Traffico e consumo sono in espansione,
e i canali di importazione dal
Sudamerica sono essenzialmente
controllati dalla ’ndrangheta. Nell’Ue il Gruppo
Orizzontale Droga coordina tutte le attività
di contrasto in ambito europeo
messe in atto nei diversi paesi membri
Secondo i dati forniti dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (Dcsa) nel corso del 2004 sono stati sequestrati in Italia 3.572 kg di cocaina. Le regioni italiane dove si è realizzato il sequestro di significativi quantitativi di droga sono la Lombardia (911 kg), la Calabria (778 kg), il Lazio (722 kg) e la Campania (291 kg). Il quantitativo più rilevante sequestrato nel 2004 è stato di 320 kg nel porto di Gioia Tauro, nella provincia di Reggio Calabria. A fronte dei sequestri effettuati sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria 11.766 persone, di cui 3.606 cittadini stranieri. Le etnie straniere maggiormente presenti tra le persone implicate nel traffico troviamo i marocchini (1.024 denunciati), gli albanese (490 denunciati) ed i tunisini (422 denunciati).
Dall’analisi dei dati raccolti dalla Dcsa emergono degli aspetti sociali, epidemiologici e sanitari che meritano di essere sottolineati:
- la cocaina si sta diffondendo in maniera preoccupante tra tutte le classi sociali e, in particolare, tra i giovani delle aree urbane;
- il traffico ed il consumo continuano ad essere in espansione, favoriti in questo da una continua sostanziale riduzione del prezzo;
- perdura la rilevanza, nel contesto dei flussi diretti in Italia, delle ormai collaudate rotte atlantica e latino-americana;
- il vettore impiegato è scelto in base alla quantità di droga; per quantitativi pari o inferiori a dieci chilogrammi si ricorre, generalmente, a singoli corrieri che, muniti di falsi documenti, raggiungono l’Europa e l’Italia con aerei provenienti dal Sudamerica (Colombia, Venezuela, Argentina, Brasile), con scalo in paesi caraibici (Santo Domingo, Antille Olandesi, Jamaica, Cuba, Messico) e del Nordamerica (Usa); gli aeroporti maggiormente utilizzati dai corrieri sono quelli spagnoli ed olandesi; per quantità superiori a dieci chilogrammi è privilegiato l’invio via mare, in container imbarcati su navi transoceaniche dirette prevalentemente nei porti della Penisola Iberica e dell’Olanda; nel trasporto all’interno di container sono presenti carichi commerciali di copertura, in particolare frutta esotica;
- il trasporto via terra dalla Spagna, dall’Olanda e, in misura minore, dalla Germania, sono prevalenti gli automezzi, appositamente dotati di doppiofondo;
- la gestione dei principali e più consistenti canali di importazione dello stupefacente dal Sudamerica è patrimonio della ’ndrangheta, che ha trovato nelle importazioni di cocaina una fiorente fonte di reddito; le cosche calabresi, particolarmente quelle del versante ionico-reggino, sono favorite dalla forte influenza criminale che esercitano sul territorio nazionale, dagli stabili collegamenti con le organizzazioni criminali di matrice siciliana, campana, pugliese e, in campo internazionale, dalle radicate ramificazioni nelle più importanti città europee, sudamericane ed australiane;
- gli italiani appartenenti alla ’ndrangheta, anche residenti in Australia, sono risultati collegati a fornitori colombiani ed a spagnoli emissari dei cartelli colombiani, incaricati di curare lo stoccaggio ed il transito marittimo e terrestre;
- tra i gruppi criminali stranieri, operanti in Italia, gli albanesi sembrano essere particolarmente interessati ad entrare a pieno titolo nel commercio della cocaina stabilendo autonomi canali per la distribuzione sul territorio italiano, ove sono ormai capillarmente presenti, o facendosi promotori dello scambio tra eroina e cocaina in rapporto di due o tre a uno;
- è stata rilevata la presenza di albanesi con ramificazioni operative in Argentina, Olanda, Germania ed Austria nonché, di recente, una saldatura tra famiglie di albanesi con quelle kossovare e macedoni.
