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Gennaio/Febbraio/2005 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Contro il fumo
di Ugo Rodorigo

Viviamo nelle città dove tra il fumo delle sigarette e l’inquinamento da traffico l’aria è irrespirabile, con sintomi che non colpiscono i fumatori ma anche chi, per tutta la vita, è esposto al fumo passivo perché i sintomi di disagio colpiscono anche i non fumatori, ripercuotendosi sullo stato di salute con effetti molto gravi, come ritardi nella crescita e malattie polmonari.
L’Istituto Superiori di Sanità, attraverso una indagine svolta, comunica che più del 50% dei bambini all’età di 2 anni subiscono il fumo passivo, ma gran parte di loro respira il fumo di sigaretta in casa.
Nel fumo delle sigarette, oltre alla nicotina, sono presenti sostanze cancerogene: nella combustione si formano idrocarburi, catrame e polveri. Tutto questo va a depositarsi nei polmoni provocando enfisema, broncopatie a danno prima di tutti del fumatore. In casi limite si hanno tumori che portano alla morte in tempi brevi. Ma altre patologie possono colpire i fumatori: disturbi circolatori e impotenza. Ma i fumatori, e nel nostro Paese sono molti, sembrano non abbandonare la loro abitudine, non tenendo conto dei rischi che corrono.
Secondo le cifre riportate dalla Doxa, in Italia ci sono oltre 12 milioni di fumatori adulti, anche se questo numero sta calando. Infatti, nell’ultimo anno mezzo milione di italiani ha smesso di fumare per ragioni di salute, per non essere schiavo di un vizio, o per risparmiare.
Si comincia a fumare tra i 15 e i 24 anni. Giovani mamme fumano durante la gravidanza esponendo il bambino a alti rischi. Luigi Matturri, direttore dell’Istituto di Anatomia patologica dell’Università di Milano, ha provato che il fumo della donna in gravidanza è un fattore di rischio della Sindrome della “morte in culla”, cioè della morte improvvisa del lattante.
Per una questione psicologica la sigaretta è per molte donne uno “status symbol”, indipendenza ed autonomia sociale. Nel lavoro è una risorsa contro la stanchezza ed una pausa per riprendere forza. Queste potrebbero essere le ragioni per le quali è difficile combattere il fumo. Le donne che fumano iniziano più tardi degli uomini ma smettono meno facilmente rispetto a loro.
Con la “legge Sirchia” si spera di arginare una situazione con i provvedimenti previsti e contrastare il tabagismo. E’ da sperare che questi provvedimenti vengano applicati con rigore. In appoggio alla legge, per aiutare fumatori e fumatrici, in Italia saranno necessarie campagne sociali per evidenziare i pericoli per chi fuma e per gli altri, riportandoci ad un comportamento responsabile. Sta ora allo Stato, attraverso i mezzi a disposizione del ministero della Salute, scendere in campo e risolvere questo problema non semplice.

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