Tra il 1220 e il 1230 avveniva in Napoli un fatto importantissimo: la fondazione della prima Università di Stato per decisione di Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero. Ma facciamo un po’ di storia.
Con un suo decreto, il sovrano aveva vietato che la giustizia venisse esercitata dai feudatari, sia laici sia ecclesiastici, decidendo che la nomina dei magistrati e la creazione delle Corti di Giustizia doveva essere compito esclusivo dell’imperatore.
La scuola di Napoli doveva avere il preciso scopo di preparare gli uomini della giustizia e fornire loro le cognizioni necessarie nel campo del Diritto.
Per carattere Federico II era portato a non fare le cose a metà, per cui giunse alla conclusione che non era sufficiente fondare una scuola di Diritto, ma volle creare una vera Università, dove venissero insegnate tutte le discipline, ad eccezione della medicina. Così Federico II, con un proclama, rese pubblica la sua decisione il 5 giugno 1224: “Nascerà a Napoli, città bellissima, un centro studi per le arti legali e per tutte quante le professioni, affinché i digiuni o i desiderosi di cultura possano trovare nel nostro regno la maniera di soddisfare il loro desiderio e non siano costretti, per studiare le scienze, ad andare lontano per cercare scuola all’estero”.
Così dunque fu fondata la prima Università di Stato, che si distingueva dalle altre soprattutto perché lo scopo non era la scienza pura, ma la formazione di dotti funzionari di Stato. A dire la verità questa scuola obbediva a criteri politici se osserviamo alcune disposizioni, come il divieto a tutti i sudditi del regno di frequentare altre Università, ed a coloro che avevano già iniziato studi altrove, di trasferirsi a Napoli per poterli concludere. Per agevolare queste regole venivano concessi molti benefici agli studenti. Alloggio e vitto a prezzi contenuti e perfino facilitazioni per ottenere aiuti in denaro.
Federico II scelse gli insegnanti tra i più quotati e famosi del suo tempo. Rese noto che da qualsiasi parte fossero giunti sarebbero stati protetti nella persona.
Quest’uomo, la cui grandezza è innegabile, era sostenuto da una volontà di ferro. Amò in eguale misura le armi, gli intrighi politici, le scienze, la filosofia, l’arte e la poesia. Lottò anche contro la Chiesa che tentava di ostacolarlo.
Federico II era nato a Jesi, nelle Marche, nel 1194, ma crebbe in Sicilia con un carattere altero, impetuoso, autonomo e portato al comando. Controllò sempre la vita del Regno di Sicilia, ereditato dal padre Enrico VI Hohenstaufen, con estremo rigore: gli ebrei e i musulmani dovevano portare sulle vesti un distintivo giallo; leggi speciali isolavano prostitute e attori. Il commercio era monopolizzato o controllato dallo Stato. Era vietata l’esportazione di oro. Trasferì i musulmani a Lucera che divenne un centro islamico in Italia fedele all’imperatore.
Erano 10.000 i musulmani, uomini e donne, trasferiti nell’antica colonia militare romana, un centro in un territorio desolato e spopolato. I musulmani vissero indisturbati in quella piccola isola maomettana nel centro di un antico paese cristiano.
Da questi coloni Federico II riceveva contributi, come il “testatico” per pagare la tolleranza religiosa, e il “terrarium” per l’usufrutto della terra.
Questo trasferimento a Lucera, voluto da Federico Ii, segnò la fine della presenza maomettana in Sicilia e promosse una fedeltà fanatica che gli orientali riservano a volte a chi li soggioga o li protegge. Coloni pronti a prendere le armi da loro stessi fabbricate e lanciarsi a cavallo nelle imprese promosse da Federico II.
Questo imperatore introdusse riforme degne dei tempi moderni. Una vita vissuta pienamente: divenuto padrone della Germania nel 1215 dopo la battaglia di Bouvines. Incoronato imperatore da Onorio III, lottò contro il papa Gregorio IX che lo scomunicò.
Nel 1229 partì per la Crociata in Terrasanta riconquistando Gerusalemme che lo incoronò re. Dopo una vita vissuta freneticamente, arrivato all’età di 56 anni si accingeva a dirigersi su Roma.
Pur essendo ancora giovane Federico II aveva l’aspetto di un vecchio, calvo e malandato. Durante una partita di caccia fu colto da una febbre altissima: morì 15 giorni dopo, il 13 dicembre 1250. La notizia colse tutti di sorpresa per una fine così banale per un uomo considerato dagli amici il messia e dai nemici l’anticristo.
|