home | noi | pubblicita | abbonamenti | rubriche | mailing list | archivio | link utili | lavora con noi | contatti

Giovedí, 22/10/2020 - 14:52

 
Menu
home
noi
video
pubblicita
abbonamenti
rubriche
mailing list
archivio
link utili
lavora con noi
contatti
Accesso Utente
Login Password
LOGIN>>

REGISTRATI!

Visualizza tutti i commenti   Scrivi il tuo commento   Invia articolo ad un amico   Stampa questo articolo
<<precedente indice successivo>>
Gennaio/2006 - Articoli e Inchieste
Palestina
Hamas: una mano "caritatevole" e un'altra terrorista (prima parte)
di Leandro Abeille

L’organizzazione estremista
politico-militare che basa la sua
ideologia sul fondamentalismo
islamico, estende sempre più la sua influenza.
Con il sostegno economico di fondazioni
“filantropiche” e di Paesi come l’Arabia Saudita


Hamas è un’organizzazione religiosa islamico-sunnita che “aiuta gli orfani ed i bisognosi”, nei territori occupati, nella striscia di Gaza e a Gerusalemme; intervenendo materialmente sui bisogni fondamentali della cittadinanza palestinese, quali: la sanità, l'educazione primaria e secondaria, la sponsorizzazione dell'industria leggera, la gestione delle attività sportive e ricreative, la distribuzione del cibo soprattutto in concomitanza delle festività islamiche. Hamas agisce dove l’Anp ha fallito, per questo è percepita dalla maggioranza dei palestinesi come ente caritatevole e da qualche anno come partito politico, concorrente di al-Fatah (il partito di Arafat e Abu Mazen), nonostante la sua fama mondiale di gruppo terroristico.
Tutti gli esperti di medioriente parlano di Hamas come una concretizzazione dei “fratelli musulmani” ed in effetti, quest’ultimi sono così importanti per il movimento che, nel proprio statuto, li definisce: “organizzazione universale che costituisce il più ampio movimento islamico dei tempi moderni. La sua caratteristica è rappresentata da una profonda ed accurata comprensione ed al completo abbraccio dei concetti islamici in tutti gli aspetti della vita, cultura, credenze, politica, economia, educazione, società, giustizia e nel proselitismo dell'Islam, dell’ arte dell’ informazione, della scienza dell'occulto e conversione all'Islam”. Questa definizione rappresenta il sunto delle aspirazioni politico-religiose di Hamas.
La nascita di Hamas si perfeziona con il tempo, inizia nel 1967, come movimento islamico rappresentante dei fratelli musulmani in terra di Palestina e nel 1978, quello che diverrà il “movimento di resistenza islamica”, viene registrato, presso le autorità israeliane, come un'associazione religiosa no profit, con il nome di “al Mujama”. I primi anni 80 erano segnati dal terrorismo di matrice politica, mentre di quello religioso non c’era ancora traccia, così il governo israeliano era ben contento di vedere il fiorire di associazioni islamiche, poiché esse avrebbero potuto contrastare l’Olp e approfondire le divisioni all’interno della società palestinese, garantendo una maggior governabiltà dei territori occupati post-guerra (dei sei giorni - 1967), secondo la ben nota tattica “dividi et impera”. La politica israeliana di supporto alle organizzazioni islamiche era così palesata che, gli uomini di Hamas erano ritenuti collaborazionisti di Israele.
In quegli anni, l’organizzazione si astiene dalla politica, concentrandosi su problemi morali e sociali come attaccare la corruzione imperante nel sistema politico diretto da al-Fatah, l'amministrazione di awqaf (fondazioni) e organizzando progetti di lavoro comunitario. Fancendo inoltre, promozione islamica, all'interno delle istituzioni palestinesi, nelle università e nelle moschee.

