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Luglio-Agosto/2005 - Articoli e Inchieste
Piromania
Tra psichiatria e crim inalità
di Marco Cannavicci - Psichiatra-Criminologo

Coloro che sono vittime di questa
pericolosa psicopatia, finiscono per mettere
in atto comportamenti che scavalcano
la volontà stessa della persona che li compie


Per comprendere le motivazioni che spingono una persona ad appiccare ripetutamente incendi è necessario partire dalla naturale concezione che il fuoco viene a rappresentare per l’elemento umano. Fin dalla notte dei tempi il fuoco ha accompagnato da sempre lo sviluppo e la crescita dell’uomo, entrando sempre più nella sua cultura (come ad esempio nei riti religiosi, in cui il fuoco – la candela – ha un ruolo determinante), nel suo cervello (come segnale di pericolo) e nella sua mente (come le passioni). Nel tempo il fuoco ha obbligato l’uomo a temerlo, a rispettarlo, ad amarlo, ed anche a desiderarlo, come vedremo accade nel piromane.
In tutto il mondo, in ogni epoca ed in ogni cultura, al fuoco si associano delle simbologie universali, come quella del potere, del sacro e del divino. Al fuoco si associano anche forti stimoli psicologici e forti emozioni come l’odio, la rabbia, la vendetta ed anche l’eccitazione sessuale. Il fuoco, da solo, è in grado di accendere nella mente di chi lo guarda profondi stati affettivi incoercibili come il desiderio, la passione, l’eccitazione e la distruttività.
Il fuoco stringe quindi forti legami con tutte le attività umane, sia normali che patologiche. Ed entrando nella globalità delle attività umane si è visto che il fuoco stringe forti legami anche con il crimine.
L’uomo ricorre al fuoco sia per utili motivi razionali e materiali che per personalissimi e privati motivi psicopatologici: i motivi psicopatologici sono quelli che descrivono la personalità del piromane, con storie, ambienti sociali, motivazioni personali e modus operandi caratteristici. Finora gli studi più approfonditi e completi nel campo del crimine collegato al fuoco sono stati svolti negli Stati Uniti, da unità speciali dell’Fbi appositamente allestite per investigare su questo reato. Secondo gli esperti dell’Fbi, i motivi razionali e materiali descrivono le varie tipologie psicologiche degli incendiari, suddivise secondo il movente prevalente:
• incendiario per vandalismo;
• incendiario per vendetta;
• incendiario per profitto;
• incendiario per altro crimine.
Possiamo dire che chiunque appicchi un fuoco sia definibile come incendiario, ma per etichettarlo come piromane serve il riscontro di un movente di tipo psicopatologico.
Studiando la personalità che viene riscontrata nell’incendiario, gli esperti dell’Fbi sono pervenuti a delle conclusioni molto precise e regolarmente confermate dai nuovi episodi di cronaca. Le osservazioni effettuate sulle attività criminali degli incendiari hanno evidenziato che quanto più è organizzata la scena dell’incendio e studiata la tecnica dell’innesco del fuoco, tanto più l’autore è razionale e finalizzato da propri interessi materiali. Scene del fuoco poco organizzate o tecniche molto semplici permettono di dedurre autori mossi da spinte non razionali, bensì di tipo emotivo ed impulsivo, vale a dire di tipo psicopatologico.
Le motivazioni psicopatologiche si possono dedurre ad esempio dall’uso di materiali comuni, come un banale accendino o il mozzicone di sigaretta, e dalle numerose “prove” lasciate sulla scena del crimine (come le impronte delle scarpe, gli strumenti utilizzati per appiccare il fuoco, l’essere visti da testimoni) che depongono per un atto “maldestro” commesso sotto la spinta di una forte tensione psicologica ed una forte emotività.
Comunemente si pensa che sia il piromane a far nascere l’incendio, invece la realtà dei fatti che emerge dalle storie dei piromani dimostra che è l’incendio che crea l’incendiario della tipologia del piromane, per le forti e piacevoli emozioni che la vista del fuoco che arde e che brucia è in grado di suscitare nella persona. Emozioni intense, molto piacevoli ed eccitanti, come non ne ha provate in altro modo, e che poi, desiderando riviverle e ripeterle, lo spingono a ricreare volontariamente la scena del fuoco. Il primo contatto tra il fuoco ed il piromane è occasionale, ma è talmente intenso che il secondo è voluto da piromane. E così via poi in modo ripetitivo e ricorrente. Si genera e si stabilisce così un circolo vizioso tra il fuoco ed il piromane per cui più lui vede il fuoco e più desidera appiccarlo. Possiamo dire che si crea, dopo un repentino iniziale “colpo di fulmine”, una specie di fortissima “attrazione fatale” che non si ferma più di fronte a nulla, neanche di fronte alla gravità del reato dell’appiccare incendi a beni preziosi come i boschi e le foreste.
