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Dicembre/2004 - Articoli e Inchieste
Frodi alimentari
Bisogna tutelare il consumatore
di Claudio Coratella - Avvocato

Controlli rigorosi sono necessari non solo per valorizzare la qualità della nostra produzione agroalimentare,
ma anche per difendere i cittadini da possibili sofisticazioni



Il cibo italiano è da sempre sinonimo di bontà, qualità, genuinità e tradizione. Sin dall’antichità, infatti, il nostro paese si è contraddistinto per l’elevatissimo standard qualitativo dei propri prodotti alimentari. Purtroppo, però, recentemente, accanto ai moltissimi imprenditori che lavorano faticosamente per continuare tale tradizione, ve ne sono altri che, in spregio alle leggi, alle usanze ed alle esigenze dei consumatori, commettono frodi e sofisticazioni alimentari.
In tale contesto, con il Decreto ministeriale n. 44 del 13.02.2003, pubblicato in G. U. 21.03.2003, è stato completamente riorganizzato e potenziato l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del ministero delle Politiche Agricole e Forestali, con la previsione espressa che lo stesso operi anche in collaborazione con gli altri organi di controllo, quali il Comando Carabinieri per la Sanità (Nas), la Polizia di Stato, i Nuclei di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, il Corpo Forestale dello Stato ed il Comando Carabinieri Politiche Agricole, al fine di una miglior tutela dei consumatori e del mercato.
L’attività di controllo di tale Ente, per tutelare i consumatori, viene espletata principalmente attraverso tre importanti accertamenti:
a) il controllo che i prodotti alimentari possiedano realmente le caratteristiche dichiarate;
b) la verifica dei mezzi tecnici di produzione;
c) la verifica che siano sempre rispettate tutte le condizioni igienico-sanitarie necessarie.
Controlli rigorosi, inoltre, sono necessari anche per valorizzare la qualità della produzione agroalimentare del “made in Italy”, salvaguardando, così, i tanti produttori onesti, attraverso la tutela delle produzioni tipiche e di qualità nonchè per contrastare i fenomeni di concorrenza sleale.
E’ così che nel corso del 2003 sono stati effettuati dalle Forze dell’ordine 21.249 sopralluoghi nei confronti di 15.591 Operatori, all’esito dei quali è stato riscontrato che ben 2.956 operatori presentavano delle irregolarità e, in ben 236 casi sono state inoltrate notizie di reato all’Autorità giudiziaria.
Numerosissime sono state le sofisticazioni messe in luce a seguito di tali controlli, tra cui, le più ricorrenti sono:
- Formaggi ottenuti con latte in polvere ricostituito; mozzarella di bufala contenente percentuali importanti di latte vaccino; attribuzione di formaggi Doc a quelli comuni, o, addirittura, di provenienza estera;
- Latte fresco ottenuto da latte precedentemente pastorizzato; tenore di grassi differente rispetto a quello dichiarato;
- Miele di origine botanica diversa rispetto a quello indicato in etichetta; miele venduto per italiano ma di provenienza extracomunitaria;
- Olio extravergine contenente oli raffinati sia di oliva che di semi; oli di semi colorati in modo da essere venduti come di oliva; oli con tenori analitici non rispondenti ai requisiti previsti dai regolamenti comunitari;
- Pasta fatta con farine di grano tenero o con cereali molto meno costosi; uso di semole di qualità scadente o avariata; aggiunta di coloranti o additivi chimici per imitare le paste speciali o le paste all’uovo o per mascherare lo sfarinato;
- Riso di varietà più scadente rispetto a quella indicata; miscele di diversa qualità; riso proveniente dall’estero venduto come italiano; miscele con chicchi rotti o elementi estranei, nonché mal conservati o vecchi;
- Uova riportanti data di preferibile consumo superiore ai 28 giorni consentiti dalla legge; confezioni con uova differenti per peso; uova vendute per fresche ma conservate in frigo;
- Vini ottenuti da fermentazione di zuccheri di natura diversa da quelli dell’uva; vini con aggiunta di sostanza vietate come alcool, antifermentativi, aromatizzanti, coloranti, vini di qualità inferiore rispetto a quella dichiarata in etichetta; eccesso di anidrite solforosa o gradazione alcoolica inferiore a quella prevista;
- Prodotti alimentari scaduti a cui è stata contraffatta la data di scadenza e venduti per freschi.
Proprio a tal proposito, è di qualche giorno fa la notizia del sequestro di cinque Tir colmi di prodotti a base di cioccolata, oramai deteriorati, la cui data di scadenza era stata contraffatta per poter essere immessi nel mercato nel periodo natalizio.
Ma vi è certamente di più. Dai controlli effettuati è emerso con chiarezza che sono state messe appunto diverse “tecniche” molto elaborate per sofisticare gli alimenti.
Vi sono stati produttori di burro che per aumentare il volume e peso hanno aggiunto grassi non provenienti dal latte, come, ad esempio, l’olio di cocco, oppure il grasso di maiale, di bue o di balena.
Un'altra “tecnica” di sofisticazione consiste nell’aggiungere all’impasto del pane finissima segatura di legno o polveri minerali per aumentarne il peso. Vi è stato chi, poi, sempre per fare del pane più pesante, ha aggiunto all’impasto allume, solfato di rame o solfato di zinco, sostanze che fanno trattenere alla farina una percentuale maggiore di acqua. Anche nella lavorazione dei formaggi sono state riscontrate elaborazioni degne di nota. Vi è stato chi è arrivato addirittura ad aggiungere all’impasto il gesso o la creta per aumentarne il peso. Ma vi è stato anche chi, nella produzione di formaggi a pasta dura, per mascherare l’uso di latte scadente ha aggiunto della formaldeide, sostanza certamente nociva.
In materia di vini, infine, la frode più diffusa è quella di far aumentare la gradazione alcolica del vino o attraverso l’aggiunta al mosto di zucchero per innescare un processo di fermentazione alcolica oppure attraverso l’aggiunta di una sostanza particolarmente tossica: il metanolo.
I problemi riscontrati, però, non sono stati solo di sofisticazione, ma anche che gli alimenti, a volte, vengono lavorati e conservati in condizione di scarsissima igiene.
I mass media ci raccontano sempre più spesso inquietanti episodi di “strani” ritrovamenti all’interno di diversi prodotti alimentari.
In una busta di insalata è stato trovata una rana, in una busta di pop corn è stato rinvenuto un topo mummificato, con relativi escrementi, in un pacco di farina sempre un topo.
Ma la lista è lunga, e comprende, a puro titolo di esemplificativo, scarafaggi nei prodotti per pasticceria, cerotti usati all’interno di confezioni di lasagne, torroncini con vermi, ragnatele e sassi, mozziconi di sigarette all’interno di una bottiglia d’acqua.
Preme ricordare, poi, il caso di quel pranzo nuziale avvenuto qualche tempo fa in Abruzzo terminato non con le tradizionali danze, ma con una corsa in ospedale di tutti gli invitati per intossicazione da cibi mal conservati.
Certamente queste notizie sono particolarmente allarmanti e disgustose, ma, fortunatamente, in Italia, il fenomeno riguarda soltanto una piccola percentuale di operatori mentre la maggior parte degli stessi è attenta al prodotto ed alle esigenze del consumatore, nonché perfettamente allineata ai dettami legislativi in materia.
In ogni modo, il lavoro svolto dalle Forze dell’ordine e dall’Ispettorato centrale repressione frodi è stato realmente intenso ed efficace, come dimostrano i dati diffusi recentemente dalla pubblicazione della “Relazione dell’attività svolta nel 2003”. La speranza è che l’attività di tali organi riesca realmente a contrastare e, soprattutto, stroncare un fenomeno davvero pericoloso per la salute di tutti i cittadini.



