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Gennaio/2006 - Articoli e Inchieste
Kosovo
La “Community policing” in Kosovo un esperimento, e forse un esempio
di Ivo Marussi - Ispettore della Polizia di Stato

Una filosofia secondo la quale la Polizia
dovrebbe consultarsi con la gente per fissare
le priorità delle attività da svolgere

La presenza delle Nazioni Unite in Kosovo si inserisce nel contesto della crisi esistente da lunga data in quella provincia serba; di fatto una non dichiarata guerra civile che contrapponeva la maggioranza della popolazione d?tnia albanese alla minoranza serba. Sul campo, una cospicua presenza di Forze militari e di sicurezza inviate da Belgrado fronteggiavano le frange combattenti dell?rredentismo albanese dell?shtria Clirimtare (e) Kosove, (Uck - Esercito di Liberazione del Kosovo), apertamente impegnato a condurre sul terreno una massiccia offensiva militare.
Per la soluzione della crisi, le Nazioni Unite si erano gi? impegnate, purtroppo senza successo, con le risoluzioni 1160, 1199 e 1203 del 1998 e con la 1239 del 14/05/1999. Il mancato raggiungimento di un accordo tra le parti durante gli incontri di Rambouillet del marzo 1999 offrivano la giustificazione per un intervento armato della Nato. Questo iniziava il 24 marzo e si concludeva, dopo 78 giorni di bombardamenti aerei, con l?ccordo sul ritiro delle Forze armate e di sicurezza Jugoslave dal Kosovo.
La successiva risoluzione n¡ 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999 sanciva definitivamente l?scita dallo stallo di contrapposizione armata ponendo, a lungo termine, le basi per un?uspicabile soluzione pacifica della crisi. Tale risoluzione decretava l?nstaurazione da parte delle Nazioni Unite di una amministrazione civile ?d interim? con lo scopo di dare l?vvio alla normalizzazione del Paese introducendo principi di vita democratica e di ricomposizione dei dissidi tra le etnie in lotta; condizioni queste indispensabili per una successiva definizione sullo status finale della regione.
L?niziativa beneficiava di un ampia convergenza di consensi politici che garantiva la condivisione di compiti e responsabilit? tra i principali soggetti coinvolti nella soluzione della crisi (i cosiddetti ?our pillars?: le Nazioni Unite, con la potest? amministrativa ed organizzativa dell?pparato civile; la Nato, attraverso la Kosovo-Force (K-For), quale componente militare di stabilizzazione; l?rganizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (Osce), incaricata del processo di formazione democratica delle nuove Istituzioni nonch? dell?ddestramento della nuova Polizia locale e l?nione Europea come primo soggetto responsabile per la ricostruzione economica.
Per quanto concerneva l?mportante aspetto del mantenimento dell?rdine e la sicurezza pubblica la risoluzione Onu 1244, all?rt.11 lettera i), sanciva ?n iniziale, temporaneo dispiegamento di personale di Polizia internazionale in vista della successiva creazione di un Corpo di Polizia locale? Tale personale di Polizia internazionale, inquadrato nell?nmik Police, avrebbe operato secondo i principi guida della Risoluzione 1244 e le disposizioni emesse appositamente, volta per volta, dal vertice della missione nella persona dello Special Rappresentative of the Secretary General of the Un for Kosovo, il primo dei quali ? stato il francese Bernard Kouchner. I principali compiti all?nterno del mandato generale venivano indicati nei seguenti: a) proteggere la vita e le propriet?; b) mantenere la legge e l?rdine pubblico; c) aiutare ed assistere in ogni tipo di emergenze; d) prevenire e scoprire i crimini; e) catturare i colpevoli di tali crimini.

La struttura dell?nmik Police - L?nmik Police ? composto di personale appartenente alle Forze di polizia di 49 Paesi, tra cui l?talia, che sostengono la Risoluzione 1244/99. Gli operatori, inquadrati come ?nternational Police Officers?(Ipo), sono impiegati in due possibili modi: a) ?ndividualmente?nelle strutture ?erritoriali?(Quartiere Generale, ?pecialized Units? Comandi Regionali, Stazioni, etc.) e nella Polizia di Frontiera, (Border Police ); b) in Reparti nazionali, inquadrati ed omogenei, con funzioni di mantenimento dell?rdine pubblico (similari ai Reparti Mobili), denominati Special Police Units. Tale partizione risponde unicamente alle necessit? operative pianificate dal vertice Unmik in accordo con i vari Paesi. A capo dell?nmik Police ? posto un ?ommissioner? a cui fanno capo le citate strutture.
