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Ottobre/2005 - Laboratorio
Autovelox: uso indiscriminato
di Claudio Furlanetto - Segr. Gen. Prov. Siulp - Treviso

Col presente comunicato la Segreteria provinciale Siulp di Treviso intende illustrare la propria posizione riguardo al tanto discusso tema dell’utilizzo dei sistemi di rilevazione di velocità cosiddetti “autovelox”.
E’ indubbio che il mancato rispetto dei limiti di velocità presenti uno dei fattori che incidono maggiormente sull’elevato numero di incidenti stradali che si verificano nel nostro Paese ed in particolare nella Marca, che purtroppo detiene spesso tristi primati in materia.
Occorre però fare alcune importanti precisazioni in merito.
Il nostro ordinamento giuridico si ispira a criteri social-preventivi e non repressivi. Lo stesso Codice della Strada, come tutte le altre leggi dello Stato, non si sottrae a questo schema di valori, nel quale la prevenzione e l’educazione formativa rappresentano il primo e più importante strumento da utilizzare per combattere qualsiasi condotta illecita, sia essa penale o amministrativa.
Uno Stato veramente autorevole e non autoritario non si allontana mai da questa logica, anche quando, a causa dell’inefficacia degli altri strumenti di contrasto, si veda costretto ad utilizzare mezzi di natura decisamente repressiva.
Specie negli ultimi tempi, non ci pare questi principi generali siano osservati nell’applicazione della norma che disciplina l’utilizzo dei sistemi di rilevazione di velocità, norma che, pur essendo rigorosamente rispettata nella forma, viene sistemativamente elusa nella sostanza, in quanto di fatto non persegue la finalità di ridurre il numero degli incidenti stradali, che al contrario sono in triste aumento, ma si risolve in un sistema vessatorio per i cittadini, che sono costretti a sborsare all’Amministrazione di turno somme rilevanti per il transito nel suo territorio, quasi come fosse un pedaggio dovuto e già preventivato.
Le perplessità in materia aumentano poi in maniera esponenziale laddove si osservi che appare assolutamente lecito dubitare circa il reimpiego delle somme ricavate da questo aberrante costume della Pubblica amministrazione, che, per definizione, è deputata a realizzare il benessere della collettività, ponendosi al servizio del cittadino e non già opprimendo il singolo contribuente, le cui casse sono già di per sé oltremodo gravate dal carovita.
Dove vanno a finire le ingenti somme riscosse a titolo di sanzioni per il mancato rispetto dei limiti di velocità?
Manutenzione delle strade, più pattuglie sul territorio, dislocate soprattutto nelle arterie più a rischio, più uomini, incontri con i giovani nelle scuole, più campagne informative rivolte alla generalità degli automobilisti, più mezzi pubblici anche nelle ore serali e nei week-end, maggiori investimenti infrastrutturali: questi sono i più efficaci strumenti da adottare al fine di combattere una delle grandi piaghe della nostra società, a tali finalità devono essere destinate le somme percepite a titolo di pagamento delle sanzioni.
Francamente non ci pare che le cose volgano in questa auspicata direzione: le pattuglie sono ferme per mancanza di fondi per la manutenzione ordinaria e le assunzioni sono bloccate, ma in compenso aumenta il numero degli assessori, quello delle consulenze esterne retribuite e anche il più piccolo Comando di Polizia, magari con soli tre agenti in organico, dispone di almeno due apparecchi “autovelox”, che, giova ricordarlo, sono oltretutto molto costosi.
Questa situazione rasenta l’assurdo ove si consideri tutta un’altra serie di anomalie che si riscontrano in questo strano rapporto tra gli Enti pubblici locali e il cittadino; l’Imposta comunale sugli immobili (Ici), l’acqua e il servizio di nettezza urbana sono in costante aumento, i parcheggi pubblici sono sempre più radi e tutti rigorosamente a pagamento, il trasporto pubblico locale lascia a desiderare.
Di fronte a questa abnorme discrepanza tra “tributi versati” e servizi resi, è evidente che qualcosa non funziona.
E’ questa la Pubblica amministrazione al servizio del cittadino?
La risposta non può che essere decisamente negativa. Pertanto il Siulp condivide pienamente la posizione del sindaco di Conegliano nonché coordinatore regionale di Fi, Floriano Zambon: a nostro avviso, ci sembra molto seria e corretta la posizione di questo funzionario pubblico che, in qualità di primo cittadino, ha avuto il coraggio di lanciare l’allarme circa l’uso indiscriminato degli autovelox fissi e mobili posizionati selvaggiamente ad ogni angolo della strada ed aventi quale precipua finalità quella di “fare cassa”.
Per converso consideriamo assolutamente sterile e retorica la replica del Comandante della Polizia Municipale di Villorba, il quale difende l’operato dei suoi uomini e, più in generale, dei suoi colleghi circa l’indispensabilità di questa che noi definiamo una vera e propria “pseudo caccia alle streghe”, che, in concreto, non ha affatto attenuato il bollettino di guerra degli incidenti stradali, provocando solo ed esclusivamente uno smisurato aumento dei “bollettini”, quelli “postali” con l’indicazione dell’importo della sanzione pecuniaria da pagare, recapitati all’indirizzo degli automobilisti.

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