Durante un intervento bellico, in campo
ci sono sostanzialmente due forze: quelle
fisiche, che esprimono le capacità
di combattimento, e quelle
psicologiche, che si esprimono
con il morale dei soldati
Le tipologie di conflitto armato che si sono affermate negli ultimi decenni, molto spesso definite di tipo asimmetrico, hanno evidenziato l’importanza del collegamento dei comandi militari con gli enti civili e con la popolazione locale presente nel teatro operativo. Tali collegamenti hanno richiesto competenze precedentemente sconosciute alle tattiche militari e che necessitano di un notevole spessore psicologico. Ogni comandante militare, dagli anni ’80 in poi, non ha più potuto fare a meno del suo consulente psicologo, o meglio del suo gruppo di consulenza psicologica, definito brevemente come gruppo delle Psy-ops (Psychological operations). I militari addetti alle operazioni psicologiche hanno iniziato a fare la loro massiccia comparsa nelle Forze Armate americane negli anni ‘80 e, dovendosi occupare prevalentemente delle relazioni con gli enti e la popolazione civile, provengono principalmente dalla Riserva e trasportano nelle operazioni militari le loro abilità professionali, essendo in larga misura avvocati, medici, economisti, docenti, poliziotti o vigili del fuoco. Il loro compito è di usare l’arma della persuasione psicologica per influenzare le percezioni delle forze amiche e delle forze nemiche e di suggestionare militari e civili verso comportamenti voluti. La pietra angolare su cui si basano le psy-ops è la credibilità delle loro affermazioni, utilizzata ad esempio per convincere la popolazione civile a cessare dalla resistenza o reagire in modo favorevole alle forze amiche. Durante l’operazione “desert storm” ad esempio, nel 1991, l'uso efficace di psy-ops verso la popolazione e le forze nemiche è stato un moltiplicatore di combattimento che direttamente ha contribuito alla resa di migliaia di soldati iracheni. Le unità psicologiche militari dispongono quindi di soldati con le abilità uniche e particolari. Questi soldati sono esperti nel fornire al comandante la capacità di comunicare le informazioni volute ad un vasto pubblico via radio, attraverso la televisione, la distribuzione di opuscoli e gli altoparlanti. Le abilità del soldato delle psy-ops nella conoscenza della lingua locale, della cultura regionale e la conoscenza dei mezzi di comunicazione di massa forniscono le opportunità più efficaci per trasmettere le informazioni critiche alle popolazioni presenti nei vari teatri operativi. Come abbiamo detto il personale delle operazioni psicologiche è prevalentemente della riserva e durante il tempo di pace partecipa continuamente a programmi di formazione ed addestramento per prepararsi ai possibili futuri conflitti o crisi regionali. Durante le crisi ed i conflitti vengono mobilitati in servizio, secondo le esigenze dei comandanti militari, per aumentare l’efficacia delle forze in campo. Si riuniscono in un battaglione ed il loro compito è di allestire audiovisivi e materiale editoriale da distribuire o diffondere alla popolazione locale. Stabiliscono accordi con tipografie locali o stazioni radio presenti sul territorio per trasmettere e diffondere informazioni di propaganda allestite ad hoc. Ogni gruppo militare per le operazioni psicologiche è formato da 10-15 soldati che sviluppano i prototipi audio, visivi ed audiovisivi del prodotto a sostegno delle campagne di propaganda. Questi gruppi forniscono il supporto a tutti i comandanti militari presenti nel teatro operativo per affrontare tutti gli impegni globali che la missione comporta, compresi quelli di tipo umanitario. E’ per questo che nella selezione di questi gruppi si prediligono soldati con pregressi addestramenti ed esperienze nella pubblica amministrazione, nella sicurezza pubblica, nella sanità pubblica, nei sistemi legislativi, nel diritto del lavoro, nel benessere pubblico, nella finanza pubblica, nella formazione pubblica, nella protezione civile, nei lavori pubblici e nei programmi di utilità, nelle comunicazioni pubbliche, nel trasporto pubblico, nella logistica, nell’alimentazione e nei servizi agricoli, nell'economia, nel controllo della proprietà, negli affari culturali, nelle informazioni civili ed in tutte le funzioni che sono necessarie per il buon funzionamento di una comunità. Questi gruppi hanno iniziato a funzionare ed offrire il loro supporto tattico ai comandanti militari durante l’operazione “just cause” a Panama, negli anni ’80, e successivamente sono stati sempre utilizzati sia nei teatri operativi europei (Bosnia, Kossovo, Albania) che asiatici (Afghanistan ed Iraq), africani (Somalia) ed anche nelle calamità naturali che hanno colpito gli Usa (come durante il recente uragano Caterina a New Orleans) ed altri paesi nel mondo.
