Una poesia di tempi lontani, scritta da un autore del Senegal, sembra rispecchiare il desiderio di speranza per questa Africa umiliata, martoriata:
“Asciuga le tue lacrime, Africa!
Per aver bevuto a tutte le fontane
di sventura e di gloria
i nostri sensi si sono aperti
all’aroma delle tue foreste,
alla carezza del tuo sole
ed alla malia del rugiadoso tuo verde.
Asciuga le tue lacrime, Africa!
I tuoi figli torneranno,
colme le mani di ogni bene,
l’anima colma d’amore.
Torneranno per vestirti
di speranze e di sogni”.
L’Africa terra umiliata dal disinteresse, martoriata dal silenzio, derubata della speranza. Questa immensa terra, per decenni terra di colonialismo, in poco tempo è stata annientata dalla sofferenza.
A nulla sono valse le ricchezze e le bellezze naturali, perché tutto è stato distrutto dalle guerre, dai genocidi, dagli odi tribali, dall’esproprio di ricchezze che hanno procurato dolore e morte.
La povertà è in aumento, le malattie mietono milioni di vittime ogni anno. Non esiste più famiglia, non esiste la società. Occorre l’aiuto di tutti per ravvivare la speranza, costruendo un programma di crescita civile, economica e culturale. Avviciniamoci a questo Continente per conoscerlo meglio e poterlo aiutare con ogni mezzo, cercando, attraverso l’informazione, quali sono le necessità più impellenti, alla luce delle tradizioni di quella terra. Occorre un sostegno immediato per incrementare la formazione, l’informazione, il rispetto dei diritti umani. Creare nell’individuo il senso della dignità contro cause di guerre infinite.
Al confine tra Sudan e Uganda un movimento rivoluzionario uccide, tortura, rapisce. Con l’acuirsi di queste spaventose condizioni è una goccia d’acqua in un mare l’aiuto di volontari e missionari che fanno molto, ma con scarsi risultati. Decine di migliaia di persone vivono nei campi profughi in condizioni di povertà irrisolvibile. Per questo lungo conflitto ogni giorno, ogni anno muoiono milioni di sfollati. Sono milioni anche le persone che hanno bisogno di tutto. Una rete internazionale procura aiuti, ma risultano sempre pochi rispetto alle necessità.
Le guerre in Africa sono tante e sfuggono ad ogni censimento. Guerre tra eserciti e ribelli, scontri tra bande armate, scontri etnici, furti. Non conosciamo tutta la sofferenza del Continente per il silenzio impostosi da giornalisti, diplomatici e potere economico. Qualche sporadica rappresentanza osa dichiarare lo stato dell’Africa contro i diritti umani alzando la voce alle Nazioni Unite e con governi democratici, ma poche, troppo poche, raccontano questa crudele verità. Ad El Abeid con le donazioni di privati hanno costruito scuole, scavato pozzi, recuperato campi abbandonati per la guerra.
Il Comune di Cregnano Milanese ha sovvenzionato lavori per la costruzione di un ospedale a Nuba. Una località situata tra il nord arabo islamico e il sud africano, terra isolata dal resto del mondo che dispone soltanto di un medico e di un infermiere. Questo è il Continente dei “bambini soldato” sopravvissuti all’assassinio della famiglia, violentati, usati per compiere azioni delittuose. Da loro si allontana per sempre il sogno di ina gioventù con prospettive umane.
Occorrono progetti che risveglino la speranza, contro le sofferenze. Tutto può essere utile cominciando dall’ortocultura, attività artigianali e osare iniziative di ricerca, tutto per cominciare a voltare pagina e fare progetti concreti, aiutati da governi locali e da fondazioni. L’aiuto anche morale diventa scambio, arricchimento e promozione umana, sviluppando una identità civile e sociale, favorendo la presa di coscienza dei diritti umani.
Tutto questo assieme ad una mobilitazione mondiale, a progetti di attuazione sociale ed economica per uno scambio civile.
Oggi assistiamo al fenomeno dell’immigrazione clandestina, sporco mercato incontrollato e da molti ignorato, che porterà a conseguenze non prevedibili. E’ tempo di organizzare percorsi comuni tra persone e comunità. Proporre disponibilità di servizi sanitari, educativi. Tutti dobbiamo contribuire a rinnovare il concetto dell’Africa condannata dal resto del mondo. Questa massa di gente, dimenticata nella loro sofferenza, deve sentirsi aiutata attraverso l’amore e la solidarietà di tutti. Riscopriamo questo Continente che per natura non è né povero né sfavorito, percorso da due maestosi fiumi, il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro.
La causa delle sventure dell’Africa non è la natura ma i contrasti tra le varie etnie, che hanno portato queste popolazioni alla miseria e all’analfabetismo. Queste, certo, sono le responsabilità delle classi dirigenti africane.
Ma la responsabilità del mondo ricco non è meno grave.
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