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marzo/2005 - Contributi
Se ne vanno più di duemila?
di Lettera firmata da un poliziotto di Napoli

Da più di venti anni il Dipartimento della Pubblica Sicurezza recluta uomini attraverso un canale privilegiato, quale è il concorso riservato esclusivamente ai giovani chiamati a prestare il servizio di leva.
I vincitori del concorso vengono avviati ad un corso della durata di 4 mesi, concluso il quale sono destinati ai vari uffici territoriali. L’art. 47 della legge 1° aprile 1981 n. 121, assicura poi agli ausiliari di leva, dopo un ulteriore anno di trattenimento, il passaggio ai ruoli effettivi, previa frequenza di un secondo corso della durata di 6 mesi, a completamento del percorso di formazione iniziato due anni prima.
Ad oggi rimangono gli ultimi quattro corsi da immettere nei ruoli effettivi (61, 62, 63, 64) per un totale di circa tremila unità indispensabili per la Polizia di Stato già sotto organico da anni.
Sappiamo che il governo ha fatto della sicurezza il secondo punto della sua campagna elettorale, e sappiamo anche che la massiccia offensiva della criminalità organizzata e l’emergenza terrorismo richiedono risorse che vanno al di là dell’ordinaria amministrazione. Ma proprio in un momento così difficile per il nostro Paese, arrivano gli ingiustificati tagli effettuati dal ministro Siniscalco nella Finanziaria del 2005 per un totale di 128 milioni di euro in meno rispetto al 2004 per la sola Pubblica Sicurezza.
In conseguenza di ciò, è allarmante il contenuto di una circolare del Dipartimento della Ps - Direzione centrale per le Risorse Umane (333.D/9803.D.B/63), con la quale l’Amministrazione ha informato gli agenti ausiliari di leva che la loro immissione in ruolo, non sarà più automatica allo spirare del periodo di trattenimento, come in passato, ma sarà subordinata all’adozione di un apposito provvedimento autorizzatorio.
Il che suscita chiaramente le gravi preoccupazioni di quanti già da tempo operano attivamente su tutto il territorio nazionale, i quali hanno visto improvvisamente messo in discussione un percorso professionale già avviato.
Quindi proprio in un momento in cui si promettono nuove e più sostanziose risorse alle Forze dell’ordine, si viene a conoscenza della mancata previsione nella recente Finanziaria, della necessaria copertura per la formazione e la conseguente assunzione definitiva degli agenti ausiliari di leva.
E’ piuttosto evidente il rischio della perdita del posto di lavoro per più di duemila giovani che rappresentano il futuro della Polizia di Stato.
Come si può rimanere indifferenti di fronte alla frustrazione di chi, dopo aver giurato fedeltà al Tricolore, si sente tradito da quelle stesse Istituzioni per cui era pronto a dare la vita?
E’ importante sensibilizzare al più presto tutte le forze politiche, affinché ci si renda conto che la sicurezza interna al nostro Paese non ammette tagli.

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