Quando si parla di operazioni psicologiche (Psyop) e di guerra psicologica (Psywar), in genere vengono evocate immagini di militari che giocano a giochi di mente con il nemico. In realtà le Psy-ops sono molto più. Durante un conflitto bellico in campo ci sono sostanzialmente due forze: quelle fisiche (che esprimono le capacità di combattimento) e quelle psicologiche (che si esprimono con il morale dei soldati). Queste due forze suggeriscono due metodi differenti di condurre le operazioni belliche. Il primo è un metodo "diretto" e si concentra sulle forze fisiche dell'avversario, l'altro è un metodo "indiretto" ed ha come bersaglio le sue forze morali. Entrambi i metodi sono stati provati attraverso la storia, tuttavia con una mancanza di risonanza pubblica sul metodo indiretto fino ai periodi più recenti. Sono ormai pubblici e documentati gli usi delle operazioni psicologiche durante le guerre mondiali, la guerra coreana, la guerra del Vietnam, a Granada, a Panama, ad Haiti, in Somalia ed attualmente in Bosnia e Kossovo, in Afghanistan ed in Iraq. L’obiettivo di queste operazioni è sempre stato quello di far pervenire delle selezionate informazioni all’opinione pubblica della popolazione civile nemica con lo scopo di influenzare e condizionare le loro emozioni, le loro motivazioni, i loro ragionati obiettivi e quindi, indirettamente, far pressione sui comportamenti dei governi, delle organizzazioni, dei gruppi e degli individui. Lo scopo ultimo delle operazioni psicologiche è di indurre e rinforzare nelle forze nemiche gli atteggiamenti ed i comportamenti che sono favorevoli agli obiettivi delle forze amiche. Recentemente, durante le operazioni in Afghanistan, si è verificato un episodio in cui sono stati bruciati, per motivi di igiene e profilassi anti-infettiva, i corpi dei nemici uccisi. Mentre i corpi erano ancora sul campo di battaglia e dovevano essere bruciati davanti alla popolazione locale, una squadra tattica di Psy-ops ha deciso di utilizzare l’episodio per condizionare psicologicamente il nemico ed indebolirlo nella sua combattività. Un sergente delle Psy-ops ha letto e diffuso alla popolazione il seguente messaggio: "attenzione, Taliban, siete tutti cani codardi. Avete permesso che i vostri combattenti fossero uccisi affrontando le forze dell'ovest e che fossero bruciati. Ora siete spaventati ed impauriti per richiedere i loro corpi. Ciò dimostra che non siete in grado di attaccare e sovrastare le forze di pace." Un altro soldato ha dichiarato: "attaccate e poi vi nascondete sotto il velo, come le donne. Vi denominate Taliban ma siete un disonore alla religione musulmana e portate la vergogna sulla vostra famiglia. Venite alla lotta come gli uomini veri, anziché come i cani ed i codardi."
Il Dipartimento della Difesa degli Usa definisce la guerra psicologica (Psywar) come: "l'uso previsto di propaganda e di altre azioni psicologiche che hanno lo scopo primario di influenzare le opinioni, le emozioni, gli atteggiamenti ed il comportamento dei gruppi stranieri ostili, in modo da sostenere il successo degli obiettivi nazionali."Le più recenti tecniche psicologiche di questo tipo sono state inizialmente stimolate dalla guerra fredda e successivamente sono state fuse con le tecniche della guerra economica e le conoscenze sul condizionamento mentale. Alcune di queste tecniche psicologiche sono ormai conosciute in modo approfondito da tutte le Forze armate e facilmente possono essere identificate e smascherate attraverso delle attività di contro-propaganda. Fra queste ricordiamo l’emissione di un segnale radio “bianco”, vuoto, che induca gli avversari a sprecare tempo e risorse nella ricerca di una chiave crittografica per la decrittazione di un segnale radio con un messaggio inesistente.
