1852: nel Regno di Sardegna la prima
struttura che operava solo nell’ambito
delle autorità di Pubblica
sicurezza di Torino e Genova
La fondazione della Polizia italiana si deve necessariamente ricondurre alla nascita del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, avvenuta nel 1852, nel Regno di Sardegna. Al tempo, l’istituzione operava alle dirette dipendenze delle Autorità di Pubblica sicurezza di Torino e Genova, che in tal modo disponevano di una propria Forza di polizia per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Con l’unità d’Italia, l’ordinamento del corpo venne esteso a tutti gli ex Stati pre-unitari, ad eccezione della sola Sicilia, nella quale continuava ad operare il corpo dei Militi a Cavallo, istituito da Garibaldi e che venne sciolto nel 1877, con la creazione del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza a cavallo per le province siciliane.
Nel 1890, il Corpo delle Guardie di Pubblica sicurezza, assunse la denominazione di Guardie di Città, questo però avvenne senza stravolgere l’organizzazione precedente, ma adeguando quelli che erano i compiti degli agenti di Pubblica sicurezza alle nuove esigenze del Regno. Nel 1902 venne costituito il servizio di Polizia Scientifica ed il corpo iniziò ad operare in attività di Polizia Amministrativa e di pubblico soccorso distinguendosi in occasione dei terremoti di Messina (1905) ed Avezzano (1915).
A causa degli eventi bellici e di un nuovo (ri)assetto strutturale, nel 1919, la denominazione originale si modificò in Corpo della Regia Guardia per la Pubblica sicurezza e, spinto da esigenze belliche, il corpo acquisì uno status militare con l’istituzione di reparti specializzati alla prevenzione e repressione dei reati, sotto le dipendenze del ministero dell’Interno (prefetti-questori-funzionari). Con il Regio decreto del 31 dicembre 1922, Mussolini, sciolse il Corpo facendone confluire la gran parte nel Ruolo specializzato dei Carabinieri Reali per i sevizi di investigazione e di indagine tecnica e di vigilanza e per questi militari, in Roma fu istituita anche una scuola tecnica di Polizia per la formazione dati gli specifici compiti istituzionali assegnati. Le esigenze della società dell’epoca fecero sì che, nel 1925, il governo (ri)costituisse un apposito Corpo di Ps denominato Corpo degli Agenti di Pubblica sicurezza, struttura ad ordinamento civile ma militarmente organizzata che, comunque, nell’ultimo anno di conflitto (ri)acquistò nuovamente uno status anche formalmente militare. Parallelamente, nel 1937, per l’espletamento dei compiti di Polizia nelle regioni africane (impero) fu istituita la Polizia dell’Africa Italiana (Pai).
Il Corpo degli Agenti di Ps e la Pai parteciparono direttamente, alle operazione belliche dei tempi distinguendosi per le attività militari e di pubblico soccorso svolte, con il conferimento di numerose decorazioni al valore e nel luglio del 1943 (decreto Badoglio), vennero integrate nelle Forze armate dello Stato. Un decreto luogotenenziale del 1944 cambiò il nome dell’organizzazione in Corpo delle Guardie di Pubblica sicurezza, mantenendo però sempre alla struttura lo status militare assunto l’anno precedente con l’integrazione del personale appartenente alla Polizia dell’Africa Italiana. Nel dopoguerra il Corpo viene riorganizzato e potenziato con dotazioni di uomini e mezzi; nacquero i reparti mobili e le specialità. Nel 1959 venne istituito il Corpo di Polizia femminile con specifici compiti di accertamento e repressione di reti in materia di morale e buoncostume. Il 1968 vede la nascita del “servizio di soccorso pubblico 113” e la creazione dei (divenuti), famosi “Reparti Volante”.
L’organizzazione e l’ordinamento del corpo permasero immutati sino alla sofferta (periodo degli anni di piombo) legge di riforma del 1° aprile 1981, nr. 121, con la quale nacque l’attuale Polizia di Stato, struttura civile ma ad ordinamento speciale e militarmente organizzata e nella quale confluirono tutti gli appartenenti al Corpo delle Guardie di Ps, i Funzionari di Ps (civili) ed il Corpo di Polizia femminile. La legge di riforma, “nuovo ordinamento dell’Amministrazione della pubblica sicurezza” concluse, quindi, un lungo cammino che si può dire iniziato nei primi mesi del 1974, con la costituzione di un Comitato per il riordinamento della Polizia ed il coinvolgimento di più organismi, nella volontà del legislatore gli obiettivi da raggiungere con l’istituzione della Polizia di Stato erano quelli di raggiungere l’unità del suo personale (prima suddiviso), una maggiore efficienza ed una democraticità della struttura attraverso il riconoscimento al personale di una serie di diritti che li rendevano “lavoratori come gli altri”.
Da allora numerosi sono stati gli interventi legislativi collegati alla normativa istitutiva della attuale Polizia di Stato (di cui la maggior parte inerenti l’aspetto organizzativo del personale) e tra questi: il D.p.r. 24 aprile 1982, n. 335 (Ordinamento del personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di Polizia), n. 337 (Ordinamento del personale della Polizia di Stato che espleta attività tecnico-scientifica o tecnica) e n. 338 (Ordinamento dei ruoli professionali dei sanitari della Polizia di Stato), il D.p.r. 28 ottobre 1985, n. 782 (Regolamento di servizio dell’Amministrazione della Ps), fino a giungere ad una serie di riforme degli anni 1995 e 2000 finalizzate ad un tentativo di uniformare, in una qualche maniera, i vari Corpi di Forze dell’ordine esistenti in Italia, regolamentandone carriere e funzioni, interventi, questi, che hanno riformato l’ordinamento del personale, cercando di puntualizzarne l’assetto giuridico e il trattamento economico.
Il tentativo legislativo (ancora in atto) , voluto anche dalle necessità della nostra società democratica (alla ricerca di una Polizia sempre vicina al cittadino), é quello di cercare di risolvere le problematiche interne dei vari corpi di Polizia, contemperando le esigenze del personale con quelle intrinseche delle stesse strutture, nel rispetto di una società civile in continua evoluzione, sempre più complessa ma sempre più vicina alla (ora) sempre più sua Polizia di Stato.
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