Dal colpo di fulmine in poi il comportamento del piromane è obbligato, ripetitivo, ritualistico ed ossessivo. La regola comportamentale che emerge dalle storie dei piromani vuole che sia il piromane ad innescare il fuoco, per correre quindi ad avvertire i Vigili del Fuoco e poi assistere o partecipare allo spegnimento. I media e la stampa, parlando degli incendi e mostrando video sul fuoco che divampa, rinforzano il desiderio del fuoco, della sua eccitazione e del suo piacere e quindi dello scattare del meccanismo patologico.
La tipologia del piromane rientra non solo in una categoria criminale, ma anche in una categoria psichiatrica: il disturbo del controllo degli impulsi. Tale comportamento è anche un disturbo psichico che comporta atti ripetuti e ricorrenti che scavalcano la volontà della persona, sostituendosi ad essa (...è più forte di me! Non riesco a resistere… - affermano regolarmente durante le loro confessioni ed ammissioni).
L’integrarsi del comportamento del discontrollo degli impulsi in questa tipologia psichiatrica include la piromania in una esclusiva base psicopatologica che cancella tutti i possibili moventi materiali o razionali.
Secondo gli esperti dell’Fbi, di quella sezione speciale della Bsu che si occupa di incendi, è possibile tracciare un identikit psicologico, comportamentale e sociale del piromane. Gli elementi del profilo del piromane, secondo questi esperti, sono:
• in genere è un maschio, di circa 30-40 anni, single;
• vive preferibilmente in campagna;
• ha un basso livello intellettivo;
• ha una bassa scolarità;
• spesso abusa di alcolici;
• ha tratti antisociali (non prova rimorso);
• ha manifestato una ribellione adolescenziale (fin dagli studi di Freud si sa che ogni proibizione stimola il desiderio).
Sempre secondo gli studi effettuati dall’Fbi il piromane ha sempre manifestato, fin dalla pubertà, un interesse patologico per il fuoco, rubando accendini e fiammiferi e dando fuoco, di nascosto, a carta o piccoli oggetti. Da sempre desidera e vuole “guardare” il fuoco, quindi regolarmente vi assiste e, se può, partecipa anche allo spegnimento. Essendo mosso da uno stato di forte tensione emotiva agisce inizialmente vicino casa, nei luoghi più familiari e conosciuti, poi allarga il raggio d’azione in luoghi più distanti, ma che comunque frequenta e conosce molto bene. Agisce prevalentemente d’estate, poiché risente, come si diceva sopra, dell’effetto dei media ed anche perché d’estate, con il clima secco, l’innesco del fuoco è facilissimo e bastano pochi secondi di contatto tra l’accendino e le stoppie secche.
Le osservazioni degli esperti dell’Fbi riportano inoltre altre utilissime informazioni, come quella, molto importante dal punto di vista investigativo, per cui il piromane di solito agisce entro le 2 miglia dal proprio domicilio o dal luogo di lavoro.
Altre informazioni sul piromane offrono un quadro che si delinea in modo sempre più chiaro e caratteristico:
• il piromane è un solitario, agisce sempre da solo;
• il piromane è un ossessivo, agisce con ritualità;
• il piromane è un perdente, che ha rivalse di potere;
• il piromane è un frustrato, incapace di relazioni sociali;
• il piromane è un depresso, abusa spesso di alcolici e di psicofarmaci.
Come abbiamo precedentemente affermato la piromania è anche una categoria psichiatrica e, dal punto di vista clinico, si esprime mettendo in atto un comportamento ricorrente in cui si appiccano intenzionalmente e ripetutamente degli incendi, con una intensa tensione psicologica ed eccitazione prima dell’atto impulsivo ed una intensa gratificazione ed un forte piacere dopo.
E’ un comportamento ricorrente per una eccessiva e manifesta attrazione per il fuoco e tutto quanto sia collegato con il fuoco. Inoltre è ricorrente la partecipazione attiva ai soccorsi ed allo spegnimento del fuoco, il più delle volte come volontario.
