Dunque, la legge n. 226 emanata il 23 agosto 2004 segna una svolta epocale nel panorama sociale italiano. Da anni, infatti, si parlava di sospendere il servizio di leva obbligatorio, ma tutti i governi precedenti, per vari motivi, non avevano mai trovato il coraggio e l’opportunità di prendere in mano la situazione e concretizzare ciò che da tutta la popolazione era auspicato. Finalmente l’attuale governo ha risolto il problema e, con la legge 226/2004, da una parte ha di fatto sospesa la leva obbligatoria, dall’altra ha istituito la figura professionale del volontario in ferma prefissata di un anno (Vfp1) e del volontario in ferma volontaria di quattro anni (Vfp4). Il bando di arruolamento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale - n. 77 del 28 settembre 2004 - riporta i dettami e tutta la normativa per poter partecipare al concorso. Questo arruolamento è, ovviamente, aperto anche alle donne ed è rivolto a tutti quei giovani che risultano compresi tra i 18 ed i 25 anni di età; altro requisito di partenza è l’altezza, che per le donne dovrà essere di almeno 161 centimetri e per gli uomini 165. Il titolo di studio fondamentale è la licenza di scuola media inferiore ed inoltre si deve aver avuta una condotta irreprensibile.
La domanda di arruolamento, redatta sull’apposito modulo (scaricabile anche dal portale dell’Esercito www.esercito.difesa.it e pagina 417 di televideo), corredata di copia del documento di riconoscimento e dal certificato di idoneità allo svolgimento di attività agonistica (in corso di validità e per qualsiasi disciplina sportiva), potrà essere presentata ad un qualunque Distretto militare o essere spedita per posta a mezzo raccomandata A/R, sempre al Distretto militare. Nella domanda si potrà indicare la regione in cui si vorrebbe essere impiegati. Il Vfp1 percepirà inizialmente circa 700 euro mensili, con un incremento di 50 euro per chi vorrà svolgere servizio nei Reparti alpini e, dopo il primo anno la retribuzione aumenterà. Il Vfp1 percepirà anche altre indennità, con vitto, alloggio e vestizione a carico della Forza armata. Al termine del primo anno di servizio i militari acquisiranno un “patentino”, fondamentale per accedere ai concorsi presso le Forze armate, i Corpi armati dello Stato e il Corpo militare della Croce Rossa Italiana.
Per il 2005 i posti disponibili nell’Esercito Italiano saranno 23.500, comprensivi dell’aliquota riservata alle donne, mentre per l’Aeronautica Militare sono disponibili 680 posti e 4.930 sono quelli disponibili presso la Marina Militare.
Il 70% dei posti sarà riservato ai volontari in ferma annuale (Vfa) in servizio o in congedo senza demerito ed a chi abbia completato senza indegnità il servizio di leva anche in qualità di ausiliario nelle Forze di polizia ad ordinamento militare o civile e nel Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, il restante 30% andrà al personale civile di entrambi i sessi.
Le date per l’arruolamento hanno cadenza bimestrale tranne il primo blocco, per un totale di sei bandi all’anno ed altrettante immissioni in servizio.
Per il primo blocco è prevista l’incorporazione nel mese di febbraio 2005, per complessivi 4.254 posti. Questi sono, sostanzialmente, i dati meramente tecnici e, come tali, un po’ freddi ed impersonali, guardiamo, invece, altri aspetti, anche umani, che riguardano l’argomento. Come ha reagito la popolazione, soprattutto quella giovanile, di fronte a questo nuovo evento? Bene, i dati riferiscono una risposta entusiasmante, tant’è che già per il primo blocco, a fronte dei 4.254 posti a disposizione, si sono registrate quasi 18.000 domande, un successo! Al primo posto, come domande ricevute, è il Distretto militare di Roma, nonostante che la tipologia della città e dell’intera area di competenza (Lazio e parte dell’Umbria) non consentiva pronostici così ottimistici, favorevoli, invece, verso il Sud Italia.
A tal proposito va certamente segnalato che i motivi di adesione al nuovo progetto della Difesa, impostato sul servizio volontario, non sono da ricercare esclusivamente negli aspetti più materiali, seppur necessari, quali il posto di lavoro e lo stipendio, ma vanno identificati anche, forse soprattutto, nella nuova immagine che la Difesa, e l’Esercito in particolar modo, sta dando di sé, sia nelle missioni internazionali, sia nei risultati conseguiti, sia nell’apprezzamento che, da ogni parte del mondo, viene manifestato verso i nostri militari. D’altro canto è risaputo che i giovani, più liberi ed entusiasti nei loro pensieri, meno abbarbicati su stereotipate ideologie, sono sempre pronti ad analizzare il nuovo con occhi attenti, sottoponendolo ad una critica generalmente costruttiva e possibilista. Fossimo tutti un po’ più giovani nello spirito forse avremmo meno problemi e più risultati!
Certamente le attività delle nostre Forze armate sia in Italia sia all’estero, seppur criticate strumentalmente da alcuni, che, legati al passato, pensavano di poter ancora suscitare e rievocare vecchi fantasmi, sono indubbiamente di alto livello tecnico e professionale; non solo, sono animate da quello spirito di servizio e di sacrificio che da sempre ha accompagnato i nostri soldati, sono condite con quel soffio vitale di umanità che raramente si trova in altri eserciti, sono completate da quella solidarietà che contraddistingue l’intero popolo italiano. Tutto questo non poteva sfuggire ai nostri giovani e, ad onor del vero, neanche ai meno giovani! Solo alcuni, animati da quell’astio politico che anima chi si sente perdente e privo di argomenti di valore, hanno tentato di infangare l’operato dei nostri soldati, attribuendogli un mero valore stipendiale, soprattutto per le missioni all’estero. E tanto erano presi da questa assurda teoria che neanche si sono accorti che loro percepivano molto di più solo per apparire in comodi studi televisivi a sputar sentenze e critiche contro chi, invece, le comodità le aveva lasciate a casa, insieme agli affetti più cari, per andare là dove necessitava! Questi denigratori non hanno avuto successo ed i risultati di questi bandi per volontari ne sono una prova inconfutabile. Probabilmente i nostri giovani si stanno dimostrando più coscienti e più generosi dei loro anziani! Certamente meno strumentalizzabili di quanto alcuni credevano.
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In Portogallo solo professionisti in divisa
Le Forze armate portoghesi dal 21 settembre dello scorso anno, sono formate solo da soldati professionisti, ponendo così fine a due secoli di servizio militare obbligatorio nell’Esercito, che come Marina e Aviazione è ora formato solo da professionisti. Il cambio era previsto per novembre 2004, ma il raggiungimento della quota di 12mila volontari ha permesso di anticipare la misura.
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