Parliamo dei temi più attuali in questi ultimi tempi. Iniziamo con la Costituzione europea, tappa importante per l’affermazione della nuova Europa.
Sembra che l’oppinione pubblica non abbia afferrato l’importanza di questa tappa di un cammino che si presenta lungo. In effetti la nostra politica sembra aver capito l’importanza e il significato di questa firma; al contrario, il pubblico, forse per scarsa informazione, non ha avvertito il significato dell’avvenimento. Ad iniziare dal voto alle elezioni europee in cui hanno votato una percentuale di cittadini considerevolmente bassa, che non ha avvertito il significato della necessaria partecipazione per un Parlamento anche se lontano da loro.
Diciamolo subito: come si fa a votare per cose di cui non si hanno informazioni epr capire di più? Siamo cittadini europei, seguiamo direttive europee appoggiate da buona parte del nostro governo, ma non da tutti. Si sono allargate le possibilità economiche, finanziarie e di protezione. Abbiamo le libere circolazioni e l’euro, moneta comune a tutti i paesi europei. Ma per l’intento prefisso dai padri fondatori dell’Europa unita manca ancora molto da fare. L’egoismo delle varie nazioni blocca lo spirito unitario in molti campi: sulla giustizia e sulla politica militare e fiscale. Pur tuttavia anche se non ancora perfetta questa Costituzione è già molto importante.
Molto si è parlato di un argomento che nella Carta costituzionale europea è stato ignorato: le radici cristiane del Continente. Purtroppo si deve considerare questo un grave errore poiché si sottovaluta l’importanza della rivoluzione giudaico-cristiana che è stata determinante nella cultura e nella civiltà europea.
La scoperta dei diritti, avvalorati dai Comandamenti della legge cristiana. Da lì parte la libertà dell’uomo, tolleranza e uguaglianza. Anche chi non crede guarda al cristianesimo come evento culturale. Senza riconoscere questi valori si crea un vuoto senza speranza per l’avvenire.
L’Europa e tutto il mondo occidentale sono bersagliati da un terrorismo che negando tutti i nostri valori vede la nostra società finita, rifiutando i valori veri che ancora rispettiamo. L’islamismo vuole unire la legge coranica e quella civile abbattendo tutte le conquiste dei paesi civili. Il terrorismo ha un solo fine: sollevare le masse nei paesi islamici e arabi per abbattere i governi per impedire ogni rapporto con noi.
Quando saranno distrutti quei governi sarà più facile la “conquista” del mondo occidentale. Noi dobbiamo rivalutarci propugnando i nostri principi, rafforzando la nostra identità. Perché allora non valutare le nostre radici cristiane? Dobbiamo difenderci da questa guerra che ci è stata dichiarata e che ci costa massacri e paura. Cerchiamo il dialogo e non la guerra. Dialogare consapevolid ella nostra identità; noi abbiamo cultura, civiltà, fede, istituzioni e regole di vita di cui andiamo orgogliosi. Questo ci deve spingere a difenderci. La guerra in Iraq ha visto i paesi europei divisi contro un terrorismo compatto. Se il terrorismon con la sua “guerra santa” dovesse vincere in Iraq partirebbe alla conquista di altri paesi. C’è un Islam che si dive moderato e pronto a dialogare, allova vediamo di coinvolgerlo per arrivare a una giusta pace neutralizzando il terrorismo fondamentalista. E’ un programma rischioso ma per aprire un dialogo dobbiamo essere in due.
I musulmani in Italia chiedono luoghi di culto per vivere liberamente e pubblicamente la loro fede. La nostra Costituzione prevede questa libertà, anche se questo non avviene nei paesi islamici nei quali è vietato al cristiano di avere luoghi di culto. Purtroppo alcuni luoghi di culto musulmani nel nostro Paese vengono usati come luoghi di addestramento di futuri terroristi. Questo è un problema difficilmente risolvibile anche perché gli Imam che si divono moderati parlano ai loro devoti in lingua araba e quindi poco decifrabile nel nostro Paese.
Allo stato attuale il nostro compito più urgente è cercare di garantire sicurezza alla popolazione irachena nel periodo di transizione per arrivare ad un governo democratico.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato recentemente l’intervento per aiutare l’Iraq. Parliamo quindi soltanto di aiuto comune alla popolazione irachena. Perciò il Consiglio europeo si dovrebbe riunire per ascoltare la richiesta di aiuto del governo provvisorio iracheno e prendere le misure necessarie per attuarle di comune accordo e con urgenza.
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