Nel senso stretto del termine, l’eutanasia è morte indolore. Per trasposizione indica però la morte come mezzo di liberazione da una situazione patologica gravissima e irreversibile.
Siamo però arrivati a considerare l’applicazione dell’eutanasia, cioè interruzione di una vita, come un atto di compassione, senza la richiesta o l’approvazione del diretto interessato. La vita che difendiamo con sforzi sovrumani, anche se in fondo sappiamo di dover morire, ma che ci fa sentire di essere coscenti, attivi, pensanti, ci accompagna e ci sostiene fino alla fine.
“Eutanasia” è il termine oggi usato per indicare l’uccisione deliberata, ma da chi? Per persone afflitte da malattie fisiche o psichiche, si dice con il pietoso fine di risparmiare inutili sofferenze.
Nell’antichità l’eutanasia fu p-raticata dagli Spartani, i quali eliminavano neonati deboli o malati, in quanto non potevano essere buoni soldati. L’idea venne ripresa nella Germania nazista, dove tra il 1938 e il 1945 numerosi bambini deformi o mentalmente tarati venivano soppressi.
Fino ad alcuni anni fa, l’eutanasia era proibita soprattutto per la considerazione morale e religiosa per cui non è lecito spegnere la vita del proprio simile, anche quando appare già destinato ad una fine dolorosa. Ora casi di eutanasia si verificano di frequente aprendo perplessi dibattiti.
In un volume del Consiglio d’Europa si conferma che in Belgio, dal 2001, e in Olanda, dal 2002, è ammessa la “dolce morte” per legge. Si dibatte attualmente ad Amsterdam per mezzo della comunità scientifica se è lecito il diritto di terzi ad interrompere la vita di anziani, con la cosiddetta “eutanasia geriatrica”.
La percentuale dei decessi in Belgio, senza il consenso dell’interessato era molto, ma molto bassa, prima dell’attuazione della legge e l’iniqiativa veniva presa da medici e familiari. Anche ora che la legge è in vigore si conoscono casi di uccisioni senza consenso, senza l’intervento della magistratura che dovrebbe chiedere il rispetto della legge approvata. Perché tutta questa tolleranza?
Il Comitato nazionale di bioetica, presieduto da Francesco D’Agostino, di recente ha sollecitato una mozione di condanna dell’eutanasia pediatrica, mettendo in evidenza il vero obiettivo che dovrebbe provocare l’eutanasia e cioè di liberarsi di persone scomode perché malate o troppo costose.
Di pareri opposti sono stati i sostenitori di Emilio Coveri, presidente di Exit, che sostengono la loro proposta di legge per il diritto di scegliere la propria morte, seguendo le segnalazioni di associazioni straniere favorevoli all’eutanasia, portando ad esempio il Belgio e l’Olanda che con le leggi sono diminuite le richieste di eutanasia.
Negli Stati Uniti esiste un movimento organizzato per la legalizzazione dell’eutanasia. Infatti l’Eutanasia Society si batte attraverso una vasta propaganda e un proprio American Advisory Council perché venga approvata per legge “la morte pierosa”.
Il problema dell’eutanasia interessa molte nazioni e ognuna pensa di risolverla in modo diverso, senza pensare che stiamo parlando di sopprimere esseri umani che hanno fatto parte dell’umanità attiva, con i loro pregi, i loro difetti, con la loro cultura, con le loro idee, con i loro affetti, con la loro partecipazione alla riproduzione della specie umana che cerca il metodo migliore di sbarazzarsi di loro.
In Francia e in Inghilterra l’eutanasia non esiste salvo sospendere le cure ed evitare l’accanimento terapeutico o porre fine alla vita nei pazienti terminali. In Danimarca on una legge del 92 è stato consentito ai pazienti di chiedere la sospensione delle terapie per mezzo di un testamento biologico, nei casi di situazioni senza speranza. In Spagna, che dal 1995 non punisce più il suicidio assistito e l’eutanasia, prevede lo stop all’accanimento terapeutico.
In Italia l’eutanasia è vietata e considerata omicidio, anche se richiesta dal malato, il quale può però chiedere la sospensione delle cure sostituibili con terapie del dolore mirate ad alleviare i dolori fino alla fine della vita terrena.
Prima di esprimere pareri a favore o contrari all’eutanasia, ricordiamoci che non è bello pensare di essere considerati in un futuro, spazzatura non riciclabile.
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