L?nmik Police rappresenta il primo ?sperimento? di creazione di un gran Corpo di Polizia internazionale con funzioni esecutive e non di solo monitoraggio (compiti che caratterizzavano, invece, altre missioni delle Nazioni Unite quale ??nternational Police Task Force?in Bosnia). Il presente articolo si propone di esaminare uno degli aspetti pi? ?nnovativi?che hanno caratterizzato tale missione, la ?ommunity Policing Activity? filosofia e pratica dell?ttivit? di Polizia riconducibile al modello di ?olizia di prossimit??

Il concetto di Community Policing - Il concetto di Community Policing si propone come qualcosa di pi? che una semplice procedura operativa aspirando, piuttosto, ad essere ?a linea guida di un nuovo concetto sul come fare Polizia?
Il pi? noto rappresentante di questa ?ilosofia?? stato lo statunitense Robert Trojanowicz, docente di Diritto scomparso nel 1994, che per la sua attivit? nel campo della ricerca e dello sviluppo dedicato all?ttivit? di Polizia, viene ancora oggi citato nei testi del Fbi come uno dei ?odici migliori esperti mondiali in materia di Polizia? Il Community Polcing ? nel contempo un modo di pensare ed una strategia organizzativa che permette alla Polizia ed ai cittadini di lavorare in maniera pi? unita per risolvere i problemi legati al dilagare del crimine: esso richiede impegno nel dare pi? poteri alla comunit? ed implica un?ttivit? di Polizia decentrata e personalizzata, connotata dalla ricerca costante della soluzione di problemi sia a lungo sia a breve termine, nel rispetto dei canoni di etica, legalit?, responsabilit? e reciproca fiducia. Si tratta, in altre parole, di una concezione del modo di fare Polizia che privilegia gli aspetti della prevenzione rispetto a quelli della repressione, ritagliando per la Polizia un ruolo che si pu? definire ?ro-attivo?
Tale visione teorica si ? consolidata nel corso degli anni, dando luogo allo sviluppo di concetti pi? pratici ed effettivi. Specialmente negli Stati Uniti la Community Policing ? divenuta la filosofia ufficiale di riferimento per l?ttivit? della Polizia di prevenzione, tanto che lo ?s Department of Justice?ha creato appositamente una struttura idonea a supportarne la diffusione: ??ffice of Community Orientated Policing Services? o Cips, per il qual ? stato coniato il motto ? safer America through Community Policing?(una America pi? sicura attraverso la Community Policing). Proprio il Cops ? ora l?ssatura di sostegno per tutte le agenzie di Polizia statunitensi che hanno ?dottato? o intendono adottare, l?pplicazione pratica della Community Policing.
Il ruolo affidato dal Ppm - ?olicy e Procedures Manual?(Manuale di procedure e Indirizzo di condotta), vero compendio normativo omnicomprensivo delle regole procedurali ed amministrative del Corpo, all?ttivit? di Community Policing ?, in effetti, un minus rispetto alle potenzialit? complessive del concetto; la sua collocazione nell?mbito procedurale sembra dettata pi? dalla volont? dei vertici dell?nmik Police di riservare alla Community Policing ?n posto in prima fila?a fronte di una relativamente scarsa (o nulla) conoscenza della dottrina stessa da parte della maggioranza degli Ipo impiegati in missione.
