L’opinione pubblica tende a sottovalutare questa disciplina, confondendola,
forse, con qualche cosa legata alla magia
Non è ben compreso, nell’opinione pubblica, il valore della scienza grafologica, né viene considerata con la giusta importanza l’utilità pratica della sua applicazione.
È ancora radicato il preconcetto che la grafologia possa affiancarsi a discipline misteriose quali la cartomanzia e l’astrologia. D’altronde, è palese lo sconcerto di chi, avendo chiesto una analisi della propria scrittura, riscontra la perfetta rispondenza al vero delle caratteristiche delineate dal grafologo. Tale stupore, che sarebbe appropriato mostrare di fronte ad un veggente in grado di disvelare un mistero attraverso pratiche magiche, denota la non conoscenza di questa disciplina e dei suoi fondamenti scientifici.
Essa fonda la sua scientificità sul movimento umano, in quanto la scrittura è la registrazione immediata della motricità grafica, modalità particolare del comportamento. – Mi spiega il prof. Vincenzo Tarantino, grafologo giudiziario e titolare di varie cattedre in diverse scuole di grafologia. - Noi potremmo estrapolare la personalità dell’individuo attraverso il modo di incedere, la mimica del viso, o la gestualità delle mani. Allo stesso modo noi riusciamo a scoprire la personalità dello scrivente attraverso un movimento caratteristico che è la motricità grafica. Essa costituisce il gesto che l’individuo compie per scrivere.
Perché c’è questo nesso tra la motricità grafica e la personalità dell’individuo?
In qualsiasi movimento compiuto dall’uomo, questi immette i suoi tratti comportamentali. Il gesto in generale differenzia un uomo dall’altro, in quanto noi non troveremmo mai due persone con l’identica gestualità, perché in essa ognuno di noi trasmette la propria emotività ed il proprio vissuto esperenziale.
Quindi non è corretto sostenere che la scrittura sia una sorta di dna immutabile?
Non è immutabile, ma allo stesso tempo non si stravolge, in quanto la nostra personalità, una volta maturata, non subirà mai un cambiamento radicale.
Un evento particolarmente drammatico che segna la vita di un individuo può condizionare i gesti grafici della sua scrittura?
Può operare una modifica, ma solo relativa, in quanto può aumentare, ad esempio, lo stato d’ansia o l’emotività, o il rapporto interrelazionale. La struttura portante della personalità non viene intaccata.
A che età si forma questa struttura portante immodificabile?
Quando la maturazione psichica arriva al culmine, tra i 18 e i 22 anni, con variazioni individuali. Pertanto, nella fase della crescita, attraverso l’educazione, può esercitarsi una influenza importante nella costruzione della personalità dell’individuo. Questo avviene sopra tutto con la presenza di archetipi genitoriali, e con l’esempio che questi trasmettono ai figli. Lo spirito imitativo è la guida principe che il ragazzo ha radicata nella propria psiche, e che lo guida nella formazione della sua personalità individuale.
È dato riscontrare, nella scrittura, uno o più segni grafologici che possano far dedurre una sorta di propensione al crimine?
Premettendo che un’indagine grafologica è il risultato di una combinazione di segni, non si può mai dedurre dalla scrittura la propensione al crimine, però quando il crimine è stato effettuato, si potrà dire se il soggetto ha premeditato l’azione delittuosa oppure è stato colpito da un raptus. Ciò si evince innanzi tutto dal ritmo. Una scrittura mossa, disorganizzata, dal ritmo veloce, indica che certamente il soggetto è stato colpito da un raptus. Differentemente, chi ha una scrittura precisa, accurata, dal gesto controllato, certamente avrà premeditato l’atto criminoso. Ad esempio, dalla scrittura di Ali Agca e Pacciani, si deduce che gli atti criminali sono stati da loro eseguiti ma non programmati.
Ma nella grafia di questi due, come di altri individui che hanno compiuto, o sono stati accusati di delitti commessi con particolare freddezza, cosa si nota di caratteristico?
La carenza di una valutazione critica dell’atto che stanno compiendo, ed una carenza di programmazione.
Può essere importante la collaborazione di un grafologo esperto nelle indagini di Polizia?
Si, molto spesso è indispensabile quando si trovano scritti dei quali non si conosce la provenienza. Attraverso l’indagine grafologica si può risalire alla personalità dell’autore, ma anche al suo aspetto fisico. Infatti il Padre Girolamo Moretti, fondatore del metodo grafologico italiano, scrisse un libro dal titolo “Il corpo umano dalla scrittura”, in cui esponeva un sistema di segni grafici che indicavano le particolarità somatiche del soggetto scrivente. Io, per esempio, insegno ai corsi di aggiornamento della Polizia scientifica, e le Forze dell’ordine a volte si avvalgono della mia collaborazione in quanto sono uno dei pochi grafopatologi, in quanto sono in grado di riconoscere la correlazione esistente tra segni grafologici e malattie.
La presenza di particolari segni che indichino una scarsa predisposizione al controllo di sé, o l’incapacità di valutare correttamente le azioni ed i loro effetti, può indicare che lo scrivente è un soggetto a rischio criminale?
Le indicazioni sono solo di predisposizione, ma non significa che l’atto criminoso debba necessariamente essere compiuto. Il passaggio all’atto, non è evidenziabile dal punto di vista grafologico nemmeno nei casi di suicidio.
In ultima analisi, ciò che si evince dalle parole del prof. Tarantino, ci spinge ad una considerazione che va oltre la grafologia, e le sue applicazioni possibili ed utili per la lotta al crimine.
Innanzi tutto, il grafologo deve essere un individuo che, oltre a studiare la materia, si distingue per capacità di penetrazione psicologica.
Inoltre, nessuno è schiavo del proprio carattere, come vittima di un destino ineludibile. Un primo importante elemento è costituito dall’educazione alla quale viene sottoposto il ragazzo nell’età dello sviluppo, che può incanalare positivamente certe tensioni e certi disagi. Infine, anche chi manifesta segni di disturbi psichici non può essere definito un criminale potenziale, perché vincoli di tipo morale, o altri aspetti del suo carattere possono portarlo ad agire in maniera irreprensibile piuttosto che a macchiarsi di un delitto. Pertanto, ciò che emerge da questo colloquio, è la lotta dell’individuo con se stesso, per eliminare o controllare i propri istinti e le proprie debolezze. In ultima istanza, a nessuno può essere sottratto il libero arbitrio.
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