Intervista al presidente Barra sulla sua proposta
di affidare talune strutture all’Ente umanitario
Presidente, vuole precisare i termini della sua proposta relativa alla trasformazione di edifici in disuso del Demanio o della Cri, in altrettanti istituti di pena?
In Italia esiste una discrepanza tra il numero dei posti letto nelle carceri e il numero delle persone recluse. Questa discrepanza è causa di sovraffollamento e quindi di sofferenze aggiuntive rispetto a quelle che dovrebbero essere sufficienti, cioè la privazione della libertà.
La missione della Croce Rossa è quella di intervenire ovunque ci siano persone vulnerabili quale che sia la causa della vulnerabilità. Per questo motivo noi ci offriamo per decongestionare le carceri e lanciamo questa idea che nasce dalla constatazione dal ruolo svolto dalla Croce Rossa nei centri di accoglienza di permanenza temporanea per extra comunitari che sono in realtà delle prigioni, cioè dei posti dove le persone sono trattenute contro la loro volontà.
Riteniamo che la potenziale esperienza umanitaria della Croce Rossa possa rappresentare un valore aggiunto a favore di determinate categorie: i prigionieri, i detenuti, per esempio quelli sottoposti a custodia attenuata o quelli di scarsa pericolosità sociale o altre categorie di detenuti che potrebbero essere trattenuti sotto l’assistenza di varie componenti della Croce Rossa Italiana.
Circa la gestione dei questi nuovi istituti, cosa ci può dire in merito al personale di custodia che dovrebbe gestire le strutture?
Io penso al modello dei Cpt. Noi abbiamo personale militare tra le varie componenti dell’Associazione che è impegnato in alcuni di questi di questi Cpt. Penso quindi ad una gestione di questa natura, nulla di più e di diverso di quello che già facciamo.
Lei ha anche pensato a “personale volontario”, oltre a quello militare, per la custodia, la sorveglianza e la disciplina dei ristretti:quale garanzia darebbe questa soluzione?
Io non penso a personale volontario per la custodia dei ristretti; penso al personale volontario per l’animazione delle carceri, né più né meno di quello che già avviene in tutte le carceri italiane.
Quindi assistenti sociali, educatori, volontari, volontari di Croce Rossa che già frequentano le carceri.
Per il “personale militare”, come intende provvedere la Croce Rossa Italiana? Cosa intende per personale militare?
Intendo agli appartenenti al Corpo militare della Croce Rosa Italiana.
Si è già avuta qualche reazione o commento a questa sua innovativa e originale proposta?
Abbiamo avuto delle reazioni, ne hanno parlato anche le agenzie di stampa, in particolar modo l’Ansa. Commenti interessanti sono venuti sia dal mondo del volontariato, da Don Mazzi, il quale si è dichiarato favorevole, sia da parte di ambienti del Dap, sindacati, ecc. che hanno considerato che con alcuni aggiustamenti, lavorandoci sopra l’ipotesi potrebbe essere utile all’Italia.
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Chi è Massimo Barra
Massimo Barra è stato uno dei primi medici in Italia a prendersi cura dei tossicomani fin dal 1974 al Centro delle Malattie sociali del Comune di Roma e poi fondando nel 1976 “Villa Maraini”, di cui è tuttora direttore.
Volontario della Croce Rossa fin da giovanissimo, Barra è stato per 8 anni Presidente nazionale di Pionieri della Cri, e per 21 anni Ispettore nazionale dei 70mila volontari del soccorso attivi in 1.050 località su tutto il territorio nazionale.
L’11 dicembre 2005 Barra è stato eletto Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana con 623 preferenze su 637 votanti.
A Ginevra alla Federazione di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Massimo Barra è stato dal 1974 al 1982 Presidente della Commissione giovani, dal 1982 al 1990 Presidente della Commissione sviluppo, dal 2004 al 2005 vice Presidente e dal novembre del 2005 è stato rieletto Presidente della Commissione sviluppo, compiendo oltre 300 missioni che lo hanno portato in più di 80 Paesi.
FOTO: Massimo Barra
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