Considerando i principi guida della Community Policing e gli sviluppi gi? registrati negli Stati Uniti, si capisce che la ?isione?di ci? che potrebbe e dovrebbe essere tale attivit? riveste per l?nmik pi? un significato ideale e d?ntenti che non un effettivo strumento tale da incidere significativamente sull?ttivit? di Polizia: la previsione temporale di 10-15 anni necessari al raggiungimento di una soddisfacente realt? conforme ai principi elencati da Trojanowicz ? un limite evidente ?ell?ttica di missione? Essa si impone, invece, quale visione lungimirante nel contesto di creare una ?uova Polizia locale?che lavori al servizio della ?uova societ??emergente dai fumi della guerra civile; quindi, concetto ideale che ben si inserisce nella visione etica delle Nazioni Unite e che, aspetto non meno importante, trova gi? pronto un modulo operativo particolarmente caro alla componente statunitense, massicciamente presente ai vertici decisionali della missione in Kosovo.
Un?ndicazione dell?mportanza che la Community Policing riveste nel contesto operativo dell?nmik Police si trova nella parte 2^ del Ppm - Operations - Sezione 2 :?rrest and Detention? Punto 2.2: ?uveniles? che il Codice procedurale prevede espressamente il coinvolgimento del personale di Polizia appartenente alla ?ommunity Policing Unit?(Cpu). Il regolamento prescrive che dei casi coinvolgenti minori (sia in qualit? di sospetti che di vittime), venga interessato il personale che espleta attivit? continuativa di Community Policing nell?mbito delle apposite Unit?. La procedura non sottende in ci? un preminente ruolo investigativo (infatti, l?nvestigatore originariamente competente per il caso ha il solo obbligo di inoltrare copia del rapporto iniziale, cosiddetto ?ncident Report? alla Cpu non anche di cederne la potest? investigativa) ma indica, piuttosto, in tale unit? specializzata il soggetto di Polizia pi? competente a gestire casi molto delicati sotto il profilo dell?mpatto sociale. Sar? poi cura della Cpu operare in stretto contatto con i ?ervizi sociali?del Center for Social Work (presenti presso il Department of Labor and Social Welfare located in the Municipality Civil Administration), anche al fine di ?are un supporto ai genitori/parenti dei minori coinvolti?
Seppur non specificato nel Ppm, vi ? un altro aspetto operativo importante che ? indirettamente collegato all?ttivit? di Community Policing: quello delle ?iolenze in famiglia?o ?omestic violence? Per tali casi il Ppm non indica a carico delle Cpu compiti regolamentati, come invece nel caso dei minori, ma tuttavia una direttiva del Mhq affidava (sino al gennaio 2004) la competenza su tali casi a ?perative Sections?stabilmente aggregate alla ?ommunity Policing Units?(poi trasferite nell?mbito delle Investigation Units).
Tutto ci? ? un chiaro indicatore del livello di considerazione, invero pi? qualitativo che quantitativo, posto dal vertice dell?nmik Police verso ??ttivit? di Community Policing? Altres?, sembra che la specificit? di tale attivit? sia da ricercarsi pi? in un certo ?oncetto sotteso al termine?piuttosto che nella sola attivit? e procedura ad essa demandata. A rafforzare tale supposizione vi ? stata la costituzione di uno specifico settore operativo (branch) di Community Policing all?nterno del Mhq, inserito nella struttura di comando dell?nmik Police.

Il Kosovo Police Service (Kps) - La dinamica di crescita e dispiegamento dell?nmik Police sul terreno ? stata alquanto lenta e, alla fine del 1999, l?rganico complessivo si era attestato appena intorno alle 2.200 unit? (per lo pi? concentrate nella regione di Pristina, la ?apitale?. Tali numeri non consentivano allora di affrontare efficacemente tutti i compiti assegnati alle Police Stations, le quali si vedevano costrette a concentrare le proprie attenzioni sugli aspetti operativi pi? urgenti. All?nizio della missione per le Comunity Policing Unit non vi era molto spazio d?zione e la loro costituzione era subordinata ad altri servizi primari, quali il rafforzamento delle Patrol Units, l?rganizzazione d?fficienti Investigation Units e Traffic Units.
