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Aprile/2006 - Articoli e Inchieste
Afghanistan - Missione a Kabul e dintorni
Il Prt di Isaf
di Leandro Abeille


I Provincial Reconstruction Team sono delle entità assolutamente nuove nel panorama della peacekeeping, nascono da un'intuizione americana nel corso dell'operazione “Enduring Freedom” e sono così mutuati anche dalla Nato per l'operazione Isaf.
La strategia americana prevede due grandi direttrici. La prima, la distruzione delle basi terroristiche e talebane e la cattura dei ricercati; la seconda, la ricostruzione dell'Afghanistan e la legittimazione del governo ad interim e in seguito eletto. Secondo gli analisti strategici americani, l'unico modo di estendere il consenso sociale al governo era quello di aumentare gli standard di vita della popolazione.
I Prt nascono dall'esigenza di ricostruire un Paese che non ha infrastrutture e capacità di governo (governance) nel momento in cui l'apporto delle associazioni non governative non incide, al contrario di altre missioni, sui reali bisogni della popolazione.
Dalle necessità reali della gente (per la vita di tutti i giorni, quali ad esempio, il cibo, l'acqua, l'energia), alle necessità militari degli americani (si sono resi conto che le privazioni rendono il terreno fertile alla propaganda terroristica), nasce il Prt, un ibrido, tra l'impegno militare e l'impegno civile governativo.
Durante la Conferenza di Londra, esponenti vicini al governo afgano ed allo stesso Karzai si sono dimostrati molto critici nei confronti delle associazioni non governative: a loro dire, queste ultime sarebbero inefficienti, perché, una buona percentuale del budget loro affidato dai donatori, finirebbe per pagare la struttura ed il personale internazionale, anziché essere speso a favore dei progetti e degli afgani. Altro punto dolente delle associazioni non governative - hanno fatto notare i vertici governativi afgani - è rappresentato dalla scarsa utilità di alcuni progetti che, in qualche caso, sono inutili doppioni ed in altri, vere cattedrali nel deserto, inutilizzabili dalla popolazione.
Il Prt di Isaf agisce in coordinamento con le Autorità locali che forniscono una lista di bisogni secondo delle linee guida governative.
Il governo afgano per l'anno 2005 ha previsto una serie di priorità per la ricostruzione: l'educazione, la sanità, lo sviluppo delle aree rurali, la sicurezza e lo sviluppo economico e sociale. Con l’espandersi di Isaf, i Prt stanno cambiando bandiera e passano da una gestione monocolore statunitense, a quella multinazionale della Nato.
Gli obiettivi dei Prt possono essere sintetizzati i sei punti:
1) supportare il governo afgano nello sviluppo per un ambiente più sicuro e stabile;
2) assistere l’espansione dell’Autorità di governo;
3) supportare le iniziative di ricostruzione e di riforma della sicurezza, ove vantaggioso per la popolazione;
4) facilitare la sicurezza, rinforzando le priorità nazionali di sviluppo;
5) rendere possibili le unità d’intenti tra gli attori sociali civili;
6) dimostrare l’impegno della comunità internazionale verso l’Afghanistan.
Isaf prevede per i Prt compiti che si concretizzano in azioni di peace-confidence e security-building come:
- migliorare la sicurezza attraverso il dialogo con i leader regionali, mitigando le aree di conflitto;
- monitorare, pianificare, consigliare e supportare le attività di ricostruzione, in coordinamento con Unama (United Nations Mission in Afghanistan) e con le nazioni donatrici;
- assistere il governo nella disseminazione regionale e locale delle decisioni prese a livello centrale;
- assicurare una presenza militare visibile nell’area di competenza (a scopo preventivo);
- monitorare e analizzare la situazione politica e sociale della zona di pertinenza;
- fornire informazioni d’intelligence al Comisaf, per lo sviluppo e l’analisi della situazione generale afgana.
- assistere la comunità internazionale nel processo di sviluppo e di rinforzo dell’Amministrazione civile locale;
- facilitare la condivisione delle informazioni tra il governo e le agenzie civili;
- organizzare e facilitare meetings periodici, tra il governo centrale, Unama e i leader regionali e locali;
- assistere direttamente gli elementi civili del Prt nei trasporti, nella logistica, nella sicurezza;
- prepararsi per aiutare gli osservatori internazionali che supportano lo sviluppo delle strutture civili.
La novità del Prt di Isaf rispetto a quello di “Enduring Freedom” è il Rac (Regional Area Coordinator ) il quale, imposta le strategie generali e di ricostruzione, tenuti conto dei fondi disponibili, dell'utilità delle opere, della fattibilità e della sostenibilità.
E’ un organo consultivo (e anche politico) per i Prt che rimangono però autonomi e dipendenti dai propri governi perché i fondi sono elargiti dei singoli Stati e non dalla Nato, in quanto struttura. Per ora sono stati formati solo due Rac, quello Ovest è a guida italiana e coordina i Prt Farah (Usa), di Ghor (Lituania) e di Badghis (Spagna).
Il Prt ha creato non poche polemiche, da una parte ci sono i sostenitori di questa nuova forma di collaborazione civile-militare che, dati alla mano, sembra funzionare meglio di altre iniziative, e dall’altra parte le Ngos che denunciano una intromissione in compiti umanitari da parte dei militari ed una confusione di ruoli che non gioverebbero alla percezione sociale dei soldati.
Il Prt somiglia alla risposta governativa gestita dai militari alle organizzazioni non governative, ed in questo s’intravede un diverso concetto di sostegno: mentre le Ngos sono istituzioni meno flessibili e più legate ai donatori, operano dall’alto senza coinvolgere (tranne rare eccezioni) il governo; il Prt è più flessibile poiché non ha un budget dipendente da un progetto, ed inoltre coinvolge le Istituzioni nelle proprie attività, proprio per dare l’idea alla popolazione che l’esecutivo sia attivo e non legato agli aiuti internazionali.

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