La principale funzione della famiglia è il perpetuarsi della società, da cui deriva la scelta privata di mettere al mondo la prole. Per primo consideriamo l’effetto pratico sul sistema previdenziale determinato dal calo di natalità e l’aumento dell’aspettativa di vita.
Ponendo quindi la famiglia come nucleo centrale della società, cerchiamo di vedere quali sono le funzioni che la famiglia svolge. Innanzitutto la riproduzione della società: la scelta di mettere al mondo dei figli comporta conseguenze importanti anche sul piano collettivo. E’ da considerare una nuova distribuzione degli introiti che la famiglia dovrà dividere con chi non ha un lavoro, con i bambini e i giovani che non possono contribuire in alcun modo e con i disabili. L’assistenza ai bambini in età prescolare e agli anziani non autosufficienti. Questi sono i compiti più gravosi per una famiglia e diventano insostenibili se non si può avere un sostegno anche dello Stato.
I problemi delle famiglie italiane sono molti. Primo fra tutti il lavoro. Per portare avanti una vita dignitosa, spesso il lavoro è insufficiente e basta una malattia o la perdita di lavoro per portare una famiglia oltre la soglia della povertà. Il disagio economico è sentito specialmente nelle famiglie numerose, infatti allevare i figli richiede tanto tempo e impegno che solitamente un coniuge, il padre, non può seguire perché deve dedicarsi ad un lavoro retribuito. Chi vive nei grandi centri ha poi la difficoltà di avere alloggi adeguati alle necessità familiari per i prezzi proibitivi, sia degli affitti che per eventuali acquisti.
Non è da sottovalutare il problema di stabilire il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla famiglia. La donna che lavora sente in special modo il problema della cura dei figli, sia che lavori per esigenze economiche che per la volontà di realizzarsi. E così il tempo a disposizione per la formazione, la cura e le relazioni familiari diminuisce in maniera evidente. In considerazione di questi problemi e la mancanza di una solida posizione economica, spingono i giovani a rimandare il matrimonio e di conseguenza la nascita dei figli, anche se più spesso si guarda al figlio unico.
Attraverso schemi di lavoro flessibile, con ore mensili da poter distribuire liberamente durante la giornata dai lavoratori, si contribuirebbero a sopportare, in maniera più adeguata, i carichi familiari e la donna potrebbe aspirare a fare la mamma-lavoratrice. Le aspettative della donna sono mutate, ma gran parte della cultura maschile non sempre risponde in maniera adeguata. L’organizzazione del lavoro è quasi sempre basata sulla figura del lavoratore privo di responsabilità familiari, ferma restando l’importanza del mantenimento.
I mariti, i padri, i compagni conservano ancora l’idea che i compiti di cura e domestici non siano di loro pertinenza e troppo spesso il lavoro della madre è considerato un rischio per la crescita psichica e morale dei figli. Così che le madri lavoratrici compiono un doppio lavoro e vengono spesso accusate di negligenza. La donna che sostiene un lavoro e un impegno familiare, secondo una indagine della Banca d’Italia effettuata nel 2000, lavora in media due mesi l’anno in più degli uomini. Questa non è soltanto la situazione di chi accudisce figli piccoli, ma anche di quelle donne responsabili della cura di altri familiari.
Il problema si può risolvere dividendo equamente il lavoro tra uomini e donne nelle responsabilità familiari. Le risorse disponibili offerte dallo Stato devono essere sviluppate con l’aumento di asili nido, assistenza domiciliare adeguata, servizio mensa nelle scuole specialmente studiate ed adeguate al reddito e alla composizione della famiglia. Purtroppo, le grandi città non sono più ricche di servizi e le esigenze variano senza una regola fissa. Per rinnovare queste esigenze sarebbe giusto rimuovere le cause che rendono difficile ai giovani di formare una famiglia. L’impegno su tutti i fronti sembra finalmente imporre un cambiamento di tendenza.
Gli sgravi fiscali per i figli a carico agevola l’economia della famiglia ma c’è ancora molto da fare perché abbiamo servizi e prestazioni di sostegno al minimo.
Il bene della famiglia costituisce un valore indispensabile e irrinunciabile della comunità. Le autorità devono fare il possibile per assicurare alle famiglie tutti quegli aiuti economici, sociali, culturali di cui hanno bisogno per far fronte, in modo umano, a tutte le loro responsabilità.
La famiglia ha il diritto di esistere e di progredire. Anche l’uomo, specialmente se povero, ha il diritto di crearsi una famiglia ed avere i mezzi per sostenerla.
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