?ttendendo tempi migliori? i compiti a loro assegnati dal Ppm venivano espletati ad interim da altri ?ffici? quali l?nvestigation Unit. Si registra cos? uno stallo delle attivit? proprie della Community Policing che dura sino all?ntrata in servizio dei primi operatori del Kosovo Police Service, a partire dal 1 novembre 1999. Si tratta di uomini e donne, queste ammesse per la prima volta ad espletare un servizio di Polizia, che sono reclutati localmente in misura selettivamente proporzionale alla situazione etnica esistente, tenendo conto sia delle etnie maggioritarie - albanesi e serbi ?che di quelle minoritarie - bosniaci, gorani, turchi, Rom e Gipsy (la pratica ha dimostrato le difficolt? insite nell?ncomiabile progetto di coinvolgere, in maniera paritetica, tutti i soggetti menzionati).
I poliziotti del Kps, posti sotto il controllo e comando dell?nmik Police, vanno cos? a creare quel servizio di Polizia locale previsto dalla risoluzione 1244 delle Nazioni Unite.
Selezionati a cura dell?nmik Police, i candidati ritenuti idonei sono avviati ad un periodo di formazione ed istruzione presso la Scuola di Polizia gestita dall?sce (il cui ?orpo docenti?? composto di poliziotti internazionali) e situata in Kosovo, in localit? Vucitrn/Vushtrri (secondo la rituale doppia toponomastica serbo-albanese).
La filosofia costitutiva del Kps aspira alla formazione di un servizio di Polizia rispondente ai pi? alti standard professionali ed etici, paragonabili ai modelli europei ed occidentali. Non a caso il Kps Policy e Procedures Manual (Kps-Ppm), nella parte introduttiva dedicata alla deontologia del servizio, si richiama direttamente ai ?rincipi etici espressi dal Consiglio d?uropa?(?ouncil of Europe?Ethical Policing Guidelines in Kosovo), come di seguito riportati:
I. Sar? politica del Kosovo Police Service seguire le linee guida raccomandate e preparate dal Segretario Generale del Consiglio d?uropa. Tutto il personale del Kosovo Police Service familiarizzer? con queste linee guida e le adotter? come regole standard per i principi etici in Kosovo.
II. Il mantenimento della legge e dell?ordine ? una caratteristica comune delle Polizie di ogni Stato, indipendentemente dal sistema politico vigente. Il riconoscimento della protezione dei diritti fondamentali dell?ndividuo costituisce un obiettivo addizionale per ogni Polizia delle societ? democratiche ove prevalga la legge del diritto. Inoltre, in tali societ? la Polizia viene indicata ? servizio del pubblico?ed il suo successo dipende largamente dal consenso di questo verso la Polizia. In altre parole, la Polizia non dovrebbe venir tenuta separata dalla gente, ma sar? bens? integrata nella comunit?. Queste idee sono nel cuore del Consiglio d?uropa.
L?mpostazione data al nuovo servizio di Polizia, sebbene sorretta da un notevole sforzo organizzativo e finanziario, trova sulla sua strada due ostacoli principali: il primo ? frutto del contrasto tra la volont? di formare del personale altamente qualificato e preparato ed il tempo estremamente ristretto concesso per raggiungere tale scopo; il secondo ostacolo ? dato da un livello culturale di base dei candidati poliziotti veramente limitato, tanto da registrare una drammatica difficolt? da parte della maggioranza degli aspiranti poliziotti a scrivere il pi? semplice rapporto di servizio. A tutto ci? si aggiunga l?rduo compito di amalgamare in uno spirito di corpo unitario elementi d?tnie diverse che, fino a poco tempo prima, si erano trovati schierati (talvolta armi in pugno) su fronti opposti.
E?affrontando tali problematiche che le reclute del Kps sono sottoposte ad un ciclo di istruzione ed addestramento che prevede, tra le altre materie, l?ssimilazione dei concetti di Community Policing: le caratteristiche proprie di tale filosofia, infatti, ben si prestano al tentativo di sanare alcuni dei problemi atavici che hanno interessato nel passato l?ttivit? di Polizia in Kosovo dove, come in molti altri Paesi soggetti a regimi autoritari, la Polizia veniva spesso usata per ?ntimidire e soggiogare?i cittadini. Va ricordato che fino all?ntervento della Nato e delle Nazioni Unite, le Forze di polizia operanti in Kosovo erano composte di soli elementi di etnia serba che venivano quindi considerati ?emici?dalla popolazione albanese (una politica di epurazione etnica condotta dal regime di Milosevic a partire dal 1991 aveva infatti escluso gli albanesi dagli impieghi nell?pparato pubblico); in essi la gente vedeva quindi pi? una ?orza usata contro la gente? anzich? un elemento impegnato a proteggere gli individui nei loro diritti di espressione, religiosi e di associazione. Per capovolgere tale visione nei confronti della Polizia ? indispensabile dare impulso ad un?ttivit? di recupero della reciproca stima e fiducia; da un lato i cittadini sono chiamati a considerare la Polizia come parte ?mica?inserita nella societ?, dall?ltro i nuovi poliziotti devono sviluppare una nuova visione dell?ttivit? d?stituto che spesso contrastava con i propri ricordi di quando la Polizia era ?oro antagonista?

