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febbraio-marzo/2006 - Contributi
Croazia verso la libertà
di Vicenzo Cerceo

Continua inarrestabile la corsa della Croazia verso la libertà, la democrazia e l’Unione Europea. Dopo aver promulgato una legge che equipara gli ustascia alleati dei nazisti ai partigiani di Tito, imitati immediatamente dalla Serbia con i cetnici e dall’Italia con i repubblichini di Salò, i governanti di Zagabria si sono detti estremamente dispiaciuti che qualcuno abbia fatto salvare in aria la statua di Tito a Kumrovec. Nessuno riesce a capire chi possa essere stato l’autore di un simile insano gesto, e la Polizia naturalmente brancola nel buio.
Nel frattempo ho saputo che qualche mese fa una importante agenzia turistica croata ha annunciato di avere in progetto l’organizzazione una serie di “viaggi della sopravvivenza” nell’isola di Goli Otok, dove il governo jugoslavo deportava gli oppositori al regime dal 1948 al 1954. Il costosissimo “viaggio nell’isola Calva” dovrebbe compredere gli stracci da carcerato, i lavori forzati, giacigli in baracche e sulla nuda terra, bastonature, offese e vessazioni di ogni genere.
Ma allora, se esiste gente disposta a pagare profumatamente per essere sottoposta a trattamenti simili, allora noi a Trieste abbiamo a disposizione delle vere miniere d’oro! Propongo perciò di organizzare un vero e proprio “tour dello sterminio” nella Risiera di S. Sabba ricostruendo il forno crematorio in completa attività, in modo che i visitatori possano assaporare in pieno l’aroma inebriante delle ceneri umane. Si potrebbero bruciare i cadaveri di gente sconosciuta, tanto qui a Trieste i vecchietti che muoiono in solitudine non ne mancano. Per i più esigenti, proporrei la visita ad una piccola camera a gas, dove si potrebbe sentire dal vivo l’odore stuzzicante del Zyklon B.
Ma non è finita. Come optional extra credit, l’organizzazione dovrebbe proporre una rinfrescante gita sul Carso triestino dove i privilegiati maggiormente avventurosi avrebbero l’occasione di apprezzare la più originale delle nostre attrazioni: “Il salto in foiba con l’elastico!”, ovvero, per dirla all’americana, “Foibin jumpin”. Naturalmente ogni tanto qualche incidente mortale potrebbe verificarsi, ma come si suol dire non si può fare la frittata senza rompere le uova, e certi “danni collaterali” devono sempre essere messi in conto. Così si potrebbero risollevare le sorti dell’economia cittadina, in attesa di imbarcarsi nella prossima appassionante tenzone dell’Expo 2009. E via, verso nuove avventure.

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