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febbraio-marzo/2006 - L'angolo del 'giallo'
Misteriosa collisione
di Simona Mammano

Il commissario Laurenti indaga su uno strano relitto senza
persone a bordo: ecco la trama del libro di Heinichen


Veit Heinichen è uno scrittore e giornalista tedesco che vive a Trieste dal 1999. Da allora ha scritto tre romanzi che hanno per protagonisti il commissario Proteo Laurenti e una città di confine qual è Trieste. I morti del Carso (2003, Ed. e/o) e Morte in lista di attesa (2004, Ed. e/o) sono stati finalisti al premio Franco Fedeli, rispettivamente nelle edizioni del 2003 e 2004, premio organizzato dal Siulp e assegnato al miglior poliziesco italiano da una giuria composta, in maggioranza, da appartenenti alle Forze dell’ordine. Nel 2005 Heinichen ha pubblicato A ciascuno la sua morte (Ed. e/o, trad. Valentina Tortelli, pp. 306, Euro 16,00). In realtà l’autore ha scritto questo romanzo nel 1999 e leggendolo scopriamo il passato di Proteo Laurenti: le sue origini, come ha conosciuto la moglie, i suoi rapporti con lei e i tre figli.
Durante la notte uno yacht collide contro la costa triestina. Nessuno si trova a bordo ed è inserito il pilota automatico. Il commissario Laurenti viene svegliato e mandato sul posto dalla questura, perché la Guardia Costiera, che ha trovato il relitto, capisce che era necessario investigare sull’accaduto. La barca appartiene ad un uomo di affari austriaco, che vive a Trieste, ma di lui non vi è traccia sulla barca e non viene rintracciato nemmeno nei giorni successivi. Il commissario conosce l’uomo perché, più di vent’anni prima, aveva indagato sulla morte della moglie dell’austriaco, avvenuta in mare, in circostanze giudicate dall’investigatore sospette. La morte della donna è stata archiviata come incidente. Oltre a un interessante intreccio, pieno di suspance, Heinichen descrive una città complessa quale è Trieste; complessa sia per la sua storia, sia per la posizione geografica che la rende particolarmente vulnerabile agli interventi della criminalità organizzata italiana, ma anche a quella dell’est europeo La conoscenza che l’autore dimostra di avere della storia della sua città di adozione, permette al lettore di comprenderla in maniera profonda.
Il commissario Laurenti è un uomo normale, alle prese con i comuni problemi di un padre con i figli adolescenti, costretto a indagare in tempi stretti, a volte con colleghi invidiosi e competitivi. Riesce, però, a non perdere la sua acuta ironia.
Ci auguriamo che venga al più presto prodotta in Italia una serie televisiva tratta dai romanzi di Heinichen, oppure importata dalla Germania quella già girata a Trieste per il pubblico televisivo tedesco.
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“A Trieste s’incontra l’Europa”

Il commissario Proteo Laurenti, il personaggio principale dei tuoi libri, come è nato?
Per anni ho fatto ricerche in tutta Europa su due fenomeni della società moderna: la corruzione internazionale, il traffico d’uomini e donne dall’Esteuropa, Africa e Sudamerica all’Europa occidentale. Ho parlato con investigatori, delinquenti e, la parte più difficile, con le vittime. Sono arrivato a un livello di conoscenza tale da tormentarmi e rubarmi il sonno. Ho scelto il genere del romanzo noir per raccontare queste cose perché è l’unica forma che riesce a rispecchiare e a spiegare il coinvolgimento di un gruppo che commette questi crimini. Troppo spesso preferiamo non vedere le atrocità che capitano attorno a noi e che in realtà ognuno dovrebbe conoscere. Purtroppo, l’ignoranza e l’ipocrisia appaiono più comode…
Per raccontare i casi scoperti nel modo più autentico possibile, nel 1999 è nato il mio protagonista Proteo Laurenti, un commissario con la classica carriera, ma anche partecipe della vita quotidiana, come ognuno di noi.
Laurenti è di Salerno, ma vive e lavora a Trieste, città di confine e portuale, crocevia europeo di merci di ogni genere, legali e illegali, il prototipo della città europea, è un luogo ideale per ambientare questo genere letterario. Una città in apparenza tranquilla che “serve” come lavatrice di soldi sporchi e luogo di incontro per tutti i coinvolti: alta finanza, crimine organizzato, logge massoniche e ordini cavallereschi, politici di questa e di altri stati confinanti. Proteo Laurenti ha imparato ad amare questa città particolare, che normalmente non gli porta troppo lavoro e gli lascia il tempo per farsi il bagno nell’Adriatico o fare una gita sul Carso.
Da quando un certo scrittore tedesco, che conosce Trieste da oltre 26 anni, ha deciso di rompere questo silenzio, anche Proteo Laurenti è sotto stress perché deve lavorare più del solito. Ormai sta indagando per il suo quinto romanzo.
Qual è il rapporto che hai con Trieste, città in cui vivi da tanti anni?
Io e Proteo Laurenti non siamo originari di Trieste, siamo quindi cresciuti privi delle abitudini e dei tabù del luogo. Un vantaggio che cambia il punto di vista. Qui si incrociano la cultura romana, slava e germanica, ma anche il Mediterraneo con il mondo del Nord.
A Trieste si incontra l’Europa; questa città è stata costruita e portata alla sua ricchezza grazie al contributo di oltre novanta etnie immigrate. Qui la diversità è ricchezza.
La Ard, principale canale della televisione tedesca, ha girato nel 2005, a Trieste, due episodi tratti dai tuoi libri. Come è stato trovarsi davanti a Proteo Laurenti impersonato dall’attore tedesco Henry Hübchen?
All’inizio uno scrittore non può non avere timori quando un suo libro diventa film. E’ una situazione schizofrenica, ma chi non sogna questa possibilità? È importante capire che film e libro sono due cose ben distinte, mestieri diversi e forme artistiche e narrative diverse.
E’ stata fondamentale la collaborazione tra produttore, regista, sceneggiatore e scrittore. Abbiamo lavorato insieme, creando, senza falsa vanità, due film veramente belli. Ognuno di un’ora e mezzo. Henry Hübchen è un grande attore (per il momento il più famoso in Germania, il pubblico italiano può vederlo al cinema in “Zucker”) che conosce molto bene il suo mestiere e si è identificato con il suo ruolo ma anche con i miei libri in modo straordinario. Inoltre la troupe non era solo tedesca ma internazionale, come la città di Trieste.
(Intervista a cura di Simona Mammano)

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