Siulp
La Segreteria provinciale di Bologna comunica: “Il Centro addestramento di Polizia Ferroviaria, l’unica Scuola in questo capoluogo tra tutte le Forze di polizia e armate che avesse un rilievo nazionale e i cui costi non gravavano sul ministero dell’Interno, è stata chiusa ignorandone l’importanza strategica rispetto ad un nodo ferroviario da sempre obiettivo del terrorismo (1974, 1980, 1984), in un clima di generale sottovalutazione delle ricadute culturali e organizzative anche da parte degli organismi giudiziari e delle Autorità di Ps del capoluogo, se si esclude l’interessamento del Gruppo consiliare del Comune ‘Il Cantiere’, del Consiglio provinciale e della Cisl di Bologna.
Il Siulp auspica che almeno il personale sia trattato con più razionalità e non paghi le conseguenze di una scelta di fatto imposta a questta città, dall’alto di certe logiche di potere, sottraendo a Bologna e ai suoi cittadini il plusvalore che solo una struttura di formazione permanente, come era di fatto il Centro di addestramento di Polizia Ferroviaria, può offrire alla sicurezza.
L’imminente chiusura della Scuola, dopo aver danneggiato Bologna, non deve trasformare i suoi dipendenti in soldatini senza storia pronti a colmare le lacune organizzative create da altre scelte poco ponderate come quella di aprire il Cpt in una città quale Modena, il cui organico non poteva certo assorbire l’impatto senza conseguenze sul piano organizzativo ed in sfregio alle riserve che il Siulp di quella città espressa da subito, anche con pubbliche iniziative di protesta.
Sono ormai troppe le realtà territoriali in debito di ossigeno rispetto alle innumerevoli funzioni che il personale della Polizia di Stato deve quotidianamente assicurare, ma questo non giustifica il balletto di aggregazioni cui è sottoposto in questi giorni il personale della Scuola Polfer. A novembre scorso, inaspettatamente, erano state disposte alcune aggregazioni presso la questura di Bologna e l’Autocentro, revocate dopo solo qualche ora e sostituite da un’aggregazione a Modena la cui questura registra ormai da anni una gravissima carenza di organico, soprattutto a seguito dell’apertura del Cpt. Un servizio che avrebbe potuto essere equamente distribuito tra tutte le Scuole del territorio, senza privare i colleghi della Scuola Polfer delle ferie natalizie.
La decisione del Dipartimento della Ps non fa che aggravare lo stato di incertezza dei colleghi del Capf che vai Uffici di questa Regione si stanno di fatto ‘contendendo’ dopo la notizia della sua chiusura e che in attesa di una definitiva assegnazione potrebbero essere impiegati come tappabuchi nelle realtà ove il Dipartimento non ha voluto pianificare in tempo un adeguato incremento di organico, pur avendovi attivato nuovi servizi come quello richiesto dal Cpt di Modena o dal Polo Logistico di Bologna.
Le inefficienze del Dipartimento dovute anche a scelte lobbystiche e a razzismi organizzativi, ricadono di nuovo sul Capf di Bologna il cui personale, a trenta giorni dalla chiusura, non sa ancora dove verrà trasferito e viene utilizzato per ora come merce in svendita, solo per evitare tensioni in realtà territoriali il cui disagio è in realtà noto da tempo.
I lavoratori chiedono più progettualità e meno improvvisazione”.
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La Sezione di Base dell’Aeroporto di Ciampino ha inviato questa lettera al dirigente l’Ufficio della Polizia di Stato Frontiera aerea Aeroporto di Roma Ciampino dr R. De Felice e al direttore 5^ Zona Polizia di Frontiera dir. sup. dr F. Gatti: “Le leggi del nostro Paese prevedono la limitazione della libertà personale, seppur per tempi ben limitati, nei confronti di quelle persone delle quali si hanno dubbi sull’identità dichiarata, sulla genuinità dei documenti esibiti, o che rifiutano di declinare le proprie generalità. Tale limitazione è finalizzata alla certa identificazione di quei soggetti che può avvenire anche mediante la sottoposizione di rilievi foto-dattiloscopici e la comparazione delle impronte digitali tramite il sistema Afis.
