Per il tipo di missione che si sta sviluppando, per la lontananza del teatro con i Quartier Generali in Europa, per le sfide logistiche e per il diverso assetto di comando e controllo, Isaf è stata descritta come il “nuovo orizzonte operativo dell'Alleanza”.
Isaf ha una struttura di comando multinazionale, in questo momento fornita dal “Nato Rapid Deployment Corps-Italy” di Solbiate Olona, comandato dal Generale di Corpo d’armata Mauro del Vecchio ed è articolata su:
- una Brigata multinazionale (Kmnb) con 3 Battle Groups;
- due Regional Area Coordination (Rac Nord e Ovest);
- l’Aeroporto internazionale di Kabul (Kaia);
- gli Fsb (Forward Support Base);
- i Prt (Provincial Reconstruction Team).
Il dispiegamento della missione Isaf segue un percorso anti-orario e, a mano a mano, sostituisce l’operazione “Enduring Freedom”, partendo da Kabul si estende verso nord nella zona di Mazar-e-Sharif-Kunduz, poi ad ovest nella zona di Herat e successivamente (proprio in questi giorni) a sud nella zona di Farah e poi ancora a est nella zona di Jalalabad.
In base a quanto previsto dall’Operation Plan della Nato n. 10302, la missione in Afghanistan si svolge in 5 fasi:
1) analisi e preparazione;
2) espansione, suddivisa, a sua volta, in 4 tempi: 1° tempo: area Nord; 2° tempo: area Ovest; 3° tempo: area Sud (entro la primavera del 2006); 4° tempo: area Est (entro la fine del 2006);
3) stabilizzazione;
4) transizione totale alle forze locali;
5) rientro.
Il dispiegamento militare di Isaf non segue una logica di occupazione militare. Infatti, in ognuno dei quattro settori non vengono inviati dei “battle group” (concentrati nella sola area di Kabul), ma delle piccole task force con armamento leggero che sostituiscono i cosiddetti Prt (Provincial Reconstruction Team) creati da “Enduring Freedom”.
I Prt, rappresentano la novità della missione afghana, sono delle piccole basi militari che, al loro interno, ospitano agenzie governative ed hanno lo scopo di implementare la ricostruzione delle infrastrutture (scuole, ospedali, opere d’irrigazione, strade, ponti) e la capacità manageriali del governo eletto (cosiddetto governance).
I Prt di “Enduring Freedom”, ospitavano una piccola aliquota militare, l’agenzia governativa di soccorso Usaid ed elementi civili come i “contractors” di Kbr (Kellog Brown e Root) o Halliburton, impegnati nella ricostruzione delle infrastrutture, nel training delle Forze di sicurezza e nell’aiuto umanitario.
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