La cocaina sequestrata, nel corso delle varie operazioni antidroga che sono state svolte nel 2004, è stata rinvenuta nei seguenti luoghi:
- nei doppi fondi ricavati all’interno delle autovetture;
- nei borsoni da viaggio posti nei bagagliai di autovetture prese a noleggio;
- nel rivestimento dell’arredo dei camper (gli involucri contenenti la droga sono stati confezionati con nastro da pacchi su carta stagnola e cellophane trasparente e, tra i due imballaggi, uno strato di caffè e fettine di aglio);
- in valigie al seguito di viaggiatori che utilizzavano il mezzo aereo;
- in container che trasportavano carichi di copertura di marmo, plastica, cuoio e scatole di tonno predisposti da imprese compiacenti riconducibili alle stesse organizzazioni di narcotrafficanti;
- sulla persona, tra gli effetti personali, nel bagaglio a mano;
- in scatole di cartone ed intercapedini ricavate nel tetto della motrice di autoveicoli ed autoarticolati.
La fonte primaria per l’ottenimento della cocaina è la foglia di coca, la cui produzione è concentrata in Colombia, Bolivia e Perù. La maggiore area di produzione in assoluto è quella colombiana. Secondo indicazioni delle stesse autorità di Polizia colombiane il programma di eradicazione delle culture illecite effettuato tra il 2002 ed il 2003 avrebbe portato ad una diminuzione delle coltivazioni. Per quanto riguarda le strategie antidroga si segnala che da tempo nel contesto organizzativo del Consiglio dell’Unione Europea operano vari gruppi, con riferimento a specifiche iniziative di contrasto del fenomeno droga.
Fra questi si segnala come il più importante il Gruppo Orizzontale Droga, che è stato istituito nel 1997. Il Gruppo ha l’obiettivo di avviare, controllare e coordinare tutte le attività che si svolgono nel territorio europeo, con finalità antidroga. È un gruppo che coordina tutte le attività sugli stupefacenti in ambito europeo e ne elabora la politica antidroga. Comprende, in permanenza, anche rappresentanti dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, istituito a Lisbona nel 1995, nonché rappresentanti di Europol (costituito nel 1996 per sviluppare il coordinamento di Polizia e delle dogane nella lotta al narcotraffico). Sono gruppi interdisciplinari che abbracciano più materie: sanità, politica estera, interni, istruzione, difesa, ecc.
Durante il semestre di presidenza olandese dell’Unione Europea (luglio – dicembre 2004), il Gruppo Orizzontale Droga ha trattato varie tematiche, tra le quali emerge in modo particolare l’“E.U. Drugs Strategy 2005-2012”.
Si tratta del piano strategico antidroga dell’Unione Europea, diluito in otto anni, che si svilupperà con due specifici piani d’azione di quattro anni ciascuno. Il documento, che ha impegnato intensamente tutte le delegazioni dei 25 paesi membri, analizza i vari aspetti connessi al particolare fenomeno ed indica le modalità ed i settori di intervento. Il piano strategico è stato approvato dal Consiglio d’Europa nel novembre del 2004.
Ai lavori del Gruppo Orizzontale Droga, per l’Italia, hanno partecipato funzionari del Dipartimento Nazionale delle Politiche Antidroga, che sono in contatto con i responsabili ed i rappresentanti di tutti i ministeri interessati al fenomeno (Salute, Interno, Difesa, Giustizia, Istruzione, Esteri).
Il piano strategico dell’Unione Europea si ispira ai principi fondamentali rappresentati dal rispetto della dignità umana, la libertà dell’individuo, l’uguaglianza, la solidarietà, il principio di legalità e diritti umani.
