Lo sceicco Yassin, è stato probabilmente il peggior affare che lo Stato di Israele abbia mai fatto. L'innocuo vecchietto confinato su di una sedia a rotelle, ricordo di un incidente di gioventù, cieco e sofferente di malattie croniche è stato in grado di creare il più grande movimento fondamentalistico islamico della Palestina: Hamas. La mossa strategica, l'unica che sul confronto con gli arabi abbia mai messo nel sacco Israele è stata l'uso della dissimulazione da parte di Yassin, in quanto Hamas è l'unico gruppo terroristico, autorizzato dal governo israeliano quale “ente di beneficenza islamico”. Il nemico giurato di questo paese è nato come nascerebbe un mostro dei film di Alien.
I lutti di centinaia di israeliani si devono perciò alla scarsa lungimiranza del governo israeliano, all'arte della dissimulazione, non estranea al mondo arabo, e allo sceicco Yassin.
Nato ad Al-Jura, un paesino nel distretto di al-Majdal nel 1936 quando la Palestina era sotto mandato Britannico, dopo la guerra del 1948 si rifugia a Gaza. Negli anni 50, si iscrisse all'università egiziana di Al-Azhar presso il Cairo, nonostante in precedenza non avesse ricevuto un'educazione religiosa rimase molto influenzato dalla corrente fondamentalistica dei “Fratelli musulmani” divenendo membro nel 1955. Divenuto insegnante fece ritorno a Gaza e lavorò come maestro predicatore occupandosi della comunità palestinese fino al 1964. Partito per continuare i suoi studi presso l'università di Ein-Shams al Cairo, venne espulso dalle autorità egiziane a causa del suo coinvolgimento con la Fratellanza musulmana dopo essere stato imprigionato per un mese a causa di “attività sovversive” in favore del gruppo fondamentalista. Nella prima idea politica di Yassin, si concentra sulla sola promozione delle credenze musulmane e per un ritorno all’originale credo islamico. La prima attività intrapresa dallo sceicco, l'istituzione dell'organizzazione caritatevole islamica chiamata Mojamaa’ Al-Islam (o anche al Mujama) che si occupava di programmi per la salute pubblica e l'educazione, seguì questa idea.
Nel 1982 a cavallo dell'operazione pace in Galilea contro le forze di Arafat nel Libano meridionale Yassin cambiò direzione, fondò un’associazione affiliata a Mojamaa’ Al-Islam chiamata Al-Majahadoun Al-Filastiniyun che in arabo significa “I combattenti palestinesi”, che aveva una posizione contraria a quella del movimento per la liberazione della Palestina. Queste due formazioni rispecchieranno le due anime di Hamas.
Yassin fu arrestato per la prima volta degli israeliani nel 1983, dopo la scoperta di un quantitativo di armi in una delle sedi del movimento e fu condannato a 13 anni di prigione. Fu rilasciato grazie ad programma di scambio per i prigionieri, ad ogni modo, non gli fu consentito di ricoprire le posizioni precedenti presso il congresso islamico.
Nel dicembre 1987 Yassin fondo il movimento di resistenza islamica chiamato Hamas che è a tutt’oggi considerato come il più forte oppositore politico all'autorità nazionale palestinese rappresentata da al-Fatah.
Lo sceicco Yassin fu arrestato di nuovo nel 1989 insieme ad altri 200 membri del gruppo terroristico e condannato alla prigione a vita da un tribunale militare israeliano per la sua responsabilità in molte delle attività terroristiche di Hamas e nello specifico per aver ordinato l’esecuzione di due soldati israeliani catturati da Hamas.
Sei anni dopo fu di nuovo rilasciato come imposto dal Re Hussein di Giordania, dopo il fallito attentato da parte del servizio segreto israeliano alla vita di un altro leader di Hamas ad Amman. Nell'ottobre del '97 Yassin fece ritorno a Gaza tra due ali di folla, nell'occasione parlò di unità nazionale palestinese, offrendo il proprio supporto all'autorità nazionale, dichiarando che essa era la sola a rappresentare il popolo palestinese. Nonostante questa dichiarazione Yassin è stato posto ripetutamente sott'arresto dalle autorità palestinesi per aver provocato, condotto e supportato gli scontri e le attività terroristiche della striscia di gaza e nei territori occupati.
