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giugno/2005 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Le Crociate
Tra storia e invenzione
di Ugo Rodorigo

E’ giunto in Italia l’atteso film realizzato da Ridley Scott, “Le Crociate” che ha suscitato polemiche per essere eccessivamente scorretto dal punto di vista storico.
Gli episodi riportati nel film mancano di carattere storico anche per mancanza di consulente valido. Prevalgono i costumi hollywoodiani e gli ambienti orientali non corrispondenti al periodo delle Crociate, che furono otto dal 1095 al 1291, (inoltre l’assedio di Gerusalemme non fu assolutamente un evento spettacolare). Le crociate vennero organizzate dall’Europa occidentale per liberare la Terra Santa e i crociati partiti per l’oriente, erano nella maggior parte dei casi, figli di nobili non primogeniti, cioè quelli che venivano chiamati “cadetti” e quindi non avevano nessun diritto all’eredità feudale. Il feudo del padre, nobile, andava tutto intero al primogenito ed ai cadetti non rimaneva che un’educazione sommaria, i ricordi della vita al castello, la voglia di conquistarsi un feudo e una considerevole audacia.
Partivano in cerca di avventure gloriose, disponibili a qualsiasi guerra.
La Chiesa, consapevole dei pericoli che questi cavalieri costituivano anche per i pellegrini che venivano assaliti, per i conventi disturbati e i contadini depredati, cercò di dar loro una vera funzione, legandoli a una concezione di vita più utile alla società.
In questa condizione psicologica divampò l’entusiasmo per le Crociate, grande avventura militare e grande fatto religioso, oltreché importante avvenimento economico.
I cavalieri cercarono in Terra Santa imprese che valeva la pena di tentare per raggiungere la gloria e conquistarsi un proprio feudo.
Fina dal VII secolo l’espansione araba aveva raggiunto la Spagna, le grandi isole del Mediterraneo e minacciava ulteriori espansioni. In questo clima, la Chiesa prese vivo interesse al desiderio di aiutare la guerra di riconquista degli Stati cristiani. Organizzò spedizioni dando ad esse uno spirito di missione cristiana, impiegando i cadetti privi di un loro feudo.
La campagna lanciata da Papa Urbano II ebbe grande successo. Un esercito arricchitosi di contadini, avventurieri, sbandati, monaci, con una croce di stoffa cucita sulle vesti, guidati da Pietro l’Eremita, si diresse verso Oriente, dove al loro arrivo vennero massacrati dai Turchi.
La vera Crociata invece, costituita dai nobili di tutta l’Europa, guidata da Goffredo di Buglione con armate adeguatamente raggiunse Costantinopoli. Seguì la marcia attraverso l’Asia Minore fino alla presa di Gerusalemme (luglio 1099).
La terza Crociata (nel 1187-1192) è quella liberamente narrata nel film di Scott che vede la caduta di Gerusalemme in mano al Saladino. Costui, figlio di un generale e sultano d’Egitto, fu l’eroe della riscossa islamica, la cui figura rimase tra quelle dei maggiori capi religiosi e condottieri dell’Islam, entrando nella leggenda occidentale.
Dopo un susseguirsi di conquiste e perdite di Gerusalemme, l’Europa abbandonò una guerra che aveva portato lutti, sconfitte e il fallimento del tentativo di abbattere la potenza dei Turchi in Oriente, ma aveva contribuito in modo decisivo alla riapertura dei traffici tra Oriente ed Occidente.
Le città impegnate in questi traffici ne trassero enormi vantaggi e la vita europea ne fu influenzata: nacque un nuovo spirito di avventura e i contatti tra uomini di paesi diversi allontanarono l’isolamento medievale.
Queste “guerre sante” hanno sempre stimolato la curiosità degli uomini e non poteva mancare ora il kolossal realizzato dal regista Scott, anche a costo di raccontare la storia in modo del tutto personale. Aggiungendo al fatto storico interpretazioni immaginarie. Il tutto pur di rendere avvincente il racconto, con aggiunte personali, per mezzo di avvenimenti inventati che interessano la figura del protagonista ed i suoi amori inesistenti. Spetta al pubblico il giudizio.

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