Formazione professionale del Kps - Gli allievi agenti del Kps ricevono un input formativo che vede nei concetti di Community Policing una delle chiavi di volta del nuovo servizio di Polizia. Il piano formativo segue uno specifico programma che ? interessante seguire nei dettagli riportando, per quanto possibile, gli approcci didattici usati.
Il risultato prefissato dal corso d?nsegnamento ? riassunto nell?cquisizione conoscitiva dei seguenti ?unti cardine?
Saper riconoscere la differenza potenzialmente insita nei termini ?orza di polizia?e ?ervizio di Polizia? secondo i concetti della Community Policing. In questa fase ? posto l?ccento sulla necessit? di imporre un taglio netto con ? fantasmi del passato?quando le Forze di polizia, ante-guerra, erano descritte dalla comunit? come ?ntimidatorie, non socievoli ed inaccessibili? Gli allievi sono istruiti sulle differenze concettuali potenzialmente sottese nei termini: a) Forza di polizia (termine che riporta alla mente immagini quali ?epressione, contrapposizione? atteggiamenti boriosi nei confronti dei cittadini); b) servizio di Polizia (la parola servizio porta alla mente il concetto ?l servizio del cliente?. La dedizione al servizio ? un ingrediente essenziale nella moderna attivit? di Polizia ove l?ttenzione ? posta sulla vittima piuttosto che sul criminale, al servizio della gente piuttosto che al servizio delle personae che detengono il potere di gestione del Paese (come succedeva con il precedente governo autoritario).Da tali paragoni deriva per l?llievo un intimo connubio tra i concetti ?ervizio di Polizia e Community Policing?quale attivit? che attivamente coinvolge la cittadinanza in maniera da ridurre, prevenire e scoprire il crimine. Solo quando la comunit? e la Polizia lavorano veramente insieme per il bene comune, vi ? una totale fiducia dei cittadini verso la Polizia e questa pu? compiere il suo mandato di ?roteggere e servire?(protecting and serving).
Assimilazione del concetto di Community Policing come ??ttivit? di Polizia che coinvolge attivamente la comunit? al fine di scoprire, prevenire e ridurre i crimini? In tale contesto ? evidenziato come i cittadini abbiano il ?iritto?e la ?esponsabilit??di partecipare al processo di perseguimento degli obiettivi della Polizia (?olicing process? in cambio del loro supporto attivo alle Forze dell?rdine. Agli allievi ? chiesto di evidenziare quali sono le differenze sostanziali tra l?ttivit? di Polizia ?nte-guerra?e il servizio di Polizia richiesto al Kps; la caratteristica della Polizia precedente comprendeva numerose critiche da parte dei cittadini (abuso d?utorit?, scarso interesse verso i cittadini, trattamento della gente come ?umeri piuttosto che come esseri umani? ecc.), mentre la filosofia di Community Policing che deve sostenere l?ttivit? del Kps richiede di interagire positivamente verso i cittadini, anche quando l?ttivit? d?stituto richiede azioni di carattere punitivo (arresto, contravvenzioni stradali, l?so legittimo della forza, ecc.). Anche in questi casi ? raccomandato che gli agenti utilizzino tutti i mezzi possibili per stabilire un ?mbiente di positivo dialogo?operando nei confronti dei cittadini in maniera aperta ed amichevole idonea a guadagnare la fiducia e confidenza del pubblico.
