagnia avesse “ottenuto, in Congo, una concessione diamantifera vasta come l'intero Belgio” (dal blog http://pub10.bravenet.com/ forum/795583276/ show/ 716883 n.d.r.), qualcuno parlava di incontri segreti, con personaggi di spicco dell’intelligence di mezzo mondo (da: http://www.farfallamaliziosa.it/ news/24-10-05.html). Incuriosito, ho chiamato la sede italiana della “Defensecurity” (il numero era sul sito internet), per fare due chiacchiere con l’addetto stampa. Lascio il mio numero di cellulare e dopo pochi minuti vengo ricontattato da Antonio Marrapese, il “mercenario”, quello dei diamanti e “più volte notato accanto a Nicole Kidman” (da http://www.alexismagazine.it/21-06-04.html n.d.r.), “sempre in compagnia di splendide formose. L’altro ieri con la supersexy Evelina Manna, ex moglie di Giulio Base, oggidì sposato con la creatrice di eventi madame Rocca, e l’attrice greca Christina Pappa” (dal blog citato). Se non avessi famiglia, lo invidierei il Marrapese.
Il contatto telefonico mi porta all’Hotel de Russie, un esclusivo albergo di via del Babuino a Roma, frequentato da veri Vips dove una suite costa circa 1500 euro al giorno. E’ nel giardino del cocktail bar che faccio il mio incontro.
Antonio Marrapese è un corpulento campano sulla quarantina, partito da Falciano del Massico, un paesino con meno di 4000 anime in provincia di Caserta, alla volta della Legione Straniera in cui non ha mai però militato, veste elegante ma non formale e tende a guardare negli occhi le persone, quasi a voler metterle alla prova, nel tentativo di scoprire chi c’è dall’altra parte. Gli psicologi in un ipotetico “profiling” (quelle rarissime volte che si rivelano corretti) lo definirebbero come “un soggetto con una personalità seduttiva”, in pratica uno che ti dice quello che vuoi sentirti dire, il classico individuo che non sai mai se dice la verità o se ti sta fregando. Per mia fortuna faccio il sociologo, con i profilers non ho nulla a che vedere, lascio “Hannibal” nel libro e parto con la storia del “mercenario” (cosi come lo definiscono alcuni libri ed articoli giornalistici e forse, gli invidiosi).
La vita avventurosa di Marrapese, inizia quando conosce persone vicine all’entourage di Kashoggi, armatore multimiliardario arabo (i soliti bene informati sostengono commerciasse in armi e finanziasse al-Fatah), che lo avviano al mondo della sicurezza.
Passa 18 mesi ad addestrarsi, 6 mesi in un campo di addestramento sul lago della Sirte ad imparare i primi rudimenti sulle armi, l’esplosivistica, l’interrogatorio ed il contro-interrogatorio; 6 mesi in Tibet con i monaci buddisti ad imparare arti marziali e filosofia della difesa e 6 mesi di perfezionamento all’accademia “Chapman” con sede in Missouri.
Dopo aver scortato uno dei fiduciari del “capo” diventa uno dei suoi uomini di fiducia e grazie a questa, si occupa della sicurezza personale di molti amici di Kashoggi come ad esempio il Presidente di Haiti, Jean-Bertrand Aristide, il Presidente del Burundi Cyprien Ntaryamira, morto in circostanze misteriose il 6 aprile 1994 (dopo 18 giorni che Marrapese lascia la sua protezione per scadenza contratto ) insieme al presidente del Ruanda Juvénal Habyarimana.
Nel ’96 Marrapese fonda la “Defense Security Training Service Corporation” con sede a Panama, la Defensecurity inc. negli Stati Uniti ( quotata in borsa al terzo mercato) e con una rappresentanza fiscale anche a Roma.
Entrambe le società si occupano di consulenza per la sicurezza, e garantiscono sia l’addestramento di militari e poliziotti un pò in tutto il mondo, sia la sicurezza, in prima persona, a molti Capi di Stato, sia operazioni d’intelligence per conto di governi occidentali ed anche per l’Onu.
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La accusano un po’ di tutto, dal finanziare Bush all’aver ricevuto in concessione delle miniere di diamanti, cosa c’è di vero?
Nulla…
Questo lo dice un sito americano (http://www.politicalfriendster.com/ showPersonphp?id= 2434&name=Antonio-Marrapese n.d.r.), oggi su internet possiamo scrivere qualunque cosa.
Siamo seri, se fosse vero non sarei qui a Roma o in giro per il mondo a cercare contratti, ma su uno Yacht in un atollo in Polinesia.
Guerra preventiva, guerra contro il terrorismo, mi pare che ci siano in giro un sacco di guerre, c’è una guerra utile a qualcosa?
La guerra più importante non si deve fare con le armi ma con i mezzi di comunicazione, per far capire alla gente cos’è la democrazia.
Ma senza guerra fareste la fame….
No, le attività sono estremamente diversificate, vanno dalle scorte all’intelligence, le aziende di sicurezza non hanno, per fortuna, bisogno delle guerre.
Le Psc o le Pms si sostituisco all’esercito?
