Il delitto Murri
L’assassinio del conte Bonmartini poteva restare un episodio di cronaca nera nell’Italia dell’inizio del Novecento.
Invece, coinvolgendo i figli di uno dei più noti esponenti della scienza italiana, il clinico Augusto Murri, si trasformò nel caso giudiziario più discusso dell’epoca giolittiana.
Giornali, pubblicazioni, dispense popolari, cartoline illustrate e fogli volanti, libri, ancor prima della conclusione del processo, fecero di questo episodio giudiziario un fenomeno collettivo di grande portata sociale.
La strumentalizzazione ideologica e politica, l’attacco alla scienza, la perdita di rispettabilità della borghesia, ma anche il richiamo a tutto ciò che è intrigo e licenziosità: più che una causa celebre, il “bel delitto di Bologna” (come lo definì la stampa anche straniera) negli anni che vanno dall’apertura dell’istruttoria nel 1902 al verdetto finale del 1905, viene assumendo i connotati di un grande romanzo popolare.
Ad ogni atto il processo si sposta su un nuovo oggetto, anche se il bersaglio centrale sembra essere sconosciuto.
Sulla scia dell’affare Dreyfus, il delitto Murri diviene il primo caso mediatico dell’Italia unita che sollecita, tra l’altro, l’appassionata partecipazione di illustri personalità della cultura come Giovanni Pascoli, Ada Negri, Luigi Capuana, oltre a Cesare Lombroso, Thomas Mann, Mesnil, Anna Kuliscioff.
Attraverso la rilettura degli atti giudiziari, perizie, carteggi inediti, memorie e diari dei protagonisti, l’autrice (che insegna Storia della psicologia al Dipartimento di Filosofia nell’Ateneo bolognese) ricostruisce questo caso offrendo una vivacissima fotografia della società italiana all’inizio del secolo Ventesimo.
Valeria P. Babini
IL CASO MURRI
Il Mulino ed.
pagg. 309 L 21
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Carcere al femminile
Nell’Europa dell’Ottocento, con la nascita del sistema carcerario, un dibattito impegnò i penitenziaristi europei sulla specificità dei delitti commessi dalle donne, sulle relative punizioni, sulla natura della “donna normale”. Nella doppia prospettiva della storia sociale e delle istituzioni e di storia delle donne, questo libro ricostruisce le linee di quel dibattito che verranno riprese dalle teorie di Lombroso. Se la donna delinquente si era allontanata dalla sua autentica ed unica vocazione, materna e morale, proprio la reclusione doveva ricondurvela. Il caso italiano è unico ed esemplare: custodi ideali del carcere femminile, diventano le suore; il reclusorio finisce per sembrare sempre più un convento.
Simona Trombetta
PUNIZIONE E CARITA’
Il Mulino ed.
pagg. 297 L 23
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Lettera ai contadini
In questo vibrante e poetico scritto, troviamo nella sua forma più limpida e completa il pensiero morale che guida l’opera, cioè la superiorità della natura sulla tecnologia, la salvezza dell’uomo attraverso il lavoro “naturale”, la celebrazione dell’individualismo spinto fino all’anarchia. Scritto alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, il libro costituisce il tentativo disperato di opporre le armi della semplicità, del buon senso e della poesia ad un mondo che stava prendendo la direzione opposta del profitto e della guerra. L’appello, come era ed è ovvio, non venne ascoltato. Riletto oggi, fa pensare ad una grande occasione perduta, nel momento in cui forse era ancora possibile non compiere la svolta che avrebbe cancellato il mondo e la cultura contadina.
Jean Giono
LETTERA AI CONTADINI SULLA
POVERTA’ E LA PACE
Ponte alle Grazie ed.
pagg. 123 L 10
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Forte come la dolcezza
La vita di oggi ci ha abituato al clima aspro della competizione. Così ci può apparire persino opportuno tirare fuori le unghie e far ricorso all’arroganza, alle grida, alla prevaricazione. Ma siamo davvero sicuri che le persone forti siano sempre quelle impegnate nella lotta, che debbono imporsi ad ogni costo ed avere l’ultima parola? Con una riflessione vivace dal tono amichevole, l’autore suggerisce una prospettiva completamente diversa, disegnando i tratti di una qualità forte: la dolcezza; un modo di essere e di sentire. La dolcezza però non è passività o fare sdolcinato, ma è, uno stato attivo dell’anima, di chi sa armonizzare disponibilità, tolleranza e rispetto del prossimo con la propria stima e con le proprie qualità.
Fausto Manara
FORTE COME LA DOLCEZZA
Sperling & Kupfer ed.
pagg. 177 L 13
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L’età dell’oro
Nel 2010 un industriale tessile fallito, apprende di essere preda di un male incurabile. Invece di lasciarsi morire poco a poco (come era accaduto per la sua ditta), si lancia con entusiasmo nella ultima impresa della sua vita: usare le tecniche della fecondazione artificiale per avere un figlio dalla bellissima Caterina, rinchiusa in un manicomio, dopo essere stata coinvolta, suo malgrado, in una pornostar via Internet grazie al suo ex che aveva avuto la bella pensata di “lanciare” attraverso il piccolo schermo i filmati dei loro incontri d’amore.
Comico e lirico questo romanzo di Edoardo Nesi, è un viaggio di un personaggio perdutamente innamorato della vita e delle belle donne: è il racconto di un antieroe moderno e dei suoi ultimi giorni di vita.
Edoardo Nesi
L’ETÅ DELL’ORO
BOMPIANI ed.
pagg. 337 L 16
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La stanza al buio
È quella della lussuosa clinica psichiatrica dove Kingsley si risveglia dopo un tremendo incidente; è un luogo della mente di Kingsley che non ricorda i recenti avvenimenti drammatici, né quelli di un ancor più traumatico passato. Così la risoluzione dell’omicidio del suo precedente marito e quella del barbaro assassinio del suo findanzato e della sua migliore amica, diventano una ossessiva ricerca nel labirito dell’animo della protagonista. Intorno a lei si muovono personaggi ambigui, ciascuno spinto da un proprio movente. Prigioniera nella sua stanza, al buio, in clinica la donna riceve le loro dimostrazioni di affetto ma intuisce sospetti: qualcuno è convinto che la sua sia una messinscena e che il vero autore dei delitti sia proprio lei.
Ninette Walters
LA STANZA AL BUIO
Longanesi ed.
pagg. 258 L 16
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