Avendo una base esclusivamente mentale e psicologica, la piromania non comprende l’appiccare il fuoco per motivi razionali e materiali, come ad esempio:
• per lucro (per riscuotere un’assicurazione);
• per terrorismo politico;
• per vendetta;
• per delirio ed allucinazioni (come nelle psicosi deliranti e schizofreniche);
• per coprire un altro delitto.
Secondo gli esperti dell’Fbi, sono cinque i possibili profili psicologici e comportamentali che riguardano le persone che, per varie motivazioni, appiccano un incendio:
1 - il profilo dell’ incendiario
per vandalismo
– chi appicca il fuoco per vandalismo in genere non è solo, agisce in gruppo; all’interno di questo gruppo si riscontrano soggetti molto giovani, che hanno un’età media di circa 16 anni; agiscono solo se in gruppo, da soli non appiccherebbero mai il fuoco; il loro bersaglio preferenziale sono le scuole, poi i parchi e le aree verdi adibite a gioco; in genere vivono con i genitori, di classe sociale bassa, vicino ai luoghi che incendiano; agiscono in genere la sera o il fine settimana, per noia o per divertimento; abbandonano la scena del fuoco e non vi ritornano.
2 - Il profilo dell’incendiario
per eccitazione
– chi appicca il fuoco per soddisfare una sua eccitazione rientra nel quadro caratteristico del piromane; sono soggetti che cercano il brivido, oppure l’attenzione o il riconoscimento sociale; dopo aver appiccato il fuoco, si mescolano con i soccorritori e partecipano allo spegnimento; d’estate cercano la vegetazione secca, ma anche i cassonetti dei rifiuti o i cantieri in costruzione; usano fiammiferi o sigarette e solo con il tempo scoprono gli inneschi a tempo; agiscono da soli; sono di classe sociale bassa, con scarsi od assenti precedenti penali.
3 - Il profilo dell’incendiario
per vendetta
– chi appicca il fuoco per compiere un atto di vendetta mira alla distruzione di beni o attività come risarcimento personale; spesso viene commesso da donne (il 15% circa di tutti gli incendi riconosce una mano femminile); di classe sociale bassa, ma con una buona istruzione, non hanno precedenti penali; agiscono a notte fonda o di primo mattino, dopo forti dosi da alcol; usano inneschi ad azione lenta; abbandonano la scena e cercano un alibi.
4 - Il profilo dell’incendiario
per altro crimine
– sono incendiari finalizzati alla distruzione di prove o che vogliono, attraverso il fuoco, alterare o distruggere le prove e quindi sviare le indagini; usano liquido infiammabile in abbondanza; vivono lontano dalla scena del fuoco e spesso agiscono in compagnia; agiscono la sera tardi o di primo mattino, dopo alcol o droghe; abbandonano la scena del fuoco; hanno molti precedenti penali.
5 - Il profilo dell’incendiario
per profitto
– agisce cercando un guadagno personale; agisce a tarda sera o di primo mattino, spesso dietro un compenso di un mandante; spesso usa come innesco gli esplosivi, ma conosce bene anche gli inneschi a tempo; studia con cura il modus operandi; abbandona la scena; ha molti precedenti penali.
La possibilità di stilare, sulle risultanze della scena del fuoco e del modius operandi, un profilo possibile dell’incendiario, risulta determinante ai fini di un buon andamento delle indagini. I profili psicologici, di personalità o per stile di vita, tuttavia non conducono direttamente all’individuazione del colpevole. Sono usati con lo scopo di restringere il campo delle indagini al minor numero possibile di sospettati. Su questi sospetti poi l’indagine prosegue secondo le normali e consuete classiche tecniche investigative.
Il profilo psicologico inoltre è un utile ausilio per condurre l’interrogatorio sui sospetti con efficacia, evidenziando i punti di forza e di vulnerabilità del carattere dell’indagato. Chi non ha precedenti penali è sensibile ad una collaborazione che minimizzi gli effetti penali dell’atto ed il reinserimento in famiglia. Chi ha precedenti penali richiede prove inoppugnabili ed è sensibile solo a scambi tipo collaborazione in cambio di vantaggi detentivi. Conoscere i profili degli incendiari e del piromane rende possibile una loro più facile identificazione sul territorio. Conoscere i loro stimoli, le loro ricorrenze, le loro aree di azione, il loro modus operandi rende possibile effettuare il monitoraggio del territorio e l’anticipazione delle loro azioni.
(marco.cannavicci@email.it)

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