Hamas
Acronimo di “Harakat al-Muqawamah al-Islamiyyah” che significa Movimento di Resistenza Islamica, Hamas, così come lo conosciamo oggi, è una parola araba di uso comune che sta per "zelo, coraggio o audacia. Fondato da Ahmed Yassin (ucciso nel marzo 2004) con l’aiuto di Abdel Aziz al-Rantissi (ucciso un mese dopo) e Mohammed Taha (arrestato dagli israeliani nel 2003) nel 1987 si è fatto subito notare per l'incredibile capacità di raggiungere i bisogni dei palestinesi e per l'estrema violenza del suo messaggio politico.
Secondo il governo Israeliano, fin dall'implementazione dell'autonomia palestinese, l’attività civica di Hamas ha tentato di raggiungere due obiettivi principali: il primo a medio termine, mantenere il suo potere e la sua opposizione alle istituzioni dell'autorità nazionale palestinese, il secondo a lungo termine, espandere la sua base in modo da creare un'alternativa al governo dell’Anp e contrastare il più efficacemente possibile il processo di pace.
Le capacità di Hamas di fornire una risposta sia religiosa che materiale lì dove c'era più bisogno, tra le fasce povere del popolo palestinese, nei campi profughi, tra le famiglie che ricevono giornalmente soprusi sia dagli israeliani che dai palestinesi stessi, ha riacceso le speranze di chi, ormai, tra la desolazione e la disperazione, le aveva perse.
Per Hamas: “il significato della mutua responsabilità sociale si estende all'assistenza ed al finanziamento di tutti coloro che hanno bisogno di aiuto nello sviluppo di un qualsiasi lavoro. I membri del movimento di resistenza islamica dovrebbero considerare gli interessi delle masse come i loro personali interessi”. In questo senso, Hamas sembra avere delle somiglianze con la leggenda della nascita della mafia siciliana, infatti, all'assenza dello Stato corrisponde il tentativo di sostituirsi ad esso. Come vuole leggenda, la mafia siciliana nasce per garantire i cittadini dai soprusi, dal banditismo, dalla mancanza di welfare, per assicurare l'onore personale, grazie ad una sorta di parastato basato su un codice etico ed impegnato, “al fianco dei cittadini”, contro l'ingiustizia. Hamas nasce per liberare la terra di Palestina, combattendo contro l'invasore sionista, assicurando ai cittadini un minimo di Stato sociale.
Hamas è così attento a definirsi come un'istituzione vicina ai cittadini palestinesi che si definisce un “movimento umanistico che si prende cura dei diritti umani ed è guidato dalla tolleranza islamica quando ha a che fare con i credenti di altre religioni”.
Ad oggi sappiamo che l'intento mafioso non era quello di garantire i cittadini ma esclusivamente l'interesse economico, ad Hamas interessa invece, fondare e comandare una nazione, in buona sostanza: il potere. “L'intento del movimento di resistenza islamica è adottare l'Islam come modo di vita, il movimento torna indietro al tempo della nascita del messaggio islamico e dei suoi avi, Allah è l'obiettivo, il profeta il suo esempio e il Corano la sua costituzione”. Se ne deduce che Hamas aspira ad avere uno Stato islamico in Palestina, una teocrazia, che segua rigidamente i precetti islamici.
I comportamenti socio-politici seguono questa visione, infatti, nelle zone governate da Hamas, sono vietate tutte quelle attività riconducibili alla cultura occidentale, quali: le effusioni in pubblico, i concerti che non siano di musica araba, i comportamenti omosessuali, cinema, bar e ristoranti che servono vino.
Dopo circa vent'anni dall'ultimo tentativo arabo di distruggere Israele (guerra dello Yom-Kippur - 1973), la violenza e l'ostinazione che Hamas inserisce, non solo nella sua costituzione ma anche nella reale guerra terroristica giornaliera, hanno permesso di guadagnare la simpatia di tutti coloro che vogliono ricacciare gli israeliani dalla Palestina.
“Il movimento di resistenza islamica crede che la terra di Palestina è una territorio islamico consacrato per le future generazioni musulmane fino al giorno del giudizio”. L’obiettivo finale di Hamas non è quello di avere due stati che vivano in pace ma uno stato palestinese “dal fiume al mare”, cancellando Israele.

