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Maggio-Giugno/2006 - Articoli e Inchieste
Memoria
E' morto Eugenio D'Alberto
di E. G.

Eugenio D’Alberto, originario di Popoli, quadro storico del Movimento per la Riforma della Polizia (e per questo si ebbe anche una denuncia al Tribunale Militare), se n’è andato la settimana prima di Pasqua, a 76 anni, nella cittadina di Vasto ove si era trasferito da giovane.
Cessato dal servizio attivo, aveva avuto una parentesi politica in qualità di Consigliere comunale della sua cittadina.
Negli anni Sessanta fondò in città la prima associazione dell’Avis e si rese protagonista di numerose iniziative, di grande spessore, anche di carattere sportivo.
Con la pronuncia, appena venata dal dialetto del suo Abruzzo, sapeva essere pungente, ironico (a volte feroce) contro i nemici della Riforma, prima e dopo la 121/81.
Come dimenticare i suoi appassionati interventi, alle assemblee del Movimento prima e del Siulp dopo, sulle condizioni di vita e di lavoro del personale della Polizia?
Come dimenticare le sue “tirate” contro certa dirigenza del Viminale (sparuta minoranza, a dire il vero, ma agguerrita) che si ostinava a rimpiangere i “bei tempi” delle Guardie di Pubblica Sicurezza con le “stellette”, con tutto ciò di negativo che esse comportavano?
Era in pensione nella sua bella Vasto, ma non aveva cessato di lottare per una Polizia più efficiente e più vicina alle esigenze dei cittadini. Sempre disponibile nei confronti dei più sofferenti, ideò e realizzò il Premio “Il Golfo d’Oro” che ogni anno viene assegnato a ricercatori, medici, volontari, esponenti delle diverse arti pronti ad essere vicini ai più bisognosi. Con lui molti vastesi hanno condiviso belle pagine della vita di quella comunità.
Sempre in prima linea, Eugenio D’Alberto non si è mai tirato indietro combattendo tante battaglie ideali. Quando il male, che lo ha stroncato dopo una lunga sofferenza, lo colpì, ebbe la forza di reagire lottando con tenacia e fiducia.
Nell’aprile del 2001 organizzò nella sua città un convegno dal significativo titolo “I primi venti anni della Riforma”. Vi parteciparono tanti protagonisti di quell’esaltante momento da Felsani, da Di Francesco a Maria Dell’Uva, a tanti altri. Aveva voluto quel convegno anche perché, proprio a Vasto, nel maggio del 1982 si era svolto il II° Congresso generale del Siulp che avrebbe eletto la Segreteria e il Direttivo nazionale del sindacato unitario.

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Tante perplessità

Nel ventennale della legge di Riforma della Polizia, Eugenio D’Alberto scrisse per Polizia e Democrazia, un articolo assai interessante con alcune riflessioni (che ancora oggi appaiono valide) su quella norma. Ne riportiamo un brano.

“...Qualsiasi critica si voglia fare alla legge 121/81 secondo personali convincimenti, su un punto non ci saranno obiezioni da sollevare: la Riforma nacque per la volontà e la fede nella democrazia della maggioranza dei poliziotti e questa è la linea guida del provvedimento.
Fu e doveva essere riforma trainante nel percorso di affermazione democratica delle Istituzioni, ma incontrò molti ostacoli sia per la difficoltà di emanazione dei decreti attuativi (per i quali si lavorò per anni) sia per successive ‘evoluzioni del pensiero’. Evidentemente i poliziotti avevano vinto la battaglia parlamentare, ma non avevano convinto tutti i responsabili dei dicasteri.
A distanza di venti anni ci ritroviamo con molti problemi insoluti (e ciò potrebbe anche non stupire, visti i tempi di attuazione di tante leggi) ma soprattutto ci troviamo a dover assistere ad un mutamento di indirizzo, che ci preoccupa non poco. Avendo lottato per anni per fare chiarezza, riteniamo sia doveroso e coerente da parte nostra, porre alcune questioni di carattere generale, per stabilire come si intenda realizzare e organizzare - nell’immediato futuro - il servizio di Polizia.
Per noi sono tuttora validi i principi della Riforma. E’ così, anche per altri? Abbiamo, in proposito, molte perplessità...”
Aveva voluto quell’iniziativa non certo per sentimenti di nostalgia o di amarcord, che avrebbe avuto comunque motivo di esistere, ma per l’esigenza avvertita da molti operatori delle Forze di polizia di verificare, con serietà ed obiettività, l’applicazione della legge 121/81, proprio in relazione ai principi di democrazia che ispirarono quella norma.
Ciao, Eugenio!

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