Ridurre le operazioni di manutenzione
ogni sei mesi (come prescrivono le norme)
è pericoloso giacché alcuni dispositivi
di sicurezza vanno controllati almeno
ogni mese (massimo due) anche e
soprattutto se l’impianto è poco usato
L’ascensore, dopo l’automobile, è il mezzo di trasporto più diffuso nel mondo ed in particolare in Italia dove sono in funzione oltre 700mila impianti (più che negli Stati Uniti d’America).
Caratteristica principale dell’ascensore è la sua completa automaticità di funzionamento che esclude l’intervento di un conducente a bordo o di un manovratore a terra. Questa caratteristica, che elimina la possibilità di errori umani nella sua conduzione, lo rende uno dei mezzi di trasporto più sicuri. Infatti l’utente deve solo dare un comando premendo un pulsante con l’indicazione del piano che vuole raggiungere. Un cervello elettrico ed elettronico provvede a chiamare la cabina, ad aprire le porte, lasciare salire le persone, richiudere le porte, partire nella giusta direzione di salita o discesa, fermarsi al piano richiesto, riaprire le porte e permettere alle persone di scendere, lasciando la cabina pronta a ricevere nuovi ordini.
Ma allora perché accadono gli incidenti? Qui assume un’enorme importanza la manutenzione, o meglio, il programma di manutenzione che assicura all’impianto il controllo sistematico della funzionalità di tutti i dispositivi di sicurezza, e che secondo la legge (D.p.r. n. 162/99 art. 15.3) deve essere effettuato “periodicamente secondo le esigenze dell’impianto”. Il D.p.r. 162/99, che attua la direttiva europea 95/16/Ce sugli ascensori e montacarichi sostituendo il D.p.r. 24/12/1995 - n. 1767, abrogato il 26/9/1999, reca fra le altre cose, il chiarimento che la responsabilità della funzionalità e sicurezza degli impianti ricade prima di tutto sul proprietario dell’impianto. Infatti, l’art. 15 di questo D.p.r. precisa che “ai fini della conservazione dell’impianto e del suo normale funzionamento, il proprietario o il legale rappresentante sono tenuti ad affidare la manutenzione di tutto il sistema dell’ascensore e del montacarichi a persona munita di certificato di abilitazione o a ditta specializzata che deve provvedere a mezzo di personale abilitato”.
Precisa inoltre che l’ascensore, ogni sei mesi deve essere sottoposto ad una accurata verifica dell’integrità ed efficienza di alcune parti particolarmente importanti, con annotazione dei risultati in un apposito libretto tenuto a cura del proprietario. Ogni due anni l’ascensore viene inoltre sottoposto a verifica da parte di tecnici forniti di laurea in ingegneria iscritti in speciali organismi di certificazione notificati a norma delle vigenti leggi. La periodicità di queste ulteriori verifiche non deve però trarre in inganno i proprietari degli impianti che non devono ridurre le manutenzioni alle sole scadenze semestrali, ignorando che alcuni dispositivi di sicurezza devono essere controllati ogni mese o comunque non oltre due mesi.
In Italia, per la grande diffusione degli impianti ascensori e per la consistente richiesta del mercato, esiste una produzione nazionale di ottimi impianti che non hanno nulla da invidiare alla produzione delle multinazionali europee. Infatti sono oltre 700 le p.m.i. che continuano ad installare ascensori con parti fornite da eccellenti aziende italiane produttrici delle migliori componenti, come parti meccaniche, idrauliche, elettriche, oltre a cabine, porte di piano ed accessori vari, anche i più sofisticati. Tutti questi impianti sono però soggetti ad un naturale invecchiamento, anche rapido se non vengono sottoposti ad una adeguata manutenzione, con controlli che devono essere effettuati con periodicità garantita da regolari contratti. La durata dei contratti di manutenzione, specialmente per le nuove installazioni, è opportuno che impegni la ditta manutentrice il più a lungo possibile ed in ogni caso mai inferiore ai due anni previsti dal D.p.r. n. 162/99 per le verifiche periodiche effettuate dagli ingegneri degli organismi di certificazione. Importante è anche il corrispettivo previsto per queste prestazioni perché quando il canone mensile di manutenzione è troppo basso rispetto ai costi reali del servizio, le amministrazioni, sia private che pubbliche si assumono responsabilità anche gravi, perché affidano un servizio non sufficientemente remunerato che diventa inadeguato per la sicurezza degli impianti.
La responsabilità è tanto maggiore in quanto oggi non è più ammessa l’ignoranza dei loro costi, esistendo pubblicazioni, come quella della Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Ancona, già alla seconda edizione, che offrono un’ampia documentazione sui tempi e sui costi reali dei vari tipi di servizi di manutenzione. È inoltre opportuno che alla scadenza, i contratti si rinnovino automaticamente salvo disdetta, se la manutenzione risulta effettuata con negligenza. Se la manutenzione dei dispositivi essenziali, come i contatti elettrici ed i blocchi meccanici di sicurezza delle porte di piano viene trascurata, l’ascensore diventa potenzialmente pericoloso, perché quando la porta di un piano si può aprire senza che la cabina sia presente, l’utente quasi sempre precipita nel vano corsa dell’ascensore con esiti spesso mortali.
Ma come assicurarsi un servizio di manutenzione realmente efficiente? Il D.p.r. n. 162/99 precisa le caratteristiche del servizio ma la scelta della ditta manutentrice è nella completa responsabilità del proprietario che deve individuare la giusta soluzione.
Un “Protocollo d’intesa per la sicurezza degli ascensori”, promosso dalla Camera di Commercio di Ancona, al quale hanno aderito le più qualificate associazioni di costruttori e produttori di servizi da un lato e di proprietari dall’altro, suggerisce vari consigli a tale proposito. Il problema diventa più complesso quando il servizio viene affidato a seguito di un appalto pubblico dove il prezzo è determinante per l’affidamento, anche se risulta assolutamente inadeguato al servizio richiesto. Conseguentemente, con i mega-appalti, la manutenzione viene affidata ad organizzazioni di tipo commerciale che a loro volta sono costrette a sub-appaltare a ditte abilitate ma con compensi inadeguati. Confronti fatti con prezzi ricavati da dettagliate analisi dei tempi e dei servizi hanno dimostrato l’incongruenza di tale sistema di affidamento.
Il problema deve essere comunque risolto per bloccare questo stillicidio di incidenti mortali, quasi sempre per cause ben individuabili. Le ditte costruttici ed installatrici degli impianti ascensori con le loro associazioni di categoria, sono sempre state disponibili per cercare soluzioni a questi problemi.
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