Le tecniche più comuni utilizzate per influenzare l'atteggiamento e l'opinione pubblica sono: l’uso mirato dei giornali, della radio e della televisione per condizionare la percezione pubblica dei vari eventi in modo voluto; la fabbricazione di "notizie" ad hoc per riferire degli eventi che vengono organizzati; l’uso mirato degli “opinion leaders” per suggestionare le idee dell’opinione pubblica; la diffusione di comunicati stampa adattati secondo gli interessi strategici da difendere. Le stesse tecniche sono utilizzate normalmente dalle aziende che vogliono difendere i loro interessi commerciali ed anche dai movimenti politici. Le operazioni psicologiche ottengono il loro massimo effetto con le persone che ripongono una cieca fiducia nelle autorità, che abbiano una bassa scolarizzazione, accettino le informazioni in modo acritico e non hanno uno specifico desiderio di capire le proprie idee e le proprie motivazioni. Persone di questo tipo fanno parte normalmente sia delle Forze Armate nemiche che della loro popolazione civile.
Come abbiamo detto i mezzi con cui vengono diffuse le operazioni psicologiche possono essere molti: i giornali, i manifesti, gli opuscoli, i volantini, le emissioni radiofoniche, gli altoparlanti. Ma possono essere utilizzati anche i faccia a faccia televisivi. Tutti i mezzi, prima di essere diffusi, devono passare attraverso un processo di approvazione e l'autorità di approvazione risiede normalmente in organi di comando militari che vengono definiti come “Jtf commander/supported Cinc”.
Le psy-ops che invece vengono effettuate sul campo di battaglia, definite psy-ops di tipo tattico, si prefiggono i seguenti obiettivi:
- a breve termine – dare istruzioni per la resa, demoralizzare e scoraggiare il nemico nel continuare a combattere, condizionare positivamente le opinioni della popolazione civile presente nelle zone operative verso le proprie truppe;
- a medio termine – indurre l’avversario alla resa, demoralizzare e scoraggiare le forze nemiche nel ricorrere al combattimento, generare una immagine favorevole delle forze alleate nella popolazione civile, effettuare eventuali operazioni di contro propaganda;
- a lungo termine – condizionare il comportamento del nemico nelle zone di operazioni in senso favorevole alle forze alleate, generare una immagine favorevole delle forze alleate, effettuare contro propaganda, favorire lo sviluppo economico nelle zone di occupazione.
I militari che si occupano delle psy-ops usano in modo particolare, per ottenere questi scopi, i mezzi audio-visivi e la stampa. Tuttavia, durante le operazioni di combattimento, l’uso dell'altoparlante rappresenta l'unico vero mezzo efficace che può realizzare un comunicazione “faccia a faccia” con l’avversario e che fornisce delle risposte immediate dalla parte delle forze nemiche. Durante le radiodiffusioni dell'altoparlante, il nemico diventa un uditorio interessato ed incapace di sfuggire al messaggio. I vantaggi dell’uso dell'altoparlante includono anche: ottenere delle risposte immediate dai destinatari, la flessibilità degli usi, la mobilità, la gamma delle tipologie di trasmissione, lo sfruttamento degli obiettivi dell'occasione, l'efficacia con i pubblici illetterati e la capacità di segnare gli obiettivi con esattezza. Le limitazioni dell’altoparlante invece includono: la vulnerabilità al fuoco nemico, la distorsione dei messaggi a distanza, i tempi eccessivi per coprire tutta la popolazione e le facili contromisure nemiche. La chiave per un funzionamento riuscito dell'altoparlante si trova nell'adattamento di ogni messaggio a seconda della situazione. Gli altoparlanti forniscono inoltre gli annunci di servizio pubblico alle piccole zone rurali. Risultano essere particolarmente efficaci negli appelli alla resa e negli ultimatum verso forze nemiche isolate, circondate o escluse dalle altre forze. Le stesse informazioni date per altoparlante possono essere date poi per radiodiffusione, trasmettendo al nemico i risultati dei propri successi ed effettuare nuovi appelli alla resa o alla diserzione, dando anche informazioni su come sottrarsi ai propri superiori (ad esempio fingendosi malati). Tuttavia la specializzazione più sofisticata che rientra nel bagaglio delle opportunità delle psy-ops è, come ci ricorda la storia del cavallo di Troia, l’inganno.
(cannavicci@iol.it)
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Le psy-ops offrono le seguenti possibilità:
- diffondere un'immagine favorevole delle proprie forze e delle forze alleate
- amplificare gli effetti delle operazioni militari sul nemico
- condizionare gli atteggiamenti psicologici e le valutazioni politiche del nemico
- aggirare le censure, l'analfabetismo, le comunicazioni interrotte dal nemico
- sfruttare le differenze etniche, culturali, religiose o economiche
- offrire spazio a tipologie belliche cosiddette “non convenzionali”
- coadiuvare con le operazioni umanitarie di peace-keeping
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