No, i compiti sono estremamente differenti, l’esercito partecipa ad azioni offensive i contractors a quelle difensive e di prevenzione come: scorte personali, protezione delle basi, scorte ai convogli umanitari etc.
Pare che le Psc sostituiscano gli addetti agli interrogatori nelle carceri, qual’ è il loro compito?
Non lo so, la mia compagnia non ha mai gestito prigioni, né fatto interrogatori.
Gli affari della famiglia Bush con il clan bin Laden, Cheney-Halliburton, petrolio, gli americani fanno le guerre per interessi così privati?
Il terrorismo ha deciso le guerre, senza gli attacchi dell’ undici settembre, non ci sarebbe stata nessuna guerra, se c’è un colpevole è proprio bin Laden, il “Noriega d’oriente”, un prodotto degli errori strategici della vecchia amministrazione americana.
Che fanno gli italiani in Iraq? Sono in guerra?
Macché… difendono solo le loro postazioni.
Cosa pensa delle altre Psc?
Moltissime aziende sono formate da professionisti, altre si formano per interessi immediati, altri ancora sono free-lance e sono questi ultimi due tipi di Psc che fanno i lavori sporchi, quelli che un’azienda professionale non farebbe mai.
Dipende dal prezzo?
No, sembrerà strano, ma abbiamo un’etica, la mia azienda per esempio è al servizio solo di paesi democratici.
Vuol dire che non lavorate per il dittatore di turno?
No.
Perché questa storia dei mercenari scoppia con l’Iraq?
Tutto parte dai quattro italiani sequestrati, poco professionali.
Quattrocchi, Baldoni, Calipari, Vanzan, i Carabinieri di Nassirya, tutti eroi allo stesso modo?
A volte si diventa eroi per caso, Calipari era un vero eroe.
Giuliana Sgrena e le due Simone.
Non voglio parlare di loro.
Quante persone ha ucciso un’azienda come la sua?
Non lo so, non facciamo tacche sulle pistole. In compenso qualcuno dei nostri è morto.
Avete salvato delle vite con il vostro lavoro, invece?
Abbiamo fatto l’impossibile per far si che la gente sorridesse.
Come sono armati i contractors e quali Rules of Engagement hanno?
Veniamo armati direttamente dai governi per i quali lavoriamo, le nostre Roe sono la difesa del cliente e la difesa personale.
Sul nostro Codice penale esiste l’eccesso colposo di legittima difesa, cosa succede se un contractor esagera?
Da noi non si uccide, è la prima cosa che dico ai nuovi.
Che gentili…
No, uccidendo si perderebbero informazioni, sui mandanti, sulle motivazioni etc.
Il codice d’onore della vostra azienda sembra il codice del Bushido…. Nella realtà cosa succede a chi delinque?
Viene licenziato, e può star sicuro che non lavorerà più per nessun’altra azienda seria.
Tra le sue varie cicatrici qual’ è la più dolorosa?
Quella che non è sul corpo, le cicatrici più dolorose sono quegli episodi brutti della vita, vissuti, senza aver avuto la possibilità di cambiarli. Ho visto soldati sparare in testa a bambini che avevano rubato pochi grammi di cibo perché affamati.
Lavorava per quel governo?
No.
Perché si diventa “contractor”?
Molti sono affascinati dal mondo della sicurezza, spesso sono bistrattati dalle forze di polizia.
E i soldi?
Contano… ma non sono tutto.
Quale è il passato lavorativo delle gente che lavora per lei?
Un po’ di tutto, ex-panettieri, ex poliziotti, ex-militari, ex insegnanti, abbiamo bisogno di persone che riescano a interagire con la gente, non ci interessano i Rambo.
Qual’ è l’identikit del contractor italiano?
Non ho italiani.
Come avviene la selezione del personale?
Arriva la domanda, si controlla il curriculum, poi c’è un test con lo psicologo ed un colloquio con me.
Qual’ è il fatturato di un’azienda di sicurezza privata di medie dimensioni?
Circa 50.000.000 di dollari annui.
E per un singolo contractor?
Il singolo costa, al cliente, circa 1500 dollari al giorno per 360 giorni.
Accidenti… 540.000 dollari l’anno… quanto spetta a chi rischia la vita?
Circa 10.000 dollari al mese, lavorando 8 ore al giorno.
Lei aveva lanciato l’idea di privatizzare la Polizia, perché?
Non è esatto, vorrei che si concedesse ai privati la possibilità di effettuare le scorte personali, attualmente a totale appannaggio delle forze di polizia. Ad oggi i privati scortano la gente si fa ma in maniera illegittima.
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Finita l’intervista mi accorgo di essere circondato da bodyguards, non sono uomini di Marrapese ma le scorte di Josè Maria Aznar e Pierferdinando Casini, seduti un paio di tavolini più in là. Saluto il mio interlocutore ed ho la sensazione che abbia risposto sinceramente, non lo considero un mercenario, anzi mi rimane piuttosto simpatico. Proprio come i serial killers – diranno i profilers.
NELLA FOTO: Antonio Marrapese
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