Sulla nota vicenda del collocamento in quiescenza del funzionario di Polizia Ennio Di Francesco (pioniere della Riforma e animatore instancabile del Movimento per la smilitarizzazione e sindacalizzazione del Corpo) abbiamo più volte parlato su queste nostre colonne. Ora pubblichiamo, qui di seguito, una interrogazione parlamentare che riguarda direttamente il funzionario, presentata al Senato.
Interrogazione a risposta orale presentata da Nando Dalla Chiesa lunedì 7 novembre 2005 nella seduta n. 888.
“Al ministro dell’Interno.
Premesso che:
il funzionario di Polizia dr Ennio Di Francesco, vincitore, nel 1969, di concorso pubblico, ha svolto fino al 1985 incarichi nella lotta contro la criminalità organizzata comune e terroristica in Italia e all’estero; per sei anni è stato ufficiale di collegamento europeo antidroga presso l’Oipc-Interpol in Francia;
è stato in quegli anni tra i promotori di quel Movimento democratico di Polizia che ha portato alla legge 121/1981, favorendo un importante processo di integrazione della Polizia nella società italiana;
distaccato nel 1992 fuori ruolo all’Ufficio del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, vi ha diretto, presso il Dipartimento Affari Sociali, l’Ufficio interministeriale di coordinamento contro le tossicodipendenze; in tale veste è stato anche rappresentante italiano presso l’Osservatorio dell’Unione Europea sulle tossicodipendenze con sede a Lisbona;
il primo dirigente Di Francesco, nonostante il suo curriculum di rilievo, non è mai stato nominato dirigente superiore; e anzi, sulla base del decreto 334/2000 che ha equiparato l’età di pensionamento dei funzionari civili di pubblica sicurezza a quella dei militari ufficiali, è stato collocato d’ufficio in congedo anzitempo, laddove, se promosso, sarebbe potuto restare in servizio per un più lungo periodo;
il dr Di Francesco ha già esperito, dal 1999 al 2003, cinque ricorsi amministrativi, riferiti ai Consigli di Amministrazione per gli anni 1999, 2000, 2001, 2002 e 2003; i giudici del Tar del Lazio hanno riunito i ricorsi e li hanno discussi in udienza solo nel marzo del 2004, poco prima del pensionamento del 1° maggio;
quattro sentenze, depositate nel luglio 2004, a congedo avvenuto, sono favorevoli al dr Di Francesco per le promozioni riferite agli anni 2000, 2001, 2002 e 2003.
Tutto ciò premesso si chiede di sapere se il trattamento di carriera riservato al dr Di Francesco possa essere stato negativamente condizionato dall’opera da lui svolta a tutela dei diritti sindacali dei dipendenti della Polizia di Stato e del processo di democratizzazione delle Forze dell’ordine, tanto più che recenti e clamorose promozioni avvenute nella stessa Polizia di Stato si sono segnalate per la loro inopportunità proprio sul piano dell’etica democratica repubblicana, al punto da suscitare apposita interpellanza sottoscritta da cinquanta senatori della Repubblica”.
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