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Marzo/2012 - Immagini e Cultura
Sorolla
Giardini di luce
di Giulio Sarchiola

Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 17 marzo - 17 giugno 2012
Granada, Museo de Bellas Artes, Alhambra, 29 giugno – 14 ottobre 2012
Madrid, Museo Sorolla, 29 ottobre 2012 – 5 maggio 2013

La mostra a Palazzo dei Diamanti di Ferrara ci mostra per la prima volta in Italia una mostra sull’opera di Joaquín Sorolla (1863–1923), importante interprete della pittura spagnola moderna. Il pittore era un importante esponente della Belle Epoque, celebrato ritrattista accano a Sargent e Boldini, considerato oggi uno degli artisti più interessanti del panorama artistico spagnolo di quel periodo, tra Ottocento e Novecento, che conobbe la diffusione del movimento impressionista e simbolista. La mostra si concentra su un momento cruciale della parabola del pittore: gli anni della piena maturità e le opere sul giardino nate dalla sua permanenza in Andalusia. In questo momento della sua vita, nonostante l’artista sia già noto e ricercato per vari lavori, continua a sperimentare e a mettersi alla prova con la sua pittura. La poetica che nascerà da queste sperimentazioni è caratterizzata dal silenzio, l’intimità e un linguaggio raffinato, che mostrano una forte assonanza con la sensibilità simbolista e modernista del suo tempo. La mostra indaga questo processo di introspezione e questa ricerca di essenzialità, provando a fornirci un nuovo sguardo sulla personalità artistica di Sorolla. Ad aprire la mostra è un'importante serie di ritratti della famiglia del pittore nella cornice di giardini con fontane del 1906-07: capolavori come María vestita da contadina valenciana, Saltando la corda o Guardando i pesci, quadri in cui le figure si fondono con l’atmosfera sfavillante di pennellate di colore puro o disegnano sagome sinuose su lucenti specchi d'acqua, in un gioco di corrispondenze tra il soggetto e il paesaggio che preannuncia la modernità dell'ultima produzione di Sorolla. Molto importante per l’evoluzione della poetica del pittore è la scoperta dell'Andalusia dove soggiorna ripetutamente tra il 1908 e il 1918. La suggestione che riceve da quei luoghi è così forte da segnare profondamente lo stile della sua arte, nella quale si coglie un sempre più forte passaggio dal naturalismo alla ricezione di risonanze simboliste. In mostra sono presenti molte opere che testimoniano l’incontro del pittore con la regione, a partire dal paesaggio della Sierra Nevada fino allo studio di soggetti andalusi come nella visione raccolta di Joaquína la gitana o in altre interpretazioni originali, lontane dagli stereotipi del folklore locale. Altre forti fonti di ispirazione in Andalusia sono i patii e i giardini islamici dell’ dell'Alhambra di Granada e dell'Alcázar di Siviglia, come dimostra la straordinaria serie di dipinti che l'artista dedica a questi temi nel corso di un decennio, restituendo tutto il fascino di quei luoghi appartati e solenni, che avevano esercitato una profonda influenza anche sulla poesia e sulla musica spagnola dell'epoca. In queste composizioni, da cui è bandita la presenza umana, le architetture vegetali, i marmi, le ceramiche, le fontane, la luce e i colori danno vita a una polifonia sensoriale ricca di risonanze.
L’esperienza andalusa incide in modo molto forte nell’identità dell’artista tanto da sentirne l’influenza nelle opere ispirate al giardino della nuova casa di Madrid. Il pittore aveva dedicato molto tempo e energie alla sua costruzione, concepito sul modello degli angoli verdi di Siviglia e Granada, arrivando perfino ad importare dall'Andalusia fontane, ceramiche, colonne, statue, alberi da frutto e piante ornamentali, con una passione che ricorda quella profusa da Monet nel suo stagno di ninfee. In questo giardino Sorolla trova una fonte inesauribile di spunti per i dipinti del suo ultimo periodo.

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