Un convegno organizzato dal Silp provinciale di Savona, dal titolo “La Legislazione vigente in materia di intervento coattivo dell’autorità”, durante il quale veniva presentato un corso di difesa personale per operatori di Polizia ha delineato, grazie alla presenza di esperti nel settore, la questione, sempre attuale, della legittima difesa da parte delle Forze dell’ordine. La predetta norma di fondo è stata la chiave per partire dal ragionamento secondo il quale si tratta di legittima difesa tanto di un diritto proprio quanto del cittadino. Questo bene va tutelato sacrificandone un altro di minor valore possibile. La coazione fisica, da parte di un operatore adeguatamente preparato, può evitare il ricorso, pur legittimo, all’uso delle armi. Secondo questo tipo di ragionamento, un poliziotto poco attrezzato può far uso di un mezzo di coazione più importante solo per non venire sopraffatto.
Il tema e le considerazioni suesposte, come l’organizzazione di uno specifico corso di autodifesa a cui hanno partecipato operatori interforze, patrocinato dall’organizzazione sindacale Silp, oggi felicemente conclusosi, spinge a ritenere utile che vengano dedicate, per il futuro, più risorse e attenzioni alla particolare formazione fisico-psichica dei poliziotti.
Con il proporre all’Amministrazione, che durante le periodiche lezioni addestrative vada ad inserirsi un corso specifico di autodifesa che tenga aggiornato il personale che all’epoca dei corsi di immissione aveva già avuto una infarinatura in tal senso, si vuole unicamente dare una formazione a del personale che, puntualmente preparato, sappia rispondere in modo adeguato e corretto nei casi in cui gli si opponga una resistenza ovvero quando debba agire per ristabilire l’ordine.
No ai superpoliziotti, sì al personale che abbia sufficientemente sviluppato un controllo moderato dell’avversario con adeguate tecniche di difesa.
Poiché le situazioni di pericolo possono essere diverse, anche in relazione ai soggetti che mettono in atto comportamenti aggressivi magari con occasionali attacchi di violenza non provocata, disturbi intermittenti, esplosioni di rabbia o reazioni provocate dall’assunzione di sostanze stupefacenti o farmaci, diverso dovrà essere l’approccio mentale degli operatori ai quali andrebbero, anche, trasmesse nozioni tramite specifici corsi sia sui comportamenti emotivi che sull’autocontrollo.
E’ pur vero che tutto questo è dispendioso e che richiede tempo, sia in termini organizzativi che per la necessaria frequenza che comporterebbero, ma riteniamo, per questo, che ciò debba vedere una sua realizzazione. Si tratta, infatti, di un investimento a carattere sociale, come di una garanzia per tutti i cittadini oltre che per le Forze dell’ordine continuamente impegnate a svolgere, tra mille difficoltà, il proprio lavoro.
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