Isaf ha lo scopo generale di: “fornire supporto al governo afghano nella realizzazione di un ambiente sicuro, che favorisca lo sviluppo istituzionale e la ricostruzione del Paese”.
Queste attività sono svolte mediante azioni mirate come: sviluppo di campagne d’informazione e dei media; supporto ai progetti di ricostruzione, comprese le infrastrutture sanitarie; sostegno alle operazioni d’assistenza umanitaria; assistenza alla ri-organizzazione delle strutture di sicurezza e di governo.
I passaggi attraverso i quali Isaf vuole ristrutturare la “governance” e la sicurezza del neonato governo afgano sono 5:
1) lotta alla coltivazione, al trasporto e la commercializzazione dell’oppio;
2) riforma del sistema giudiziario;
3) disarmo, smantellamento e reintegro, nella società civile, delle fazioni paramilitari;
4) addestramento dell’esercito (Ana-Afghan National Army);
5) addestramento della Polizia (Anp-Afghan National Police).
I compiti politici più importanti, affidati ai militari di Isaf, sono quelli di rendere il governo afgano indipendente dall’aiuto internazionale e la popolazione consapevole delle strutture governative a cui non è abituata, poiché a causa dell’assenza pluridecennale di uno Stato, ha sviluppato un senso di appartenenza tribale che non è funzionale ad una ripresa economica e sociale del Paese nella sua totalità.
I tempi che gli esperti di Isaf indicano (probabili) per il raggiungimento dei risultati voluti, si aggirano intorno ai 10 anni dopo la fine del dispiegamento.
Vista da una certa ottica, Isaf rappresenta il sogno di Massoud, il grande e venerato eroe delle guerre contro i sovietici e contro i talebani, ucciso due giorni prima dell’attentato alle Torri Gemelle da sicari suicidi mandati da al-Qaeda. Il leone del Panshir diceva: “Per essere onesto, mi piacerebbe passare il resto della vita a ricostruire il mio Paese”.
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