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Gennaio/Febbraio/2005 - Laboratorio
Parità Uomo-Donna
di De Marco - Brentani

La Segreteria provinciale del Siulp di Venezia ha inviato questa lettera al ministero dell’Interno - Ufficio per le relazioni sindacali.

“Nell’evidenziare l’oggettiva disparità di trattamento tra uomo e donna nell’ambito della Polizia di Stato della provincia di Venezia, ritengo doveroso premettere che per quanto riguarda i lavoratori della Polizia di Stato, l’uguaglianza sostanziale e formale è stata espressamente voluta e prevista con l’art. 25 della legge 1° aprile 1981, n. 121, norma che prevede l’impiego e l’attribuzione degli incarichi degli appartenenti ai vari ruoli, senza alcuna distinzione tra i sessi.
Successivamente all’entrata in vigore della legge 121/1981, il legislatore, allo scopo di realizzare la parità uomo-donna, in tutti i rapporti di lavoro, sia pubblici che privati, ha voluto e introdotto nell’Ordinamento la legge 10 aprile 1991, n. 125. Questa normativa di carattere generale prevede espressamente la rimozione di tutte le cause che in qualche modo possano discriminare i lavoratori in ragione del sesso di appartenenza e tra le finalità prioritarie, si prefigge, tra l’altro: ‘di eliminare le disparità di fatto di cui possono essere soggette le donne nella progressione di carriera e nella vita lavorativa’. Nell’ambito della gestione del rapporto di impiego degli appartenenti alla Polizia di Stato, a seguito dell’introduzione del d.lgs 12 maggio 1995, n. 195 che ha disciplinato le relazioni sindacali e le procedure per l’approvazione dei contratti collettivi nazionali, in sede di contrattazione e di accordo nazionale quadro è stata prevista e costituita, ai fini dell’attuazione della legge 125/1991, nell’ambito della contrattazione decentrata, una apposita commissione per le pari opportunità.
Ora, in relazione all’attuazione concreta e reale della parità tra i sessi nell’ambito dell’impiego degli appartenenti alla Polizia di Stato con funzioni di Polizia, all’interno della questura di Venezia, questa organizzazione ritiene di evidenziare e denunciare la palese dicriminazione esistente tra gli appartenenti al ruolo dirigente e direttivo, nei confronti dei funzionari di sesso femminile, che sostanzialmente sono escluse da determinati incarichi di rilievo e prioritari. Di conseguenza, tale esclusione va ad incidere sul profilo professionale e si ripercuote negativamente sulla loro progressione di carriera e quindi con riflessi anche sul piano economico. Tale differente impiego, nell’ambito della questura di Venezia, è palesemente rilevabile dalla pianta organica, dove, oltre al questore, vi sono 26 funzionari di cui 6 di sesso femminile che costituiscono una percentuale del 24% degli appartenenti al ruolo.
A fronte di questa consistente presenza femminile nei ruoli apicali, nessun dirigente o direttivo donna risulta però assegnata ed impiegata negli uffici investigativi od operativi (Digos, Squadra Mobile o Volanti) ovvero, comunque, in quelli di maggior rilievo della questura come l’Ufficio Gabinetto, Ufficio Immigrazione, ecc. o agli altri Uffici distaccati, nei quali i responsabili sono autorità locali di Ps e dove sono impiegati ben 13 funzionari maschi, corrispondenti al 50% dell’organico in forza.
Com’è noto, e come risulta anche dalle recenti promozioni, solo i funzionari assegnati e provenienti dai sopra citati uffici hanno ottenuto avanzamenti di carriera ed incarichi più prestigiosi e quindi appare incontrovertibile che essere impiegati e prestare servizio in tali articolazioni della questura, oltre ad altre gratificazioni, ha indubbiamente agevolato ed agevola la progressione di carriera nei confronti dei colleghi impiegati negli altri uffici, considerati dall’Amministrazione stessa, di secondaria importanza[...]
Il solo dato statistico appare sufficiente per dimostrare la discriminazione che l’attuale questore di Venezia, dr Salvatore Presenti, sta attuando nei confronti dei funzionari di sesso femminile, nessuno dei quali è o sarà mai impiegato in qualcuno dei sopra citati uffici, tant’è che il questore ha rimosso e spostato ad incarichi minori le uniche funzionarie che, prima del suo arrivo, erano in servizio alle Volanti o all’Ufficio di Gabinetto, per dare spazio ad altri, ad eccezione di alcuni casi isolati in cui è stato lo stesso funzionario a chiedere il temporaneo trasferimento presso uffici non operativi, per motivi famigliari[...]
Criteri e penalizzazioni che vanno ad incidere sulle valutazioni annuali dei singoli funzionari, ai sensi degli artt. 61 e 62 del D.p.r. 24 aprile 1982, n. 335, come già stabilito dall’art. 38 del D.p.r. 28 dicembre 1970, n. 1077, ed incarichi e/o servizi svolti e valutati a norma dell’art. 67 del D.p.r. 3 maggio 1957, n. 686.
A tal fine è bene rammentare che il quadro normativo esistente prevede e garantisce, da una parte il diritto alla concreta parità di attribuzioni e di funzioni tra il personale maschile e femminile che si manifesta con le pari opportunità; dall’altra, la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro con la rimozione di ogni ostacolo di natura formale, sostanziale e/o comunque connesso a vecchie e superate mentalità maschiliste ancora persistenti in Polizia.
Considerato quanto sopra, allo scopo di attuare le vigenti disposizioni di legge e quindi realizzare anche dell’ambito della questura di Venezia, come peraltro avviene in poche altre province, la concreta parità uomo-donna nel lavoro e nell’attribuzione degli incarichi, questa organizzazione sindacale intende sollecitare tutti gli organismi periferici e nazionali ad attuare una urgente verifica e rimozione delle evidenti discriminazioni derivanti dal sesso delle lavoratrici, a cominciare dalla prossima seduta della Commissione pari opportunità.
La Segreteria nazionale del Siulp è pregata voler interessare i membri della citata Commissione nazionale, al fine di valutare l’opportunità di estendere tale verifica sul territorio nazionale e di porre tale problematica alla dovuta attenzione del Dipartimento della Ps, in relazione alla progressione di carriera ed all’assegnazione degli incarichi al personale sul territorio, ampliando la discussione anche in sede di direttivo nazionale. (firmato De Marco e Brentani)”.

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