L’organizzazione
Hamas è presente in ogni città o villaggio palestinese e a livello locale, replica la struttura principale, dividendosi in un'ala politica e caritatevole ed in un'ala militare.
L'ala politica e caritatevole si occupa della direzione politica, delle politiche di redistribuzione, della gestione degli enti caritatevoli, dell'educazione, del reclutamento del personale, dell'indottrinamento, della distribuzione dei fondi monetari e dei rapporti con l'esterno; gestendo: scuole, ospedali, centri ricreativi, moschee, centri per patrocinio legale, sistema bancario, aziende agricole e piccole fabbriche, associazioni non governative, apparato di sicurezza interna ed intelligence, centri della propaganda ed uffici stampa.
L'ala militare è sotto il comando politico ed è responsabile dell'eliminazione dei dissidenti interni, delle rivolte popolari come la prima e la seconda intifada, della guerriglia antisraeliana e degli attacchi terroristici. Meglio conosciuta come “Brigate Izz ad-Din (o anche Ezzedin) Al-Qassam”, prende il nome dell'omonimo Sceicco, uno dei padri della moderna resistenza araba, ucciso dagli inglesi nel 1935, si sta dimostrando un avversario temibile sia per l’esercito israeliano che per la pace. Esistono altri gruppi più piccoli che spesso non hanno l'onore della cronaca e fanno parte dell'ala militare, come l’Unità Yahya Ayash (per commemorare Yahya Ayash, detto “l'ingegnere”, responsabile per la morte di più di 50 israeliani ed ucciso a sua volta nel 1996).
Spesso è difficile capire dove finisca l’ala politica ed inizi quella militare, nel novembre del 2001, un memorandum del FBI sulla Holy Land Foundation for Relief and Development, ha scoperto che all'interno di Hamas c'è una mutua collaborazione tra i terroristi e gli uomini che operano nel sociale. Spesso i membri delle Ong controllate dal movimento di resistenza islamica forniscono un supporto fondamentale agli attacchi terroristici. Eccone alcuni esempi:
- Fadel Muhammad Salah Hamdan, un membro del Ramallah Zakat Committee, è stato uno degli organizzatori dell'attacco terroristico e della preparazione spirituale per quelli che hanno preso parte all'attacco suicida di Mahane Yehuda nel luglio del 1997.
- Ahmed Salim Ahmed Saltana, capo del Jenin Zakat Committee, ha partecipato alla preparazione di un attentato terroristico a mezzo di auto bomba nel 1993.
- Khalil Ali Rashad Dar Rashad, un membro dell’ Orphan Care Association a Betlemme ha fornito rifugio ed assistenza ai due artificieri delle bombe, fatte esplodere dagli shaid nel febbraio marzo 1996.
Hamas ha una struttura di comando verticistica, prima del 22 marzo 2003, il movimento era sotto il comando dello sceicco Yassin, dopo la sua morte causata da un attacco elicotteristico israeliano (nel quadro dell’azione israeliana di omicidi mirati a decapitare i capi dei gruppi terroristici), la direzione è andata a Khaled Mashaal (Meshal), attualmente in esilio in Siria e sopravvissuto, il 25 settembre 1997, ad un ridicolo tentativo di avvelenamento, ad Amman (Giordania), da parte di due maldestri agenti del Mossad. Esiste anche un gruppo dirigente che forma la “cupola” di Hamas composta dai leader più importanti di ogni sezione territoriale del movimento, che svolge un’azione, di consiglio per il comandante e decisionale nelle singole realtà locali.
Hamas possiede un numero imprecisato di attivisti e di circa 200.000 simpatizzanti che, in previsione delle elezioni, sono destinati ad aumentare.
Allo scopo di aumentare i propri sonstenitori, l’infanzia, terreno fertile per l’odio antisraeliano, è particolarmente seguita, sia dalla componente politica sia da quella militare.
Per Hamas “è necessario perseguire l'orientamento islamico nell'educazione delle generazioni islamiche, nella nostra religione insegnare gli obblighi religiosi comprensivi dello studio del Corano dello studio della sunna e imparare l’arte e la storia islamica dalle loro autentiche fonti. Questo dovrebbe essere fatto da personale specializzato in possesso di un curriculum idoneo a formare i pensieri e le fedi degli studenti musulmani. Accanto a questo, uno studio del nemico comprendente le sue capacità umane e finanziarie imparando i suoi punti di forza e di debolezza, conoscendo quali sono le forze che lo supportano. E’ necessario essere informati anche sull'attualità e sugli studi e le analisi fatte, per capire meglio la realtà”. Nulla di strano allora se le canzoncine cantate alle colonie estive gestite di Hamas contengono questi testi: “Un giorno hanno attaccato - hanno attaccato il mio Paese - hanno ammazzato i vecchi, hanno massacrato i giovani - hanno bruciato il Corano, hanno distrutto le case - hanno marciato sul mio cuore - avanti con il jihad - avanti, riprendiamoci il nostro Paese” - “Avanti con la spada - gli israeliani li cacceremo tutti in mare - sta venendo il giorno, o conquistatore, in cui salderemo i conti - li salderemo tutti con le pietre e le pallottole” - “I bambini sono la mia redenzione - i bambini, per la patria - sono nelle squadre dei martiri - quando la bomba esplode - mentre grido Allah è grande - allora sto davvero tornando a casa - all’amata terra di Gerusalemme”.