Saper riconoscere ed esemplificare il concetto di ?lienti diretti ed indiretti?come riscontrabili nella comunit?. La filosofia alla base della Community Policing crede che la Polizia dovrebbe consultarsi con la gente per fissare le priorit? alla base dell?ttivit? da svolgere. In tal situazione il cittadino diventa il ?liente del servizio di Polizia? in forma diretta o indiretta. Gli agenti di Polizia dovranno continuamente rinnovare le relazioni con la comunit? per garantire che il servizio fornito e che i rapporti stabiliti saranno efficaci al fine di sviluppare un ambiente sicuro. Viene perci? ripetuto che stabilendo un rapporto di fiducia con i clienti/cittadini la Polizia si assicura il flusso d?nformazioni indispensabili per prevenire e contrastare i fatti criminali.
Essere in grado di riconoscere e di riconoscersi nei principi base della Community Policing come di seguito riportati.
a) Impegno: poich? la Community Policing comporta ?n?ssociazione?tra Polizia e cittadini, entrambi devono impegnarsi. Gli agenti del Kps dovranno mostrare di impegnarsi nel migliorare la qualit? della vita dei cittadini assistendoli, ascoltandoli e risolvendo effettivamente i problemi presentati dalla comunit?. Allo stesso modo alla comunit? verr? chiesto di impegnarsi ad aiutare il Kps ad identificare e risolvere quei problemi che affliggono i cittadini. Agli allievi viene insegnato che i mezzi attraverso i quali si esterna l?mpegno della Polizia, sono, tra gli altri: un imparziale e rispettoso trattamento verso i cittadini; la dimostrazione di responsabilit?; capacit? di risoluzione dei problemi; la sensibilit? verso le diverse culture; il miglioramento della sicurezza pubblica; la creazione di condizioni di proficue relazioni e consultazioni con i cittadini; un?perta ed onesta comunicazione; un uso effettivo ed efficace delle risorse disponibili; la qualit? e tempestivit? del servizio.
b) Fiducia: strettamente correlata all?mpegno ? la fiducia che deve instaurarsi tra Polizia del Kps e cittadini. Quando la fiducia diviene reale, la comunit? dimostra pi? volont? ad assistere la Polizia. Su questi aspetti dell?nsegnamento il programma si concentra particolarmente sul ?omportamento?da assumere in servizio ed individua come particolari da curare il tono di voce, l?so di termini appropriati, la cordialit? mostrata, l?dozione di un atteggiamento corretto e rispettoso, il non rivolgersi agli altri con fare condiscendente, il prestare attenzione al ?inguaggio?insito nelle posizioni del corpo, la cura del proprio comportamento durante la guida di servizio, l?vitare atteggiamenti ostili anche se in situazioni di contrasto. Agli allievi ? ribadito che, in quanto poliziotti, essi saranno dei modelli per la comunit? di cui fanno parte e dovranno sempre ricordare di trattare gli altri con lo stesso rispetto con cui loro stessi vorrebbero essere trattati.
c) Riconoscimento dei bisogni speciali: la Community Policing riconosce che ci sono cittadini con bisogni diversi dagli altri (i giovani e gli anziani, per esempio). Sono menzionati i programmi gi? attuati per incontrare i bisogni specifici: lezioni sull?ducazione stradale per i bambini delle scuole elementari, attivit? ricreative, eventi sportivi, ecc.
d) Interesse nella comunit?: la Polizia ottiene il supporto e la cooperazione dei cittadini quando mostra interesse ai loro ?nput? Lavorare con gruppi di cittadini su progetti d?nteresse della comunit?, o/e con i residenti in un determinato quartiere per migliorarne le condizioni di sicurezza, garantisce tale supporto e cooperazione.
e) Flessibilit?: la Community Policing assiste lo sviluppo e l?pplicazione di nuovi approcci alla prevenzione del crimine basata sui bisogni locali. Tale approccio deve essere flessibile per incontrare i bisogni di oggi tanto quelli del futuro.