Le sigle di garanzia

DOP - Denominazione di Origine Protetta
Denominazione che indica e certifica che un alimento viene prodotto, trasformato ed elaborato in un determinato luogo, in un'area geografica ben delimitata, con metodi di lunga tradizione e secondo un determinato processo produttivo (disciplinare di produzione).

IGP - Indicazione Geografica Protetta
Tale marchi certifica che il prodotto è legato ad una determinata area geografica almeno da una delle fasi della sua preparazione.

STG - Specialità Tradizionale Garantita
Tale marchio mira a valorizzare una composizione o un metodo di produzione tradizionale.

DOC - Denominazione d'Origine Controllata
Denominazione che certifica il riconoscimento di qualità a vini prodotti in determinate aree limitate, che recano il proprio nome geografico e vengono lavorati secondo un determinato processo produttivo.

DOCG - Denominazione d'Origine Controllata e Garantita
Denominazione che certifica il riconoscimento di qualità di alcuni vini Doc particolarmente noti sia in ambito nazionale che internazionale, sui quali vengono effettuati controllati in merito all’effettiva rispondenza ai Disciplinari di Produzione.

IGT - Indicazione Geografica Tipica
Denominazione che certifica il riconoscimento di qualità di vini da tavola prodotti in aree territoriali ampie e con disciplinare produttivo meno rigoroso rispetto ai vini con certificazione Doc.

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