Dal 19 al 21 agosto il nuovo Papa, il Papa tedesco, Benedetto XVI si è recato in Germania per partecipare alla XX giornata mondiale della gioventù. Giornate piene di significati alle quali hanno partecipato circa 800mila giovani che hanno seguito Benedetto XVI sin dall’imbarco sul battello del Reno, fino alla cattedrale di Colonia, e per tutti i giorni che Papa Ratzinger è rimasto in mezzo ai ragazzi di tutta Europa.
L’arrivo del Santo Padre è stato bellissimo, molti giovani sono entrati nelle acque del Reno per vederlo da più vicino. I ragazzi partecipanti al raduno hanno dato segno di una grande partecipazione e qualche problema organizzativo non ha certo smorzato l’entusiasmo. Un’accoglienza enorme, calorosa e pittoresca che ha dimostrato l’affetto per il nuovo Pontefice.
Nonostante le difficoltà, l’evento è riuscito perfettamente facendo vivere ai ragazzi un’esperienza di fede che ha fatto superare con spirito di adattamento, tipico dei giovani, ogni problema.
Lo stile di Benedetto XVI è molto diverso da quello di Giovanni Paolo II nel comunicare, ma non si può dire se sia migliore o peggiore; è uno stile ugualmente efficace. La forza comunicativa del nuovo Pontefice sta tutta nei contenuti, nella sua formalità accompagnata da una liturgia con meno musica e spettacolo, dove tutta l’attenzione era per le sue parole che hanno procurato una concentrazione assoluta. Soltanto le parole di Ratzinger rompevano il silenzio di fronte a circa un milione di ragazzi. Per ringraziare il Papa esce fuori da uno zaino uno striscione: “Joseph come Karol”, viene spiegato e alzato davanti a una distesa di bandiere, nell’immensa spianata di Mariengeld. Poi la messa chiude la giornata mondiale della gioventù.
Il compito di Papa Benedetto non sarà facile poiché tante sfide dovranno essere superate per la sopravvivenza e il valore della cristianità. E’ in corso un triste processo di secolarizzazione nella società moderna che porta all’indifferenza, all’ostilità verso la fede religiosa.
Non da sottovalutare il conflitto all’interno della religione islamica, che si presenta come la principale rivale della Chiesa per numero di fedeli e per l’ostilità contro la materialistica evoluzione dell’umanità. Ed infine la necessità di affrontare la competenza dell’insegnamento cattolico nel campo scientifico e bioetico. Ci vorrà del coraggio per affrontare tali sfide, seguendo le orme di Giovanni Paolo II per aprire nuovi orizzonti alla Chiesa.
Il cattolicesimo dovrà offrire un’alternativa sia agli eccessi di militanza religiosa intollerante, che al materialismo della società consumistica globale, partendo dal fatto che la fede è l’unico fondamento per proteggere la dignità umana.
Il nuovo Papa dovrà assumere la stessa forza e creatività che hanno caratterizzato l’azione di Giovanni Paolo II che viaggiato per il mondo predicando che la dignità umana è un dono superiore per ogni individuo, la difesa dei diritti umani, compresa la libertà religiosa, devono essere il primo messaggio del cattolicesimo nel mondo.
Sarà un compito non facile per Papa Benedetto XVI poiché tutti i sostenitori della libertà religiosa non sono graditi nelle roccaforti laiche. L’accettazione dei diritti umani è il fondamento dell’evangelizzazione.
La fede religiosa è sempre più considerata controproducente, in un mondo che valorizza soprattutto i beni materiali e che è scettico nei confronti dell’autorità.
L’identità religiosa è male accolta o forse male interpretata e questo Papa dovrà sostenere un discorso religioso in un modo nuovo, per poter raggiungere chiunque sia all’interno e all’esterno del mondo cristiano.
Una battaglia a favore dei diritti umani per un equo sviluppo che dovrà raggiungere i leader politici e finanziari. Miliardi di poveri emarginati attendono una voce che li rappresenti e questa sarà la politica pubblica, oltre che una valida etica religiosa.
Il Cristianesimo e l’Islam continueranno a crescere e il cattolicesimo, con il Papa, dovrà essere l’artefice di un dialogo cristiano-musulmano, anche se molto lavoro dovrà essere fatto per raggiungere una posizione comune sui vari argomenti.
Il compito di Benedetto XVI è l’insegnamento del Vangelo ai leaders politici laici,agli economisti, agli ingegneri genetici, ai filosogi, senza abbandonare l’indipendenza politica della Chiesa cattolica.
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