f) Cambiamento dell?pproccio della Polizia alla propria attivit? da ?eattivo?a ?ro-attivo? l?ttivit? di tipo reattivo prevede la reazione al compimento di un crimine mentre quella di tipo ?ro-attivo?? maggiormente orientata verso la prevenzione dei crimini. Tale concetto ? enfatizzato secondo il principio che sebbene i cittadini apprezzino interventi reattivi rapidi e la cattura dei rei, preferiscono in ogni modo una prevenzione ad ogni fatto che li possa vedere quali vittime. La pietra angolare dell?ttivit? di prevenzione ? costituita dal supporto dato dai cittadini.
g) Soluzione dei problemi: i poliziotti del Kps, oltre all?ttivit? volta all?pplicazione della legge ed agli interventi d?mergenza, devono anche implementare la propria capacit? di ?isolvere i problemi?dei cittadini. Una volta che l?mpegno e la fiducia diventano fattori acquisiti, i cittadini inizieranno a portare all?ttenzione della Polizia ?roblemi che richiedono soluzioni in tempi brevi? Attraverso un ?artenariato attivo?la Polizia e i cittadini lavoreranno insieme per identificare e risolvere i problemi. I poliziotti, quindi, devono divenire esperti nell?dentificare i problemi secondo le priorit? e trovare delle soluzioni per mezzo di un ?ccettato processo di risoluzione? Durante l?ddestramento ? dato specifico risalto all?spetto del ?roblem solving? ossia delle procedure adottabili per giungere ad una giusta soluzione delle situazioni che possono presentarsi nel corso del servizio. Pure riconoscendo, sin dall?nizio, che vi sono certi elementi che non possono essere cambiati, per esempio le limitate risorse in mezzi e personale di una determinata Stazione di Polizia, rimangono lo stesso altri fattori che possono essere considerati per una soluzione positiva di determinati problemi. Questi includono lo studio delle fasce orarie nelle quali concentrare la maggioranza del personale in servizio, la pianificazione dell?ssegnazione del personale e la valutazione del ruolo ?ttivo?da richiedere ai membri della comunit? in supporto all?ttivit? di Polizia, nonch? un approccio sistematico alla valutazione dei problemi. Riconoscendo l?sistenza di svariate metodologie di ?roblem solving? il piano d?struzione si concentra sul modello di soluzione di problemi criminali cosiddetto ? 5 fasi?che prevede a) l?dentificazione del problema e l?ssegnazione di una priorit?; b) l?nalisi del problema; c) la prospettazione di strategie ed opzioni realistiche idonee alla soluzione; d) l?pplicazione di strategie e di scelte idonee; e) la valutazione del risultato ottenuto. La simulazione guidata di casi tipo sui quali applicare il ?roblem solving process?completa questa fase istruttiva.
Assimilazione di tecniche di ?rime prevention? la fase finale del corso d?struzione di Community Policing per poliziotti del Kps riguarda l?spetto della ?revenzione del crimine? Indicata letteralmente come ?nticipare, riconoscere e valutare il rischio criminoso intraprendendo le azioni idonee a contenerlo e rimuoverlo? la prevenzione del crimine richiede una costante opera di dialogo con la comunit?; l?spetto dell?ttivit? d?nformazione e consiglio a favore dei cittadini ? indicata come una delle priorit? insite nel concetto ?ommunity Policing? A tal fine gli allievi sono indirizzati a dare consigli specifici, utilizzare tutto il tempo possibile per parlare con i cittadini che richiedono consigli dando loro una serie d?pzioni idonee a gestire i problemi, specificando, inoltre, che i consigli offerti si basano sulle valutazioni delle indicazioni ricevute dalla popolazione e sull?nalisi dei fenomeni criminosi verificatisi e che quindi non possono rappresentare di per se una garanzia. I benefici insiti in una campagna di prevenzione coronata da successo sono cos? indicati: a) consapevolezza dei cittadini che il loro impegno pu? ridurre l?ncidenza del crimine a loro danno; b) diminuzione della paura del crimine e aumento della qualit? della vita; c) aumento della volont? dei cittadini di riportare alla polizia informazioni utili alla prevenzione e repressione del crimine; d) aumento dei crimini positivamente risolti dalla Polizia.
