Cento anni fa moriva ad Amiens Giulio Verne, considerato uno dei padri della fantascienza oltre che del romanzo di avventura.
Per ricordarlo la Francia gli ha dedicato una serie di iniziative (mostre, convegni, ecc.) per tutto questo anno, che si svolgeranno a Parigi, a Nantes, dove lo scrittore era nato nel 1828 e ad Amiens dove moriva il 24 marzo del 1905.
Scrittore famoso in tutto il mondo, non era molto considerato dalla cultura del suo paese che lo catalogava come scrittore di libri per ragazzi senza velleità letterarie.
Verne era consapevole della bassa considerazione di tutti i letterati nei suoi confronti, ma evitò polemiche e recriminazioni.
C’è una romantica leggenda che narra la nascita letteraria dello scrittore. A soli undici anni s’imbarcò come mozzo su un battello diretto in India. Voleva regalare alla sua cugina che amava una collana di coralli. Ma questo sogno fallì e Verne giurò a sé stesso che avrebbe viaggiato con la fantasia. Questa fu la via che seguì. Viaggiò dalla terra alla luna, al centro della terra e sotto i mari, divenendo scrittore di avventure fantastiche che tutto il mondo conosce e ama.
Passò così dagli studi di diritto ai circoli letterari di Parigi. Iniziò con una commedia in versi debuttando in teatro a soli 22 anni. Fu ammiratore di Poe, lo scrittore americano e creatore di una nuova forma letteraria.
Nel 1862 incontrò Pierre Jules Hetzel, scrittore ed editore di libri per ragazzi. Nacque tra i due una collaborazione che durerà per tutta la vita anche se Hetzel rifiutò il primo testo sottopostogli da Verne.
Dopo l’opera “Voyages extraordinaires” Verne produsse a ritmo sostenuto tanti viaggi straordinari. I titoli delle opere di Verne sono ben noti anche per le numerose trasposizioni cinematografiche, opere che hanno segnato il rapporto dell’uomo con l’esplorazione dello spazio terrestre ed extraterrestre, con usi e costumi di popoli esotici, e con fantastiche tecnologie di un futuro lontano da sembrare attuali. Verne non è stato soltanto uno scrittore ma un genio, un uomo in apparenza borghese e amante dell’ordine, che anche viaggiando poco, espresse potentemente il fascino dell’ignoto. Scrisse 62 romanzi e 27 racconti ed ebbe successo e guadagno a volontà. Da cento anni Verne è l’eroe dell’infanzia che ci ha fatto sognare col capitano Nemo e Michele Strofogg e che fornisce il suo mondo fantastico di scienza e tecnologia nascente.
Immagina sommergibili e razzi lunari, i suoi eroi hanno una vena di irrequietezza e stravaganza, ma anche la cupa malinconia del Capitano Nemo, uomo misterioso e vendicativo nei confronti degli inglesi.
La personalità di Verne è gradevolmente cordiale e arguta anche quando, in cerca di fortuna come scrittore, incontra molte difficoltà. Lui stesso, lasciando Parigi perché rifiutato, disse: “Sapranno quanto valeva un povero giovane chiamato Giulio Verne”. Ed il successo non tardò ad arrivare. Con il successo Verne riuscì a viaggiare con il suo yacht di lusso e a fare lunghe crociere. Va in Norvegia, in Marocco, in Algeria e negli Usa. Non mancano episodi misteriosi nella sua vita, come quello del nipote Gaston che lo ferisce al piede con due colpi di pistola rendendolo zoppo.
Iniziò poi il periodo delle malattie: diabete, cataratte e una paralisi che lo porterà alla morte. Ormai era finito il tempo delle crociere.
Dai suoi numerosi viaggi acquistò esperienze che gli fornivano materia per i suoi libri. Verne seguì con attenzione anche gli eventi storici e politici come la guerra franco-prussiana del 1870 che gli suggerirono un’opera non molto nota, “I cinquecento milioni della Begum”, dove immagina una città nata dalla tecnologia tedesca, fatta di acciaio e carbone.
Ma il Verne più noto resta quello di “Cinque settimane in pallone”, “Viaggio al centro della terra”, “Dalla terra alla luna”, “Ventimila leghe sotto i mari”, “Il gino del mondo in ottanta giorni” e di tante altre opere.
|