Yassin era un convinto sostenitore dell’ appartenenza islamica della Palestina che, secondo i suoi pensieri, si doveva “evolvere” in stato teocratico una volta ricacciati gli ebrei in mare, riconquistati i territori di quello che egli definiva “l’entita sionista”.
Ispiratore e sostenitore della prima e della seconda “Intifada”, con un'operazione ulteriore di dissimulazione, lo sceicco Yassin offrì addirittura una tregua agli israeliani nel 2000. La tregua proposta riguardava il ritiro israeliano da Gaza e dai territori occupati e la smobilitazione dagli insediamenti dei coloni, in cambio della fine degli attentati suicidi e delle operazioni di guerriglia da parte di Hamas.
Nel settembre del 2003 Yassin sopravvisse a un tentativo di assassinio quando una bomba fu lanciata a sul palazzo dove era in corso una riunione del leader di Hamas.
Tra 2003 ed il 2004 lo sceicco fu impegnato negli accordi per il cessate il fuoco con le altre fazioni palestinesi.
Non fu così fortunato il 22 marzo 2004, quando un elicottero “Apache” sparò tre missili “Hellfire” sul corteo di macchine dove egli viaggiava per recarsi alla preghiera del mattino in moschea.
Gli analisti hanno sempre considerato lo sceicco, ispiratore e sostenitore della prima della seconda intifada e artefice del fallimento degli accordi di Oslo a causa della marea di attentati terroristici suicidi messi a segno da Hamas durante i tentativi di accordo e successivamente. Egli era di più. Non solo sosteneva la politica di Hamas, ne era anche la guida spirituale, un comandante supremo che traeva l’autorità dall’essere il fondatore del movimento di resistenza islamica, e l’autorevolezza dall’essere un uomo di religione.
Nonostante l’ovvia relazione tra i disordini in Palestina ed i fallimenti della pace causati dal movimento capeggiato da Yassin, alla morte di quest’ultimo, molti leader mondiali si sono espressi molto negativamente rispetto alla politica israeliana di omicidi mirati, considerata inaccettabile non solo dai paesi arabi ma anche dall’Inghilterra e dagli Usa.
L’ipocrisia di Yassin
Politica giusta o ingiusta a parte, Yassin ha dimostrato, durante tutto il corso della sua vita, come fosse possibile “predicare bene e razzolare male”. Sono due i casi emblematici di questa ultima definizione il primo l’offerta di tregua fatta agli israeliani, di fatto inaccettabile, da parte di quest’ultimi, solo per potersi mostrare come un uomo di pace. La tregua presupponeva la cessazione delle ostilità in cambio del ritiro israeliano, per poi trasmettere il compito di distruggere Israele alle future generazioni. Come dire: smettere di ferire una persona, per poi farla ammazzare dal proprio figlio. Nessuno accetterebbe mai una proposta del genere, gli isrealiani invece l’accettarono. Dimenticando “non è ragionevole aspettarsi che i terroristi aderiscano a forme di accordo o a regole che frequentemente rompono, non è realistico credere a persone che sono preparate a terrorizzare o uccidere persone innocenti” (P. Medhurst, Global Terrorism, Un Training Programme, Pg. 261). La tregua fu rotta, in seguito ad un raid aereo israeliano, in risposta ad un’attentato suicida di Hamas.
Altro fatto, il fallito attentato del 2003 contro Yassin. I quell’occasione l’uomo che prometteva ai kamikaze stragisti (shaid) di morire per Dio e per la dignità dei palestinesi, dopo l’attentato ha assicurato che: “i leader di Hamas desiderano morire e non sono impauriti dalla morte. Il Jihad e la resistenza continueranno fino alla vitoria o fino al martirio” (www.cnn.com); ma poi, corregendo il tiro, ha promesso ad Israele un’ “indimenticabile lezione” per aver tentato il suo assassinio. In pratica se gli israeliani uccidono i palestinesi durante l’intifada, i morti diventano dei martiri e basta, se invece attentano alla vita di uno sceicco, meritano una vendetta terribile.
E’ un sollievo rendersi conto che anche tra i terroristi c’è sempre qualcuno “più uguale di un altro”.
|