Anche questa letteratura può concorrere alla modernizzazione della società, e delle Forze di polizia in particolare
Il dottor Fulvio Della Rocca, questore di Ravenna, è un appassionato lettore di gialli e in particolare di gialli polizieschi. Gli piace anche seguire le diverse iniziative culturali che si svolgono nelle città e crede che la cultura possa essere un tramite importante anche per avvicinare la Polizia alla gente. Abbiamo perciò intervistato il dottor Della Rocca alla vigilia dell’ottava edizione del Premio Franco Fedeli.
Dottor Della Rocca, qual è, secondo lei, l’impatto sulla Polizia e sui cittadini di manifestazioni come questa?
L’impatto che vedo è sicuramente molto positivo. Una prima considerazione riguarda l’immagine della Polizia che viene trasmessa attraverso i gialli che vengono giudicati per il Premio. Un’altra constatazione riguarda gli stessi protagonisti della manifestazione, gli scrittori. Mi pare che uno dei pregi fondamentali di questa iniziativa sia nell’aver contribuito a scoprire talenti. Un poliziotto come Maurizio Matrone ha avuto la possibilità di farsi conoscere come scrittore proprio attraverso il Premio, che evidentemente è stato in grado di lanciare le persone che se lo meritavano. Matrone oggi è molto apprezzato come scrittore e ha un ascolto e un seguito a livello nazionale.
Maurizio scrive bene e nelle sue storie si capisce la conoscenza che ha della Polizia dal di dentro. Trasmette anche molta passione e simpatia nei suoi libri. Un altro personaggio che ha partecipato al Premio e che ora ha una sua importanza nel panorama nazionale è Carlo Lucarelli, scrittore e autore televisivo di successo. Questi e altri scrittori hanno ormai un loro posto nella ribalta nazionale.
Tra i personaggi famosi che hanno partecipato al Premio Fedeli negli anni scorsi c’è anche Andrea Camilleri, ormai uno dei nostri più famosi giallisti che ha conquistato il pubblico pur scrivendo in siciliano…
Io ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Camilleri. Oltre ad essere un grande scrittore, è una persona deliziosa e gentile. Mi sono anche permesso di invitarlo all’inaugurazione del commissariato di Porto Empedocle, che poi è la Vigata dei gialli di Camilleri. Lui ha accettato l’invito ed è stato contento di essere con noi quel giorno del battesimo del commissariato di Vigata-Porto Empedocle. Opere come quelle di Camilleri e come altre che vengono presentate al Premio Fedeli servono anche all’immagine della Polizia nel suo complesso.
Dottor Della Rocca che cosa pensa delle fiction televisive sulla Polizia e che differenza c’è, secondo lei, tra lo strumento televisivo e il giallo poliziesco?
Io amo la letteratura e in particolare il giallo. Mi appassionano i libri, mi intrigano le storie. Per me non c’è confronto tra un buon giallo e un programma televisivo. D’altra parte devo confessare che io vedo poco la televisione e quindi, quando ho un po’ di tempo, preferisco leggermi un bel giallo.
L’ultima domanda. Lei pensa che ci sia un nesso tra il lungo processo storico che è partito con la Riforma dell’81 e ha progressivamente cambiato la Polizia con l’attuale fiorire di tutte queste iniziative culturali?
Bisogna dire che manifestazioni come quella del Premio Fedeli sono molto importanti e utili, ma che per fortuna non sono più isolate. L’Amministrazione si sta attivando molto anche in questo senso e sta lavorando sul concetto importante di Polizia di prossimità. Io credo che tutte queste cose facciano parte della generale modernizzazione della società e delle Forze di polizia in particolare. La Riforma ha accelerato sicuramente questi processi ed è stata un salto importante in avanti.
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