Nei confronti di queste persone sottoposte al fermo di identificazione deve essere attuata una necessaria vigilanza basata su criteri che garantiscono l’efficienza del servizio e degli stessi operatori.
Nell’Ufficio della Polizia di Stato Froniera aerea aeroporto di Ciampino, nella sala denominata deporty non vi sono telecamere interne. Se qualcuno vi si sente male, chi lo salva se intanto l’operatore sta controllando il passaggio di servizio e contemporaneamente svolge servizio anche come armiere? In questo Ufficio di Polizia manca però la minima disposizione scritta volta a specificare le modalità di quel servizio.
Ecco che si verifica il fatto, deprecabile, che la vigilanza di uno straniero sottoposto al fermo per identificazione venga realizzata da un solo operatore di Polizia, da quel collega che contemporaneamente svolge già altri due compiti (armiere e controllo passaggio di servizio): un solo poliziotto che viene comandato a garantire l’incolumità del fermato, le sue necessità fisiologiche, ed impedire l’eventuale tentativo di fuga, di danni ai materiali dell’Ufficio, ecc.
E’ una problematica che merita una particolare attenzione, se non altro per il fatto che interessa l’incolumità delle persone arrestate o fermate e quella degli stessi operatori.
Non comprendiamo poi il motivo per il quale difficilmente vi sono disposizioni chiare, molto meno poi quelle scritte, circa le modalità di vigilanza delle persone fermate! Noi comunque non possiamo tollerare nella maniera più assoluta questa situazione che mette seriamente a repentaglio la sicurezza dei nostri colleghi.
Si richiede quindi di voler intervenire con delle specifiche direttive sulla materia, che impediscono il verificarsi di fatti come quelli descritti, che diano certezza sull’espletamento di quel servizio di vigilanza, e che garantiscono sicurezza agli operatori chiamati ad espletarli.
Nell’attesa di un cortese risconstro, si coglie l’occasione per inviare i più cordiali saluti”.
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La Segreteria provinciale di Roma comunica: “Ulisse, in greco Odisseo, re di Itaca e figlio di Laerte e di Anticlea, è l’eroe più famoso di tutta l’antichità. La sua leggenda è stata oggetto di rimaneggiamenti, ed a volte utilizzata quale utile aiuto a spiegare meglio le vicende dell’uomo. Anche il Siulp, toccando l’argomento in voga, ovvero quello dei ‘crediti seducenti’, tira in ballo Ulisse che riuscì a superare, seguendo i consigli della maga Circe, le insidie delle sirene ammaliatrici delle rocce vaganti e di Scilla e Cariddi, giungendo finalmente nell’isola di Trinacria, in cui pascolavano i bianchi buoi appartenenti al dio Sole.
Iscritto+laureato=disdettato o viceversa. E’ questa l’operazione matematica più in voga. Doppia iscrizione al sindacato e all’Università ma attenzione alle scadenze... entrambe entro il 31 ottobre... Tutto accettabile, forse poco condivisibile ma certamente poco chiaro.
Con l’entrata in vigore della legge 28/12/2001, n. 448, possono essere riconosciuti ‘crediti formativi’ per il conseguimento di un diploma di laurea presso le Università italiane a favore di pubblici dipendenti che hanno frequentato le scuole di formazione presso le rispettive Amministrazioni. Anche il Dipartimento della Ps ha provveduto alla stipula di una ventina di convenzioni con altrettanti Atenei sparsi sul territorio nazionale.