La strategia elaborata ha l’obiettivo di proteggere e migliorare il benessere della società e dell’individuo nonché la salute pubblica, di offrire un alto livello di sicurezza per la popolazione e di adottare un approccio equilibrato ed integrato verso il problema della droga. Nella parte introduttiva del piano strategico sono contenuti alcuni aspetti di analisi sul fenomeno che meritano di essere segnalati:
- l’attuale situazione della diffusione della droga in ambito europeo, così come viene descritta dai rapporti annuali dei paesi membri, descrive problematiche sociali, sanitarie e legali sempre nuove ed ingravescenti e non esistono dati che possano far presagire in futuro una diminuzione del consumo delle sostanze stupefacenti;
- l’incidenza del danno correlato all’uso della droga ed il numero dei decessi correlati sono stabili, pur con il progressivo incremento delle possibilità di cura;
- non è stata ridotta l’offerta di droga, nonostante gli sforzi intrapresi, in quanto sia a livello nazionale che europeo, il traffico degli stupefacenti risulta essere il traffico più redditizio per tutte le organizzazioni criminali;
- i dati disponibili non fanno presagire che sia in atto una diminuzione del consumo della droga o che la disponibilità della droga sia sostanzialmente ridotta.
Nelle valutazioni finali del piano strategico è possibile leggere le seguenti conclusioni:
- è necessario fissare obiettivi e priorità chiare e precise al fine di poterle poi tradurre in indicatori operativi ed azioni, con responsabilità e tempi di attuazione ben definiti;
- è necessario intervenire sulla disponibilità, sulla qualità e sulla comparabilità delle informazioni sul monitoraggio della diffusione della droga in ambito europeo.
La strategia europea si concentra su due settori specifici, la riduzione dell’offerta e la riduzione della domanda, e su due tematiche trasversali, la cooperazione internazionale all’informazione ed all’analisi del fenomeno.
Nel settore della riduzione della domanda, nel documento europeo si afferma che il piano tenderà al seguente risultato: “la riduzione quantificabile del consumo di droga, della dipendenza e dei danni alla salute correlati al consumo di droga nonché dei rischi sociali attraverso lo sviluppo ed il miglioramento di una riduzione della domanda efficace ed integrata basata su una conoscenza globale che comprenda prevenzione, primo intervento, terapie, riduzione del danno, misure di riabilitazione e di reintegrazione sociale. Le misure per la riduzione della domanda di droga devono tener conto dei problemi correlati alla salute e quelli sociali causati dal consumo di sostanze illegali psicoattive e di uso di più droghe unitamente a sostanze lecite psicoattive quali ad esempio il tabacco, l’alcol ed i farmaci”.
Nel settore della riduzione dell’offerta, il piano strategico prevede la realizzazione, entro il 2012, del seguente obiettivo: “un miglioramento quantificabile nell’efficacia, efficienza e conoscenza di base degli interventi ed attività di contrasto da parte dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, avente come obiettivo la produzione ed il traffico di stupefacenti su vasta scala, nonché lo storno dei precursori, ivi compreso lo storno dei precorso delle droghe sintetiche importati nell’Unione Europea, il traffico di droga ed il finanziamento del terrorismo, il riciclaggio dei narcoproventi. Ciò dovrà essere raggiunto concentrandosi sulla criminalità organizzata dedita al traffico degli stupefacenti, usando gli strumenti e le strutture esistenti, e laddove opportuno optando per una cooperazione regionale o tematica e cercando i modi per intensificare l’azione preventiva in relazione ai reati per droga”.
Per quel che concerne più specificatamente l’attività di contrasto, il piano suggerisce l’opportunità di “rafforzare la cooperazione tra le Forze di polizia europee sia a livello strategico che preventivo, al fine di intensificare le attività operative nel settore della droga e dello storno dei precursori su produzione, traffico transfrontaliero di stupefacenti, le reti criminali dedite a tali attività e ad altri reati gravi, nel rispetto del principio di sussidiarietà”.
Nel documento si evidenzia poi il ruolo fondamentale di Europol nel coordinare la raccolta e la diffusione delle informazioni a tutti gli Stati membri. Sul piano della cooperazione internazionale il piano prevede anche l’assistenza ai paesi terzi nella riduzione della produzione delle sostanze stupefacenti e dei precursori delle droghe sintetiche, nonché l’assistenza ai paesi cosiddetti di transito delle droghe.
Ed infine il documento auspica una nuova strategia di informazione e ricerca per una sempre migliore comprensione del problema droga.
marco.cannavicci@email.it
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