Sisto V, il più illustre pontefice con questo nome, venne eletto papa il 21 aprile 1585. Trovò lo Stato della Chiesa in un gran disordine come eredità del predecessore.
E’ lui che affidò all’ingegnere Domenico Fontana un piano per rinnovare l’assetto urbanistico di Roma, città centro del cattolicesimo e, come tale, capitale d’Europa.
Si era nel ‘500 e cominciò la trasformazione di quella che ricordava, nel suo aspetto, il Medio Evo. Partiva, così, il programma per Roma, designata da Cristo come centro della Chiesa cattolica.
Già dal ‘400 Roma si era arricchita di strade più praticabili rispetto al vecchio tessuto urbano. Ma soltanto dal ‘500 nascono nuovi rioni e una nuova rete viaria che univa la via Flaminia con piazza del Popolo.
Sorge il Campidoglio e si inizia la sistemazione della basilica di San Pietro. Si giunge poi ad estendere l’area urbana verso l’attuale via Alessandrina, per collegarsi ai Fori. La meta da raggiungere per papa Sisto V era quella di creare una strada che i devoti potessero percorrere per raggiungere la città di Roma e le sue chiese.
Queste strade rispetto alle antiche avevano la caratteristica di essere percorribili a piedi, a cavallo o con altri mezzi di trasporto del tempo. Per i pellegrinaggi occorreva quella razionalità che il Papa sovrappose ad ogni altro lavoro.
L’architetto Fontana si assunse questo incarico nonostante le difficoltà dovute ai colli della città, spianando, riempiendo, per quanto possibile, gli avvallamenti, riuscì a collegare la Basilica di Santa Maria Maggiore, attraverso cinque strade, con San Giovanni in Laterano, Santa Maria del Popolo, la Colonna Traiana e San Lorenzo. Attraverso l’attuale via Sistina, si poteva raggiungere piazza Barberini e Trinità dei Monti. Si aprirono nuove piazze abbellite da obelischi e fontane, creando pianure e siti di eccezionale bellezza.
I rettifili aprivano tutto il piano urbano conferendo un senso maestoso, monumentale e scenografico alla città. Il lavoro fu immane, ma si giunse alla realizzazione dell’opera in circa cinque anni, dando a Roma un nuovo aspetto. Una Roma “moderna” che oggi possiamo ammirare.
L’opera fu possibile anche perché molti architetti del tempo lasciarono la loro impronta e il loro sostegno. Questi uomini, Domenico Fontana, Carlo Maderno, Giacomo della Porta, per ricordarne alcuni, avevano creato insieme, con la loro diversità, le soluzioni urbanistiche per valorizzare tutto lo spazio di cui disponevano.
Sisto V fu il papa che decise di cambiare alcune istituzioni. Cambiò molti vecchi magistrati, abolì le soldatesche e, ristretto il numero degli sbirri, obbligò la caccia ai bandini, con punizioni severe per i ricettatori. Costruì un acquedotto di 22 miglia per l’Acqua Felice (che prese appunto questo nome dal suo, che era Felice Peretti). Ampliò la biblioteca vaticana. Eresse il grande ospedale “del Tevere” (oggi Santo Spirito) per 2000 poveri.
Al compimento della cupola di San Pietro eresse sulla piazza il grande Obelisco. All’interno del Vaticano fece costruire la bellissima scala che dalla sacrestia della Cappella Sistina porta alla Cappella del Sacramento.
Papa Sisto V era nato a Grottammare nel 1520. Come Papa curò l’attuazione delle deliberazioni del Concilio di Trento, adattando le regole della Chiesa di Roma ad un mondo che si stava evolvendo e che interessò l’Italia intera, con un risveglio economico dopo tempi di torpore. Sisto V morì a Roma nel 1590, lasciando al mondo quelle opere che aveva realizzato.
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