Ecco che, anche i sindacati, decidono di offrire ai propri iscritti autonome convenzioni e tutoraggio incluso per la preparazione degli eventuali esami; tuttavia, qualche furbacchione continua a circolare tra i poliziotti, promettendo furgoni di lauree low cost ed omettendo di fare chiarezza sui meccanismi legati al riconoscimento dei crediti ed al valore stesso della cosiddetta laurea triennale. Ecco perché, risulta doveroso porre in rilievo come allo stato, nell’Amministrazione della Polizia di Stato, non vi sia alcuna previsione normativa che consenta di accedere ai concorsi per un ruolo superiore per coloro che risultino muniti di laurea triennale. Peraltro, per l’accesso al ruolo dei funzionari, risultano necessarie le seguenti lauree specialistiche o magistrali: Giurisprudenza, Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, Scienza dell’Economia; Teoria e tecniche della normazione e dell’informazione giuridica, Scienze economico aziendali e Scienza della Politica. Ecco perché, bisognerebbe prestare attenzione al tipo di laurea ed all’Ateneo con il quale è stata stipulata la convenzione poiché laddove il collega intendesse seguitare gli studi per conseguire la laurea specialistica, in molti di questi Atenei non esiste alcun corso corrispondente, oppure vi sono corsi la cui laurea non è idonea per l’accesso al concorso per il ruolo dei commissari.
Nel caso di iscrizione ad un corso specialistico in un Ateneo diverso da quello ove si è conseguita la laurea triennale si potrebbe incorrere nel rischio di non vedersi riconosciuti i crediti acquisiti con le convenzioni in quanto ogni Ateneo le ha stipulate con il Dipartimento e le organizzazioni sindacali in maniera autonoma e senza carattere estensivo.
Per concludere, una laurea triennale, pur se inutile sotto il profilo della progressione in carriera, per questioni di orgoglio personale, è sempre ben consigliata. Ma, come tutte le convenzioni, come per esempio quella del Siulp, dovrebbe mostrare ogni lato della questione, piuttosto che essere utilizzata al solo fine di ammaliare l’Ulisse della situazione con pubblicità ingannevoli”.
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Silp-Cgil
Il Congresso nazionale Silp-Cgil ha eletto all’unanimità la nuova Segreteria nazionale.
Su proposta di Claudio Giardullo (riconfermato Segretario generale dell’organizzazione) risulta così composta: Maurizio Blini, Salvatore Ingrosso, Paolo Masia, Giovanni Meuti, Federico Schillaci, Daniele Tissone e Salvatore Varriale. E’ stato anche eletto il Direttivo nazionale ed il Consiglio generale dell’organizzazione.
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Sappe
La Segreteria regionale Roma comunica: “Con delibera della Giunta Regionale del Lazio sono stati bloccati i finanziamenti a favore della Polizia Penitenziaria, appositamente previsti da una legge regionale nella precedente legislatura.
In particolare, erano stati stanziati e 200.000 nell’anno 2004, per l’assistenza psicologica agli operatori della Polizia Penitenziaria da realizzarsi in convenzione con le Asl, che ora saranno indirizzati esclusivamente a Cooperative sociali a cui fanno capo servizi per la popolazione detenuta.
In sede di assestamento di bilancio, nel decorso mese di luglio 2005, gli stanziamenti per il miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori penitenziari sono stati, poi, incrementati sino a e 450.000, annullati dall’attuale delibera del 6/9/2005: così il Corpo di Polizia Penitenziaria non potrà beneficiare di fondi che, comunque, erano un riconoscimento significativo per l’attività quotidiana svolta.
In questo modo la Polizia Penitenziaria viene indebitamente e immotivatamente penalizzata nonostante le inbombenti e indifferibili esigenze ben note; sicché la Polizia Penitenziaria, pur destinataria di interventi finalizzati a migliorare la formazione e le condizioni operative del personale, timangono vanificate.
Certo che non ci si aspettava proprio che la nuova Giunta Regionale del Lazio, all’inizio della sua attività quinquennale, ritenesse di schierarsi contro gli oltre 5.000 appartenenti al Corpo che prestano servizio negli Istituti penitenziari del Lazio.
Tale indendimento non sembra, infatti, demagogico ma potenzialmente obiettivato ad agevolare altre realtà.Eppure la situazione del Corpo, i carichi di lavoro e le difficoltà logistiche e organizzative immanenti del Corpo sono all’ordine del giorno e sempre più schiaccianti e gravose!
Rincresce molto la decisione che si contesta e si manifesta un enorme disappunto nei confronti di chi probabilmente senza rendersene conto, danneggia servitori dello Stato e una Forza di polizia già oberata di molteplici compiti, il cui adempimento responsabile richiede puntualmente enormi sacrifici e grande abnegazione”.
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