La constatazione che la Polizia ?a sola?non pu? ridurre l?ncidenza dei crimini sulla societ?, porta alla considerazione che ? necessario un approccio al problema a carattere di ?artnership?con la cittadinanza. Tale strategia segue 4 principi: a) il bisogno di un lavoro congiunto tra Polizia e cittadini; b) il coinvolgimento, nell?dentificazione e prevenzione dei crimini, di vari soggetti ed agenzie operanti nella comunit?; c) il trattamento prioritario dei fenomeni criminosi locali a livello locale; d) il lavoro a stretto contatto con le autorit? locali per anticipare i possibili problemi emergenti dalla costruzione di nuovi insediamenti urbani.

Dopo l?ntrata in servizio del Kps - Completata l?sposizione del ?esson plan? si ritorna a dare uno sguardo sull?mpatto operativo registrato sul campo dopo l?ngresso in servizio della nuova Polizia locale.
L?rrivo del Kps nelle Stazioni di Polizia e nei Comandi Regionali, ha permesso la costituzione di Community Policing Units aventi una connotazione pi? ?ocale? riservando agli Ipo il compito di supervisione e controllo sulle attivit? svolte. L?mpatto positivo di tale scelta ? apparso immediato e i benefici operativi, derivanti dalla fiducia della popolazione locale verso ? loro poliziotti? si sono estesi presto a tutte le attivit? d?stituto.
Le Community Policing Units, hanno iniziato ad elaborare dei programmi d?ttivit? centrati su alcuni elementi chiave: scuole, strutture di prima accoglienza per persone disagiate, minoranze etniche. I risultati ottenuti variano notevolmente secondo il soggetto in questione, essendo risultato pi? agevole un coinvolgimento dei poliziotti locali in attivit? riguardanti il loro stesso gruppo etnico. In tal senso le attivit? di informazione e prevenzione effettuate dagli agenti del Kps nei propri ambiti di identit? etnica hanno registrato un notevole riscontro, sia da parte della popolazione sia da parte degli operatori impiegati.
Viceversa, l?mpiego del Kps in ambienti ?ulti-etnici?si ? scontrato inizialmente con una certa resistenza, sia da parte della popolazione che degli operatori (che vedevano ancora con diffidenza i soggetti dell?ltro gruppo etnico). Tale situazione ha registrato comunque un lento ma costante miglioramento e le attivit? svolte in contesti multi-etnici sono aumentate nel tempo, ottenendo infine alcuni rimarchevoli risultati d?ntegrazione. In tal senso ? possibile affermare che la Polizia locale sotto controllo dell?nmik Police ha, per l?pinione pubblica, il tasso d?ffidabilit? e credibilit? pi? elevato registrabile tra i nuovi soggetti locali, creati ad hoc dall?mministrazione ad interim.
Da tale considerazione deriva una valutazione positiva dell?ntroduzione dei concetti di Community Policing quale linea guida per l?ttivit? della nuova Polizia. Sebbene ancora in una fase di sviluppo e bisognoso di una costante attenzione protratta nel tempo, ci? rappresenta per il Kosovo Police Service (e quindi per gli obiettivi stessi della missione Unmik) un notevole beneficio. Basti dire che in alcuni casi i poliziotti del Kps, proprio grazie ad una visione avanzata derivata dal ?ommunity Policing? emergono, nel confronto con altre realt? di Polizia rappresentate nel contesto Unmik, per ?rofessionalit? e ampiezze di vedute?perfino rispetto ai loro ?entor?internazionali.

Considerazioni e commenti finali - In conclusione, si riportano alcuni commenti significativi espressamente rilasciati per le finalit? del presente articolo da poliziotti e personale che presta o ha prestato servizio nella missione Unmik.
Dr.Tamara Duffey (Gb). Unmik: Special Projects Manager - Director? Office del Kosovo Police Service School (Osce), attuale responsabile del programma Community Policing:
?ll?ngresso della Kosovo Police Service School (Kpss) ? visibile la frase che rappresenta l?deale formativo dei poliziotti del Kps: la Polizia ? la gente, la gente ? la Polizia (?olice are the People, People are the Police?. Sin dal 1999, 30 corsi agenti ?composti di rappresentanti di tutti gruppi etnici ?sono stati completati e assegnati al servizio della comunit? in tutto il Kosovo, portando

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