I soldi
Hamas riceve i propri fondi dagli immigrati palestinesi, da benefattori, più o meno istituzionali di alcuni stati arabi del golfo persico (circa il 50% del buget) e secondo fonti di intelligence anche dall'Iran per circa 3 milioni di dollari all’anno.
La fortuna economica di Hamas è iniziata quando, durante la guerra del Golfo, Arafat, con una mossa di cecità politica, si schierò con Saddam Hussein. Per ritorsione, l’ Arabia Saudita fece deviare tutti i finanziamenti destinati all’ Olp, nelle casse di Hamas.
Secondo il controspionaggio israeliano, “nei sedici mesi precedenti, il maggio del 2002, i sauditi avevano fornito a Hamas 135 milioni di dollari” mentre “alcune fondazioni filantropiche arabe inviavano fondi al gruppo per vari scopi; talune versavano una media di cinquemila dollari alle famiglie di ogni attentatore suicida”.
Mentre l’Olp ha raggiunto l’ indipendenza economica investendo fondi, generati illegalmente, nella finanza ufficiale, il metodo adottato da Hamas sembra più simile a quello fraudolento.
Una rete d’istituzioni filantropiche che godono di una situazione fiscale privilegiata , negli Stati Uniti, in Canada e nell’Europa Occidentale, offre ai sottoscrittori islamici varie possibilità di detrazioni di imponibile. Per esempio, in una sua pubblicazione la Holy Land Foundation for Relief and Development (Hlf) sostiene di raccogliere “offerte” fiscalmente detraibili per scopi filantropici nei territori occupati”.
Nel 2003 l'intelligence statunitense ha stimato che, i militanti palestinesi di Hamas, hanno raccolto circa 50 milioni di dollari, grazie alla reputazione del movimento di resistenza islamica quale ente caritatevole16.
Le Ong dei paesi europei ed Usa dalle quali Hamas fino al 2002-2004, riceveva fondi sono:
- Gran Bretagna: “The Palestine Relief and Development Fund”, “Interpal”;
- Usa: “Holy Land Foundation”;
- Germania: “Al Aqsa Foundation”;
- Belgio, Olanda e Francia: “Comite de Bienfaisance et Solidarite avec la Palestine”.
Queste Ong, dopo le indagini finanziarie dei servizi di sicurezza di tutto il mondo, risultano attualmente chiuse e comunque non operative, si sospetta che abbiano semplicemente cambiato nome e dirigenza, che operino in maniera “riservata”, continuando a girare soldi per il movimento.
Hamas riceve attualmente anche dei fondi da organizzazioni islamiche non necessariamente correlate al terrorismo quali Ong con sede negli stati del Golfo Persico e dalle organizzazioni islamiche di soccorso in occidente quali la “Muslim Aid”, e la “Islamic Relief Agency”.
Negli anni 80 la fratellanza musulmana egiziana per venire incontro ai bisogni economici di Hamas ha fondato il “Muslim Aid Committee to the Palestinian Nation” che fornisce a tutt’oggi una non trascurabile parte del budget.
Una piccola parte dei fondi di Hamas proviene da imprese agricole e dagli allevamenti di bestiame, gestiti direttamente dall’organizzazione. Una ulteriore fonte di approvvigionamento monetario è rappresentato dall'elemosina rituale, la cosiddetta “Zakat” (elemosina legale), uno dei pilastri dell'Islam17 che viene girata dalle moschee alle casse del movimento.
Hamas, tramite i propri affiliati (Ong, sedi di partito, simpatizzanti), è ramificata in ogni aspetto della vita politico-sociale della Palestina, tutti sanno che per poter lavorare nei territori bisogna avere il permesso di al-Fatah o quello del movimento di resistenza islamica.
<>

<<precedente indice successivo>>
 
<< indietro

Ricerca articoli
search..>>
VAI>>
 
COLLABORATORI
 
 
SIULP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
 
Cittadino Lex
 
Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!
 
 
 
 
 

 

 

 

Sito ottimizzato per browser Internet Explorer 4.0 o superiore

chi siamo | contatti | copyright | credits | privacy policy

PoliziaeDemocrazia.it é una pubblicazione di DDE Editrice P.IVA 01989701006 - dati societari