Si è aperta a Roma una mostra presso l’Accademia Nazionale dei Lincei, che interessa il “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci, nell’edizione Hoepli 1894-1904, oltre che le macchine del Museo Leonardiano da Vinci. Per un tempo breve potremo rinnovare l’ammirazione per questo genio italiano, prima che la mostra continui il suo viaggio europeo.
Tutto questo per celebrare il primo centenario del “Codice Atlantico”, manifestazione patrocinata dal ministero degli Affari Esteri, con il patronato del Presidente della Repubblica e con l’apporto di istituzioni ed enti che offrendo adeguate risorse hanno reso possibile questo evento culturale.
Per illustrare il Codice Atlantico al visitatore, sono esposti tavole e modelli delle maggiori realizzazioni di Leonardo, riuniti nel museo, oltre ad altro materiale proveniente da collezioni pubbliche e private.
Il visitatore può vedere e capire la storia del Codice Atlantico di Leonardo arrivato fino ai nostri giorni grazie alle cure con cui fogli e fogli furono raccolti nel Cinquecento dallo scultore Pompeo Leoni che li riunì e conservò onde evitare la loro dispersione. Attraverso questi fogli si può rivivere il genio di Leonardo da Vinci, l’immenso e straordinario studio di ricerca e di attuazione, attraverso disegni architettonici e di alta ingegneria. Dalla numerosa documentazione scopriremo un genio nel suo intimo e nella sua etica.
Quest’uomo protagonista del Rinascimento era nato il 15 aprile 1452 ad Anchiano, frazione di Vinci, dal notaio Ser Piero e da Caterina, una contadina di quelle terre. Nel 1469 entrò nella bottega di Andrea Verrocchio in Firenze. Fu lì che si specializzò in diversi arti: pittura, scultura, oreficeria, restauro.
I suoi molteplici interessi abbracciavano tutto lo scibile del suo tempo. Deciso a lasciare Firenze, offrì i suoi servigi a Ludovico Sforza, detto “il Moro”, duca di Milano anche come ingegnere civile e militare, artigliere e idraulico.
Rimane venti anni alla corte degli Sforza con una intensa attività nel campo della scienza e della tecnica, progettò piani di bonifica, sistemazioni urbanistiche e problemi di statica edilizia. Compì studi sistematici di botanica, anatomia, matematica, ottica e meccanica.
Non trascurò la grammatica e le realizzazioni di divertenti novelle e scritti ameni.
Dopo la Gioconda, l’opera più famosa e più discussa del maestro, Leonardo si lasciò assorbire sempre di più dai suoi studi e dalle sue invenzioni abbandonando quasi completamente l’arte pittorica. Voler elencare i progetti di Leonardo è impresa assai ardua, tuttavia questo genio era un “omo senza lettere” per mancanza di istruzione universitaria, ma ugualmente e per sempre al centro della considerazione degli scienziati più famosi.
Questo il vero Leonardo, ammirato e conosciuto in tutto il mondo. L’elemento base di tutta la sua opera è nell’identità di “vedere” e di riconoscere, cioè l’esperienza e lui seppe condurre l’esperienza nell’arte e nella scienza.
Morì ad Amboise, in Francia. Tuttavia occorre ricordare che un genio non muore mai.
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